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Come e perché la Cina blinda Alibaba e ByteDance da capitali Usa

Dal 15 febbraio il regolatore cinese del cyberspazio implementerà nuove regole di sicurezza informatica. Ecco che cosa ha previsto la Cina per giganti come Alibaba e ByteDance

 

La Cyber Administration of China (Cac), il regolatore cinese del cyberspazio, ha fatto sapere che dal prossimo 15 febbraio implementerà insieme ad altre autorità nazionali nuove regole di sicurezza informatica.

L’obiettivo ufficiale è quello di proteggere la sicurezza nazionale, quello ufficioso disincentivare le big tech cinesi a cercare capitali all’estero. Soprattutto negli Stati Uniti.

COSA PREVEDE LA STRETTA DI PECHINO

Le nuove norme, in vigore dal prossimo mese, prevedono che le platform companies – come il gigante dell’e-commerce Alibaba e ByteDance (TikTok) – che possiedono i dati di più di 1 milione di utenti si sottopongano a un severo controllo di cybersicurezza prima di quotare le loro azioni all’estero.

In caso di possibile compromissione della sicurezza nazionale, non verrebbero autorizzate a sbarcare su altri mercati. Né ByteDance né Alibaba hanno risposto alla richiesta di un commento da parte di Reuters.

COME SI GIUSTIFICA LA CINA

“Con le quotazioni in Borsa c’è il rischio che le infrastrutture informative strategiche, i dati importanti o una grande quantità di informazioni personali possano essere colpiti, controllati o utilizzati in modo improprio da governi stranieri”, ha detto la Cac in una dichiarazione riportata da Reuters, ribadendo una preoccupazione già segnalata a luglio quando i cambiamenti erano stati proposti per la prima volta.

UNA NORMA CHE CORREGGE IL PASSATO O SOLO IL FUTURO?

Le nuove regole, precisa l’agenzia di stampa, non hanno specificato se i cambiamenti previsti sono retroattivi. “Se questo non è retroattivo, allora colpirebbe solo gli aspiranti alla quotazione e non le aziende già quotate. Detto questo, le aziende in quest’ultimo campo hanno già molte idee”, ha detto Justin Tang, capo della ricerca asiatica presso il gruppo di investimento United First Partners a Singapore.

ANCORA PIÙ CONTROLLI SUGLI ALGORITMI

In un’altra dichiarazione, prosegue Reuters, il regolatore ha detto che avrebbe anche implementato nuove regole il 1° marzo sull’uso degli algoritmi di intelligenza artificiale che suggeriscono contenuti online.

L’obiettivo, anche in questo caso, è controllare gli editori che usano tale tecnologia per diffondere informazioni. Le regole daranno agli utenti che lo vorranno il diritto di disattivare il servizio.

NON UNA NOVITÀ

La mossa della Cac è solo l’ultima di una serie di cambiamenti normativi che la Cina sta mettendo in campo da diverso tempo. Arriva infatti dopo l’approvazione della legge sulla sicurezza dei dati che riguarda l’archiviazione dei dati stessi e quella sulla protezione delle informazioni personali in merito alla riservatezza dei dati.

Cambiamenti che, riferisce Reuters, durante l’anno scorso che hanno smorzato l’appetito delle aziende di quotarsi all’estero, ma i banchieri sperano che le nuove regole forniscano più chiarezza nel 2022.

SILENZIO STAMPA SU HONG KONG

Non c’è stata nessuna menzione per i collocamenti a Hong Kong. La Cac, infatti, a differenza di quanto accaduto in annunci passati, non ha specificato se le regole si applicheranno alle aziende che cercano di quotarsi a Hong Kong, considerandola di fatto territorio della Cina.

“Hong Kong viene trattata come parte della Cina, offshore anche se non è un mercato straniero, e questo spiana la strada a più accordi per tornare a Hong Kong”, ha detto a Reuters un banchiere di un’istituzione occidentale. Andando quindi a scapito dei listini Usa.

COME HA REAGITO LA BORSA

Le novità in arrivo e il dubbio se queste avranno valenza retroattiva, hanno pesato sull’indice che traccia il settore, l’Hang Seng Tech Index che, scrive Milano Finanza, “ha ceduto oltre l’1%, mentre l’indice principale ha chiuso leggermente sopra la parità (+0,06%)”.

“Emblematico – prosegue – il fatto che il titolo di Hong Kong Exchanges and Clearing, l’operatore della borsa della città-stato, sia calato dell’1,1%, dopo essere sceso fino al 2,4% in seguito all’annuncio. L’indice Star 50 di Shanghai, l’equivalente cinese del Nasdaq, ha perso il 2,4%, mentre il listino delle start-up Chinext di Shenzhen ha ceduto il 2,2%”.

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