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Angelo Mastrolia carrefour

Cosa farà Mastrolia con Carrefour Italia

Mire e progetti di Mastrolia non solo con Carrefour Italia. Il punto di Mario Sassi, autore del Blog Notes sul lavoro

Ormai è inutile ritornarci sopra ma se dovessimo stabilire una data nella quale Alexandre Bompard e Matthieu Malige hanno definitivamente deciso che l’Italia andava ceduta è, a mio parere, il 15 aprile del 2024. Carrefour Italia stava risalendo lentamente la china dopo anni di affanno pesante quando il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano sequestra per frode fiscale 64,7 milioni di euro alla società GS spa del gruppo dei supermercati Carrefour Italia in una delle inchieste del pm di Milano Paolo Storari sui cosiddetti “serbatoi di manodopera” e riporta la situazione indietro di anni quando il clima di sfiducia sulle prospettive era molto più negativo. È un disastro. Ne avevo parlato qui. Cristophe Rabatel difende il suo operato davanti al Magistrato e davanti al Gruppo ma non è sufficiente. È il colpo finale che ne segna il destino. I dubbi, da tempo presenti, si trasformano in certezze. Rabatel cerca di andare controvento insieme alla sua squadra con iniziative innovative e apprezzabili pur sapendo che è finita. Convince tutti, anche il sottoscritto, che ce la si può ancora fare. Ma non è così. Avrei forse dovuto insistere ma la stima personale nei confronti di Rabatel e della sua squadra, ammetto che mi ha frenato.

Nessuno oggi però mi può convincere che la Banca di Affari Rothschild abbia trovato un acquirente in poche settimane dopo che altri hanno lanciato messaggi a destra e a sinistra per mesi ai principali player della GDO italiana che pensavano di poter essere invitati ad uno spezzatino a buon mercato. Oggi è sicuramente presto per tirare conclusioni. Però adesso, comunque la si pensi, occorre girare pagina. Lo specchietto retrovisore su cosa avrebbe potuto essere e che non è stato, serve a poco.

Per ora l’unica voce fuori dal coro in positivo mi sembra sia quella di Mattia Malgara. Di fronte ad una “distrazione” generalizzata degli osservatori (sottoscritto compreso) ha spostato il focus sulla genialità dell’operazione condotta sottotraccia da NewPrinces Group e dal suo leader Angelo Mastrolia. Scrive su LinkedIn Malgara: “Il punto non è Carrefour. Il punto è: chi scriverà il futuro della GDO italiana? No, non possiamo lasciarlo ai soliti noti. No, non possiamo cedere il mercato ai discount stranieri che svendono la qualità italiana. Sì, possiamo e dobbiamo creare una nuova forza aggregante, fatta di imprenditori italiani, filiera trasparente e modelli sostenibili”.

Mastrolia non è però certamente il primo che intuisce la complessiva fragilità intrinseca della GDO e che contemporaneamente ne sottovaluta la resilienza e il suo radicamento territoriale. Penso su un altro piano a Silvio Berlusconi e le sue intuizioni su Standa o gli stessi Benetton e Del Vecchio, con l’operazione GS. Semplificando mi verrebbe da dire che il primo dopo un lungo giro di valzer, utilizzò Standa di fatto per “salvare” Fininvest i secondi per creare i loro gruppi industriali. Ma nel comparto non hanno lasciato nulla. Eppure le strategie annunciate al momento delle operazioni furono ben altre. Per questo è necessario attendere che alle parole seguano i fatti. Soprattutto la credibilità della testa e della squadra che verrà messa in campo. Anche perché il detto “i professionisti hanno costruito il Titanic, i dilettanti, l’Arca di Noè”, in GDO non funziona.

