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Russia Ucraina

Cosa farà la Russia senza Swift?

Gli Stati Uniti, l'Ue, il Regno Unito e il Canada hanno annunciato l'espulsione di alcune banche russe dal sistema di pagamenti globali Swift. Fatti e scenari (non solo per la Russia)

 

Russia fuori da Swift?

Per convincere Vladimir Putin a lasciare la presa sull’Ucraina, gli alleati occidentali hanno deciso di usare una pesante misura economica.

Gli Stati Uniti, l’Ue, il Regno Unito e il Canada hanno annunciato l’espulsione di alcune banche russe – le principali, anche se non c’è ancora una lista dettagliata – dal sistema di pagamenti globali Swift, una rete che collega le banche di tutto il mondo ed e’ considerata la spina dorsale della finanza internazionale; e anche misure per evitare che la Banca centrale russa compensare le misure punitive con le riserve monetarie accumulate da Putin.

E’ la risposta più dura finora all’invasione dell’Ucraina ed è una vittoria per l’Ucraina, che da giovedì implorava i Paesi affinché escludessero la Russia da Swift. Il governo di Kiev era arrivato addirittura a dire, con il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, che chi non lo avesse fatto avrebbe avuto “le mani sporche di sangue”.

“Bandire la Russia da Swift, la rete mondiale che fornisce servizi di messaggistica per la verifica dei pagamenti interbancari, equivale a sganciare un’«arma nucleare finanziaria», hanno detto il vicepresidente della commissione europea Valdis Dombrovskis e il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire. E per fermare la guerra in Ucraina, anche l’opzione nucleare Swift si fa strada e sta arrivando sul tavolo della Ue come supersanzione del terzo pacchetto di misure contro la Russia”, ha sintetizzato stamattina il Sole 24 Ore.

“In sostanza, per gran parte del sistema bancario russo sarà tagliato fuori dal G7, compresa l’operatività della banca centrale russa con le sue riserve”, ha detto al Tg de La7 l’ex dirigente del Tesoro, Fabrizio Pagani, ora al fondo americano Munizich.

Al momento, in attesa della decisione ufficiale, pare che siano esclusi dalla misura i pagamenti di forniture energetiche russe.

Sin dall’inizio Boris Johnson e Joe Biden avevano sventolato la misura come l’asso nella manica per portare a più miti consigli Vladimir Putin, provocando una serie di distinguo tra gli alleati.

La resistenza di Francia, Germania e Italia si e’ andata via via affievolendo fino alla svolta anti Russia ispirata dagli Stati Uniti.

“Tagliare fuori banche e società finanziarie russe dal circuito globale Swift, sanzione fortemente voluta da Usa, Canada, Regno Unito e Paesi baltici, non è esclusa, in linea di principio, da nessuno dei 27 Paesi membri della Ue. Germania, Italia, Francia, Ungheria, Cipro, ovvero gli Stati che inizialmente erano risultati tra i più cauti, hanno tutti via via chiarito di non aver mai posto veti a priori”, ha scritto il Sole 24 Ore.

Ci sono pochi precedenti per una mossa del genere, in particolare contro un Paese che dispone di armi nucleari.

E’ la prima volta che viene sanzionata la banca centrale di un Paese del G20 e finora sono stati rimossi dal sistema di pagamenti Swift solo Iran e Corea del Nord; gli Usa finora avevano imposto sanzioni solo alle banche centrali di Iran, Venezuela e Corea del Nord. Il Cremlino si era comunque già preparato alla possibilità di essere tagliato fuori e dal 2014, dopo l’invasione della Crimea, temendo la misura di ritorsione, ha creato un sistema di trasferimento chiamato SPFS con cui nel 2021 ha gestito un quinto del volume di pagamenti russi

Come detto, l’esclusione della Russia dallo Swift era fino a pochi giorni fa un’ipotesi lontana, considerando una sorta di opzione nucleare di stampo finanziario.

Acronimo di Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication, Swift è un sistema di messaggistica sicuro, universalmente raggiunto, che costituisce lo standard per chiudere velocemente i pagamenti di beni, servizi, materie prime, prodotti energetici. Ordini, scambi in valuta, vendite e acquisti passano da lì, con oltre 11.000 aziende e istituzioni finanziarie aderenti, una presenza in oltre 200 milioni di messaggi al giorno.

Fra le altre misure c’è l’impegno a “imporre misure restrittive che prevengano alla Banca Centrale russa dal dispiegare le sue riserve internazionali” per attenuare l’effetto delle sanzioni, si spiega nella nota congiunzione dei leader occidentali. Secondo alcune cifre, nella Banca Centrale ci sono alcune riserve 643 miliardi di dollari di riserve che il Vladimir Putin ha accumulato prima della pianificata invasione dell’Ucraina.

“La chiusura di Swift per le banche russe potrebbe inoltre incentivare il potenziamento di circuiti alternativi esistenti o la creazione di nuove reti o codici per pagamenti senza Swift in concorrenza, tra i quali criptovalute come Bitcoin ed Ethereum, stablecoin collegati al dollaro come Tether e sistemi FinTech e blockchain come Ripple”, ha chiosato il Sole 24 Ore.

Per Sam Theodore, esperto di banche e vigilanza bancaria, consulente di Scope Investors Services, la vera arma nucleare finanziaria in mano all’Occidente contro la Russia è un’altra: il blocco dell’accesso della Banca centrale russa alle sue riserve internazionali (stimate in oltre 640 miliardi di dollari) che sono detenute presso altre banche centrali. «L’impatto sul sistema economico e finanziario russo di questa misura sarebbe relativamente veloce e veramente devastante», ha detto Theodore interpellato dal Sole 24 Ore.

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