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Pfizer metsera

Con Metsera alla fine l’ha spuntata Pfizer

Dopo un braccio di ferro durato giorni, Novo Nordisk si è ritirata dalla tentata acquisizione della biotech Metsera, specializzata in farmaci anti-obesità, che ora passerà nelle mani di Pfizer grazie a un accordo da 10 miliardi di dollari. Fatti, numeri e commenti

 

Nella battaglia tra la danese Novo Nordisk e la statunitense Pfizer per l’acquisizione di Metsera, l’ha spuntata il colosso guidato da Albert Bourla, pronto a conquistare il mercato dei farmaci per la perdita di peso e a entrare in diretta competizione con la connazionale Eli Lilly.

TRA I DUE LITIGANTI… HA VINTO PFIZER

Questa mattina Pfizer ha concluso un accordo da 10 miliardi di dollari per acquisire Metsera, sviluppatore statunitense di farmaci contro l’obesità, ponendo fine a una guerra di offerte contro la rivale Novo Nordisk. L’intesa consente al gruppo americano di entrare nel redditizio mercato dei trattamenti anti-obesità, mentre Novo incassa una sconfitta nella competizione con Eli Lilly, già in vantaggio nel segmento.

Secondo Reuters, Metsera ha accettato un’offerta migliorata da Pfizer, citando rischi antitrust negli Stati Uniti legati alla proposta di Novo. Quest’ultima ha confermato il proprio ritiro dalla gara sabato, dopo aver giudicato “superiore” la propria offerta iniziale.

LA RINCORSA A METSERA

Come scritto anche da Start, Pfizer sembrava essersi assicurata l’accordo già a settembre, prima che Novo lanciasse a ottobre un’offerta non sollecitata, che ha innescato la competizione. Ora, stando a Bloomberg, Pfizer pagherà 86,25 dollari per azione, con un premio del 3,69% rispetto alla chiusura di Metsera di venerdì, di cui 65,60 dollari in contanti e fino a 20,65 dollari per azione in ulteriori pagamenti condizionati.

Fonti citate da Reuters hanno descritto l’operazione come una “bolt-on acquisition”, un’acquisizione accessoria e non strategica per Novo: “L’accordo non era una questione di vita o di morte per Novo. È sempre stata un’acquisizione accessoria”, ha commentato una fonte vicina all’azienda.

RISCHI ANTITRUST E REGOLATORI

Nel proprio comunicato, Metsera ha spiegato di aver rifiutato la proposta di Novo a causa di “rischi legali e regolatori inaccettabilmente elevati”, citando una chiamata della Federal Trade Commission (FTC) statunitense.

La FTC aveva infatti avvertito entrambe le società che l’operazione poteva violare le leggi antitrust americane, un rischio che ha spinto Metsera a preferire l’offerta rivista di Pfizer. Il gigante Usa ha dichiarato di essere “lieto di aver raggiunto un accordo” e di aspettarsi di chiudere la fusione dopo l’assemblea degli azionisti di Metsera, fissata per il 13 novembre.

LA REAZIONE DELLA BORSA

Nel frattempo, Bloomberg riferisce che le azioni di Metsera sono crollate fino al 16% nel pre-market di lunedì, a 70,12 dollari, dopo la rinuncia di Novo. Il titolo aveva quadruplicato il proprio valore dall’IPO di gennaio fino alla chiusura della scorsa settimana.

Le azioni di Novo Nordisk, invece, dopo la decisione di abbandonare la sfida sono salite fino al 3,8% a Copenaghen, nonostante abbiano perso oltre il 50% dall’inizio dell’anno. Gli analisti ritengono che gli investitori abbiano accolto positivamente la rinuncia a un’offerta giudicata troppo complessa.

“Sebbene Metsera sia senza dubbio un asset attraente per Novo, sono piuttosto contento che la vicenda sia finita: stava diventando una distrazione per gli investitori”, ha affermato Simon Baker, analista di Rothschild & Co Redburn.

I COMMENTI DEGLI ANALISTI

Sull’acquisizione, Reuters ha raccolto il parere di diversi analisti. Secondo Courtney Breen di Bernstein, il prezzo di 10 miliardi di dollari si basa su ipotesi molto ottimistiche: Pfizer dovrebbe stimare ricavi per 11 miliardi di dollari entro il 2040, quasi il doppio delle attuali proiezioni di Metsera. L’analista ha inoltre segnalato una crescente cautela sul fronte dei prezzi dei farmaci GLP-1, che potrebbero ridurre i margini futuri.

L’agenzia di stampa riporta, tra l’altro, che il consiglio di Metsera ha raccomandato agli azionisti di approvare l’offerta rivista di Pfizer, nonostante l’azienda operi attualmente in perdita e siano previste ulteriori perdite fino alla commercializzazione dei propri farmaci.

L’ex responsabile R&S di Pfizer, John LaMattina, ha paragonato la vicenda alla storica acquisizione di Warner-Lambert nel 2000 per 90 miliardi di dollari, ricordando che anche allora Pfizer puntava su un asset strategico per il futuro: “Anche se questa è un’operazione più piccola, Pfizer deve credere che la pipeline di Metsera sia fondamentale per il suo futuro”.

GOVERNO SOCIETARIO E TENSIONI INTERNE

L’attenzione degli investitori si sposta ora sull’assemblea straordinaria di venerdì, in cui la Fondazione Novo Nordisk, che controlla il 77% dei diritti di voto attraverso Novo Holdings, intende nominare Lars Rebien Sørensen – già presidente della fondazione – anche presidente della società. Il doppio ruolo ha generato preoccupazioni tra i principali azionisti.

La Norges Bank Investment Management, terzo maggiore azionista e più grande fondo sovrano al mondo, ha annunciato che si asterrà dal voto sulla nomina di Sørensen e sugli altri candidati. L’attuale presidente Helge Lund e sei consiglieri indipendenti lasceranno l’incarico dopo divergenze con la fondazione sul ritmo dei cambiamenti interni.

Tuttavia, gli analisti avvertono che il maggiore interventismo della fondazione potrebbe segnare una rottura con la tradizionale politica di non ingerenza e aumentare l’incertezza sulla governance del gruppo.

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