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Rigidità Fordiste

Come rimuovere le vecchie rigidità fordiste?

Chi c'era e che cosa si è detto al Forum annuale dedicato alla “grande trasformazione del lavoro” promosso dal laboratorio torinese JobLab di Beppe Garesio. Il Canto Libero di Sacconi

 

Si è concluso ad Alba il terzo Forum annuale dedicato alla “grande trasformazione del lavoro” promosso dal laboratorio torinese JobLab di Beppe Garesio. L’“ambiente” che si è riunito in una delle capitali della gastronomia italiana può essere definito “riformista”, nel senso che si tratta per lo più di persone formatesi nel solco degli insegnamenti di Marco Biagi.

Questa edizione ha preso avvio con una introduzione sulla  agenda delle politiche del lavoro e con una ricca ricerca di Adapt sulla crisi dell’offerta in Italia determinata, come è noto, dal declino demografico e dal mismatch delle competenze. Oltre naturalmente a quella perdita del senso del lavoro che concorre a spiegare l’abnorme dimensione degli “inattivi”, stabili da tempo al 33%.

Al Forum hanno partecipato, tra gli altri, esperti come il prof. Giuseppe Bertagna pedagogista del lavoro, il prof. Guido Saracco, già rettore del Politecnico di Torino, il prof. Paolo Feltrin analista dei corpi intermedi, i prof. Mariano Corso e Fabio Pammolli del Politecnico di Milano, Stefano Parisi già DG di Confindustria, Luca Dal Fabbro presidente di Iren, Emmanuele Massagli presidente della Fondazione Tarantelli, i ministri Gilberto Pichetto Fratin e Paolo Zangrillo, l’on. Lorenzo Malagola, Mauro Nori capo gabinetto del ministro del Lavoro, Gianni Bocchieri dirigente generale del ministero delle Regioni, numerosi manager responsabili per le risorse umane di aziende grandi e medie.

I temi analizzati hanno riguardato in particolare l’impatto dell’intelligenza artificiale generativa sull’organizzazione delle imprese, il coinvolgimento dei lavoratori nella vita aziendale, i modi con cui garantire percorsi educativi e formativi efficaci, il rinnovamento delle associazioni di tutela e rappresentanza.

Nel complesso i lavori hanno consentito di evidenziare il profondo divario tra le politiche e le regole del lavoro, definite per lo più negli anni ‘70 del secolo scorso, e il tumultuoso, per molti aspetti imprevedibile, cambiamento in corso. Uno iato che, citando l’episodio evangelico del vino nuovo incompatibile con le botti vecchie, rischia di intrappolare la crescita italiana perché il Paese sarebbe incapace di rimuovere le vecchie rigidità fordiste.

Il messaggio lanciato da Alba invita invece i decisori e i rappresentanti dei corpi sociali a prendere decisioni, a non avere paura, a confidare nella tempestività degli esiti positivi di scelte discontinue.

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