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Cop26

Che cosa cambierà davvero dopo Cop26 per industria e mercati

Tutte le sfide industriali, tecnologiche e geopolitiche dopo Cop26. L'analisi di Lucian Peppelenbos, Climate Strategist di Robeco.

Un quadro di regole per arrivare a Parigi

Dopo sei anni di negoziati, i governi hanno concordato un insieme di regole per l’attuazione dell’Accordo di Parigi. Questa è stata probabilmente la più grande sorpresa del summit, visti gli scarsi risultati della prima settimana. L’accordo USA-Cina sul clima (“US-China Joint Glasgow Declaration on Enhancing Climate Action in the 2020s”), raggiunto verso la fine del summit, può aver contribuito a snellire questi negoziati nelle ultime ore.

Il regolamento copre argomenti critici come la dichiarazione delle emissioni, il monitoraggio delle politiche e, soprattutto, lo scambio dei diritti di emissione attraverso i mercati del carbonio. Questo accordo permette di spostare l’attenzione dalla fase di negoziazione alla sua implementazione. Faciliterà la cooperazione internazionale e gli investimenti transfrontalieri nella riduzione delle emissioni. Potrebbero emergere mercati del carbonio più importanti, che a loro volta potrebbero sostenere gli investimenti nelle foreste e in altri pozzi naturali per l’assorbimento delle emissioni di CO2.

Una pletora di impegni politici

Sono stati presi dei nuovi impegni politici per il 2030, tra cui la riduzione delle emissioni di metano, l’arresto della deforestazione, l’eliminazione graduale dell’energia prodotta con il carbone e lo stop dei finanziamenti pubblici ai combustibili fossili all’estero. Anche se alcuni di questi impegni sono stati solo vagamente inquadrati senza essere firmati dai maggiori responsabili delle emissioni, possiedono comunque un buon potenziale per contribuire a ridurre le emissioni prima del 2030. Inoltre, l’accordo sul clima tra Stati Uniti e Cina è stato stipulato a completamento di questi impegni, dato che i due maggiori player mondiali si impegneranno a collaborare ed ad intraprendere azioni urgenti in questo decennio. Nel complesso, con gli impegni politici presi fino al 2030, la temperatura dovrebbe subire un incremento variabile tra 2,4 e 2,7 gradi. Invece, prendendo in considerazione gli impegni al 2050, i valori si stanzierebbero tra 1,8 e 2,1 gradi.

Sostanzialmente, quasi il 90% delle emissioni globali è ora vincolato a un impegno Net Zero.

Coinvolgimento straordinario del settore privato

Il settore privato ha fatto registrare una partecipazione senza precedenti. Centinaia di aziende e investitori si sono impegnati a raggiungere il traguardo Net Zero già prima della COP26, al termine della quale sono stati annunciati diversi “accordi reali” per spingere diversi settori, tra cui i trasporti, l’edilizia e l’industria verso un modello di business a basse emissioni di carbonio. Includendo banche, asset owners, asset managers e compagnie assicurative, al momento sono 130 i trilioni di dollari impegnati per raggiungere il Net Zero, sebbene si tratti di una cifra giustamente criticata perché includerebbe un doppio conteggio delle risorse messe a disposizione.

Robeco è tra i 43 gestori patrimoniali che hanno annunciato obiettivi e azioni concrete a breve termine per raggiungere il Net Zero; 180 competitor la seguiranno nel corso del prossimo anno.

Una transizione equa per i mercati emergenti

I paesi industrializzati sono stati sottoposti a forti pressioni da parte dei paesi in via di sviluppo per mantenere le loro promesse a fornire finanziamenti per il clima (100 miliardi di dollari all’anno), al fine di sostenere l’adattamento e una transizione equa. Anche se i paesi industrializzati hanno rafforzato il loro impegno, l’obiettivo rimarrà probabilmente una questione spinosa, in grado di minare i progressi condotti in altre aree. Un esempio positivo di progresso in quest’area è stato fornito dall’accordo da 8,5 miliardi di dollari con cui USA, UE e Regno Unito sosterranno Eskom, l’azienda elettrica statale sudafricana, per accelerare la transizione del suo parco macchine a carbone.

Questioni di rilevanza diretta per gli investitori

I governi hanno adottato formalmente il limite degli 1,5 gradi come obiettivo ufficiale. Un ulteriore rafforzamento delle ambizioni politiche è inevitabile. Crediamo che gli investitori debbano seguire da vicino questi sviluppi, dato che la politica climatica è diventata una questione macro. L’UE si dimostrerà risoluta nell’attuare rapidamente il suo pacchetto Green Deal / Fit for 55, in modo da poter chiedere maggiore ambizione agli altri paesi.

Gli investitori dovrebbero anche prendere nota dell’annuncio dell’ONU che istituirà un gruppo di esperti per sviluppare uno standard che fissi degli impegni Net Zero credibili. La risposta degli investitori a questi impegni è stata scettica, principalmente a causa della loro portata limitata e della mancanza di obiettivi concreti. L’approccio di Robeco è stato quello di creare una roadmap per raggiungere l’impatto zero con obiettivi e azioni concrete e con una significativa percentuale di asset aderenti a questi traguardi (40%). La nostra strategia Net Zero si basa su standard internazionali, dei quali continueremo a monitorarne da vicino l’evoluzione.

Un altro importante sviluppo, che porta con sé un forte significato per gli investitori, è stata l’istituzione da parte degli IFRS dell’International Sustainability Standards Board (ISSB). Questo ha lo scopo di sviluppare uno standard globale per la divulgazione delle iniziative climatiche durante il 2022, che deve essere incorporato nelle legislazioni globali.

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