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Riforma Fisco

Come sarà la riforma Meloni-Leo del fisco, ecco la bozza

Tutti i dettagli sulla bozza di riforma fiscale preparata dal viceministro alle Finanze, Maurizio Leo (Fratelli d'Italia)

 

Tre aliquote Irpef, obiettivo flat tax per tutti entro la fine della legislatura, semplificazione delle aliquote Iva, razionalizzazione degli obblighi di dichiarazione e riordino dei tributi locali. Sono alcune delle linee guida contenute nella bozza di riforma fiscale a cui sta lavorando il governo, che sarebbe intenzionato a portare il testo in Consiglio dei ministri entro marzo.

I TEMPI DELLA RIFORMA DEL FISCO

L’esecutivo di Giorgia Meloni prevederebbe di portare la riforma – curata in particolare dal viceministro alle Finanze, Maurizio Leo di Fratelli d’Italia (nella foto) –  in Parlamento entro maggio, ci sarebbero poi 24 mesi per l’adozione dei decreti delegati dopo il via libera di Camera e Senato.

IL TESTO IN PILLOLE

Il testo in circolazione ipotizza la creazione di tre aliquote Irpef per semplificare il sistema e garantire una riduzione della pressione fiscale. Come obiettivo entro la fine della legislatura c’è la possibilità di adottare la flat tax per tutti, con l’estensione di quella incrementale anche ai lavoratori dipendenti.

I PUNTI SALIENTI DELLA RIFORMA

Il progetto di riforma prevede anche la revisione delle tax expenditures, oggi più di 600 voci, con ipotesi di forfettizzazione per scaglioni di reddito, l’equiparazione della no tax area per lavori dipendenti e pensionati e l’estensione della flat tax incrementale anche ai lavoratori dipendenti.

COSA C’È NELLA BOZZA

Nella bozza della riforma fiscale si parla anche di uno stop graduale dell’Irap, con priorità per le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti. C’e’ poi l’ipotesi di organizzare una nuova Ires a due aliquote, con l’obiettivo di favorire la capitalizzazione delle imprese italiane e premiare chi investe in nuova occupazione e beni strumentali innovativi.

IVA E NON SOLO

Spazio anche alla razionalizzazione del numero e delle aliquote Iva, nonché della disciplina delle operazioni esenti, secondo i criteri Ue per arrivare ad una maggiore omogeneizzazione del trattamento Iva per beni e servizi.

LA DELEGA

La delega, tra le numerose voci, prevede anche un nuovo sistema fiscale per Comuni, Province e Città Metropolitane attraverso un riordino dei tributi locali e la semplificazione degli adempimenti. Possibile l’attribuzione del gettito Imu dei fabbricati D ai Comuni riducendone i trasferimenti erariali.

CHE COSA SI PREVEDE SULL’IRPEF

Per l’imposta sui redditi, la riforma Leo riprende il progetto delle tre aliquote (fin qui i tecnici del Mef hanno studiato in particolare un sistema con 23%, 33% e 43% e un’alternativa più costosa con il secondo scaglione al 27% ma la delega ovviamente non indicherà i valori di cui si dovranno occupare i decreti attuativi). L’obiettivo indicato nella delega è triplice: mantenere fermo “il principio costituzionale della progressività”, “garantire l’equità orizzontale” e semplificare il sistema. L’obiettivo di fondo resta in prospettiva la «transizione del sistema verso l’aliquota impositiva unica», come si legge nel testo dell’articolo 5 del Ddl. Una tassa piatta che avrà comunque un orizzonte più ampio a cui ci si potrà avvicinare se ci saranno i margini fiscali e politici per farlo.

LE NOVITÀ SULL’IRES

Per un’Irpef che riduce gli scaglioni c’è nella riforma un’Ires che si sdoppia. Questo “regime duale” nasce in uno scenario nel quale dal 1° gennaio prossimo è attesa l’entrata in vigore della Global Minimum Tax per limitare l’erosione fiscale delle multinazionali, con un’aliquota al 15% che offre un parametro di riferimento per il nuovo regime. La tassazione alleggerita, spiega la delega, sarebbe riservata alle quote di reddito che l’impresa destina nei due anni successivi agli investimenti in “beni strumentali innovativi o qualificati” e in nuova occupazione. In pratica, si renderebbe strutturale il meccanismo incentivante alla base di Industria 4.0, con lo scopo esplicito di “aumentare l’attrattività” del nostro sistema fiscale e tradurre in pratica il concetto del “chi più assume e investe meno paga” rilanciato a più riprese dalla premier Meloni nell’ultima campagna elettorale. Nella nuova Ires si introdurrà poi un meccanismo a franchigie sulla deducibilità degli interessi passivi, e si rimetterà ordine al regime di compensazione delle perdite fiscali anche per allinearsi ai principi espressi dalla Corte di giustizia.

IL COMMENTO DEL SOLE 24 ORE

“Chi segue le cose fiscali noterà molte somiglianze con i contenuti della delega avviata lo scorso anno dal governo Draghi – ha notato il Sole 24 ore – Vero, perché quando si entra nel merito delle scelte in materie complesse come il fisco le divisioni politiche tendono a sfumare. Ma rispetto all’ultimo tentativo, la riforma coordinata dal viceministro alle Finanze Maurizio Leo presenta tre importanti differenze: manca l’intervento sul Catasto, che aveva fatto alzare le barricate alla destra, e la maggiore compattezza della maggioranza permette al governo di entrare nei dettagli e di provare anche scelte politicamente difficili come quella sul taglio delle tax expenditures, su cui l’ultima delega era invece rimasta sul vago nel tentativo di non accendere conflitti fra i già riottosi alleati di governo. E soprattutto siamo a inizio legislatura, aspetto non secondario quando si mette mano a un percorso lungo come una riforma fiscale”.

BOZZA: IL TESTO INTEGRALE DELLA DELEGA AL GOVERNO PER LA RIFORMA FISCALE

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