Cristophe Rabatel ha confermato che: «Durante la fase di transizione che si apre ora, manterremo aperto il confronto con le parti sociali e garantiamo la nostra piena collaborazione affinché il passaggio possa svolgersi nel pieno interesse di tutte e tutti. Il closing dell’operazione, previsto entro la fine del 2025, è condizionato al verificarsi di alcune condizioni, tra cui la consultazione del Gruppo Carrefour con le parti sociali e l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni regolatorie. Negli ultimi tempi abbiamo raggiunto risultati molto positivi e incoraggianti, dimostrando sul campo il nostro valore: è ora più importante che mai continuare a lavorare in questa direzione e rimanere focalizzati sugli obiettivi che ci siamo prefissati, con impegno e spirito di collaborazione, e favorire questa transizione. Come gli altri membri COMEX, mantengo il mio incarico attuale e potrete continuare a contare sulla nostra guida e sul nostro supporto». Intanto il CFO (belga) ha già dato le dimissioni. Malgara rilancia e conclude: “È il momento di una grande distribuzione indipendente, meritocratica e radicata nel territorio”. Profezia o previsione? Lo vedremo presto.

La premessa all’operazione di Angelo Mastrolia Presidente di NewPrinces Group sembrerebbe proporre quella strategia: “Questa acquisizione segna un’importante pietra miliare nel percorso di crescita del nostro Gruppo. È il risultato di un pensiero a lungo termine, di una visione industriale e di una disciplina imprenditoriale. Siamo pronti a costruire un futuro forte e sostenibile per l’intero ecosistema food & retail italiano. Il nostro obiettivo è chiaro: costruire un modello sostenibile, solido e orientato al lungo termine, capace di rafforzare la competitività e rilanciare una rete capillare che rappresenta un patrimonio strategico per l’Italia. Sono orgoglioso del lavoro di tutta la squadra e di ciò che insieme stiamo costruendo. Questo è solo l’inizio di una nuova fase di sviluppo ambiziosa per NewPrinces Group”.

Nel comunicato stampa NewPrinces Group considera l’Operazione come una delle più significative operazioni strategiche nel panorama europeo della distribuzione, grazie alla possibilità di integrare filiere logistiche e produttive, come già realizzato con successo da altri grandi player internazionali. La rete di oltre 1.000 punti vendita di Carrefour Italia, distribuita capillarmente in regioni a elevata densità demografica (Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Lazio e Toscana), rappresenta un’infrastruttura commerciale di valore strategico e un canale ideale per l’estensione dell’offerta e la fidelizzazione dei consumatori. A seguito del completamento dell’acquisizione, il fatturato consolidato combined di NewPrinces Group raggiungerà circa 6,9 miliardi di euro, confermando la sua posizione tra i principali operatori europei nel settore food & retail integrato.

NewPrinces ha più di trenta stabilimenti in Italia, Inghilterra, Germania, Francia, Polonia, Olanda. Quaranta marchi, tra i quali: Polenghi Lombardo, Optimus, Torre in Pietra, Matese, Giglio e Centrale del Latte d’Italia ed esporta in 60 Paesi. La sede italiana è a Reggio Emilia. Interessante per le discussioni  nel comparto GDO sui possibili sviluppi l‘acquisizione nel 2024 e il piano di integrazione della britannica Princes Limited, acquisita per 850 milioni. Un giro d’affari di circa due miliardi, in gran parte generato nel Regno Unito. Produce per le private label della grande distribuzione, a partire da Tesco e Sainsbury. Nel portafoglio c’è anche Napolina, attiva nella trasformazione del pomodoro con un impianto a Foggia, il più grande impianto produttivo di pomodoro in Europa. Condivido con Malgara che siamo di fronte ad “una strategia che merita studio, non solo attenzione”.

E, conclude Malgara, ora, all’orizzonte, si intravedono nuove potenziali relazioni industriali con Carrefour a livello globale, a partire dalla prossima tappa che, ne siamo certi, Angelo Mastrolia ci riserverà”. Certamente ne seguiremo gli sviluppi e soprattutto cercheremo di capire se siamo di fronte a qualcosa che rompe gli schemi consolidati e, in prospettiva diventa un contenitore in grado di aggregare anche altre realtà della GDO o ad un’operazione finanziaria di grande intuito e convenienza per chi l’ha pensata ma di scarso interesse per la filiera, per il lavoro e quindi il Paese.

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