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Europa Germania

Come va (non benissimo) l’economia tedesca

Tutti gli ultimi dati congiunturali della Germania e dell'Eurozona

 

A marzo scorso le vendite al dettaglio in Germania sono diminuite dello 0,2% su mese e del 2,1% su anno. La performance negativa segue al precedente aumento, a febbraio scorso, dello 0,5% su mese e del 4,4% su anno. Gli analisti per marzo prevedevano una riduzione delle vendite più ampia a livello congiunturale (-0,5%), e meno decisa a livello tendenziale (-1,7%).

E’ uno dei dati congiunturali pubblicati oggi in Germania. Ecco tutti i dettagli con i numeri che riguarda anche l’Eurozona.

COME VANNO LE VENDITE AL DETTAGLIO IN GERMANIA

Le vendite al dettaglio in Germania sono diminuite per la prima volta in tre mesi a marzo, sfidando le aspettative di un aumento. Lo indicano i dati dell’Ufficio Federale di Statistica. Le vendite al dettaglio sono diminuite del 2,1% rispetto all’anno precedente a marzo, dopo un aumento del 4,4% a febbraio, che è stato rivisto dal 4,7%. Gli economisti si aspettavano un aumento delle vendite del 2,9%.

I CONFRONTI

L’ultimo calo è stato il peggiore dallo scorso settembre, quando le vendite sono calate del 2,9%. Tra i componenti principali, le vendite di prodotti alimentari sono diminuite maggiormente, del 6,8% all’anno a marzo. Le vendite di generi alimentari, bevande e tabacco sono calate del 5,7%. Le vendite dei supermercati e degli ipermercati sono diminuite del 5,5%.

I DETTAGLI SULL’ANDAMENTO DELLE VENDITE

Le vendite non alimentari sono rimaste invariate rispetto a un anno fa. All’interno di questo le vendite nei grandi magazzini diminuiscono del 5,5%. Le vendite di prodotti farmaceutici e cosmetici sono diminuite del 2,9% e quelle di abbigliamento e calzature dell’1,1%. Le vendite di mobili ed elettrodomestici sono aumentate del 3,5%. Le vendite via Internet e per corrispondenza sono cresciute del 2,4%. Su una base mensile, le vendite al dettaglio sono diminuite in base alla stagione e il calendario corretto dello 0,2% a marzo, invertendo un guadagno dello 0,5% nel mese precedente, che è stato rivisto dallo 0,9%. Gli economisti si aspettavano un calo dello 0,5%.

L’INDICE PMI IN GERMANIA

L’indice Pmi manifatturiero della Germania, calcolato da Ihs Markit, ad aprile è salito leggermente a quota 44,4 da 44,1 di marzo. Il risultato e’ grossomodo in linea con le attese degli analisti che indicavano quota 44,5. Il risultato di aprile si mantiene sotto quota 50, spartiacque tra contrazione ed espansione di un settore economico.

L’indice prodotto da Markit Group e riflette la capacità dell’acquisizione di beni e servizi. Tiene conto di nuovi ordini, produzione, occupazione, consegne e scorte nel settore manifatturiero.

COME VA IL MANIFATTURIERO IN EUROPA

Ad aprile, il settore manifatturiero dell’eurozona rimane fermamente in territorio di contrazione. Dopo le dovute destagionalizzazioni, l’Indice finale Ihs Markit Pmi, ha registrato il valore di 47.9, in leggera salita dal valore più alto in quasi sei anni di marzo di 47.5 e di poco invariato rispetto alla precedente stima flash. Il PmI ha ormai postato un valore al di sotto della soglia critica di non cambiamento di 50.0 per tre mesi consecutivi. In linea con le recenti tendenze, i sotto settori dei beni capitali e intermedi sono rimasti ad aprile le area principali di debolezza. Nonostante aver registrato leggeri miglioramenti nei rispettivi PMI, entrambi i settori sono rimasti fermamente in territori di contrazione. In contrasto, il sotto settore dei beni di consumo ha continuato ad espandersi, riportando una modesta crescita. Analizzando le singole nazioni, la Germania è stata quella a riportare la contrazione maggiore delle condizioni operative e con un notevole margine di differenza. Nonostante Austria e Italia hanno registrato valori al di sotto della soglia di 50.0, i tassi di contrazione segnalati sono stati marginali e di gran lunga più deboli del forte declino tedesco.

CLIMA ECONOMICO EUROZONA

Il clima economico dell’area euro è in parte migliorato. L’indicatore, afferma l’Ifo, è salito da -11,1 a -6,3 punti. Questo miglioramentoè’ stato guidato esclusivamente, afferma una nota, da aspettative meno pessimistiche. Al contrario, la valutazione della situazione attuale si e’ nuovamente deteriorata. Gli esperti prevedono una crescita dell’1,3% per l’anno in corso. Per il prossimo semestre le prospettive sono migliorate in molti Paesi dell’euro, soprattutto in Francia, Belgio e Grecia, ma anche in Germania, Italia e Spagna. Irlanda, Paesi Bassi e Portogallo sono tra i Paesi che segnalano un ulteriore peggioramento delle prospettive economiche. Gli esperti economici sono inoltre meno pessimisti riguardo agli investimenti futuri, ai consumi privati e alle esportazioni. Si aspettano un tasso di inflazione leggermente inferiore all’1,5% per l’anno in corso. La carenza di lavoratori qualificati è il problema più frequentemente citato per l’economia.

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