I prezzi dell’olio di cocco stanno registrando aumenti significativi in Asia, con l’India in testa per consumi e rincari. L’impennata è attribuita a un forte squilibrio tra domanda e offerta, dovuto a eventi climatici estremi, infestazioni, scarsità di varietà produttive e raccolti anticipati per soddisfare la richiesta di acqua di cocco. Gli effetti si estendono anche ai derivati del cocco e ai settori cosmetico e alimentare, coinvolgendo produttori, esportatori e consumatori in tutto il mondo.
AUMENTO DEI PREZZI E CAMBIAMENTI NEL CONSUMO
Negli ultimi due anni, Reuters afferma che i prezzi dell’olio di cocco in India sono triplicati, raggiungendo un record di 423.000 rupie (circa 4.840 dollari) per tonnellata metrica. A livello globale, le quotazioni hanno toccato i 2.990 dollari a tonnellata. Il rincaro ha portato molti consumatori a ridurre l’uso quotidiano di olio di cocco, riservandolo solo a ricette dove il suo sapore è considerato insostituibile. In alternativa vengono scelti oli vegetali più economici, come quello di girasole.
La International Coconut Community (ICC), che raccoglie un gruppo di paesi produttori, ha dichiarato che la domanda in aumento, a fronte di una produzione limitata, farà mantenere i prezzi globali nella seconda metà dell’anno tra i 2.500 e i 2.700 dollari, ben al di sopra dei circa 1.000 dollari del 2023. E anche un calo sotto i 1.800 dollari a tonnellata nei prossimi due anni sembra improbabile.
LE CONDIZIONI METEOROLOGICHE NON AIUTANO
La produzione di olio di cocco è in declino in diverse aree del Sud-est asiatico e dell’India, a causa di periodi di siccità prolungati, alte temperature e piogge torrenziali. Il fenomeno climatico El Niño ha ulteriormente aggravato la situazione, riducendo i raccolti nel 2023, con effetti visibili solo nel 2024, poiché le noci di cocco richiedono circa un anno per maturare. L’invecchiamento delle piante, la carenza di varietà migliorate e la limitata attività di ripiantumazione hanno contribuito al calo produttivo.
Secondo Oil World, la produzione globale di olio di cocco nel periodo 2024/25 dovrebbe ridursi del 2,5% su base annua.
EFFETTO PANDEMIA
Durante la pandemia, il crollo della domanda ha portato a un abbassamento dei prezzi, scoraggiando gli investimenti e spingendo molti agricoltori ad abbandonare le coltivazioni. Quando la domanda è tornata a crescere, anche grazie alla popolarità dei benefici per la salute dell’acqua di cocco – diventati virali sui social media -, la produzione non era pronta a soddisfare il mercato. La raccolta anticipata delle noci, destinata a ottenere acqua, ha ulteriormente ridotto la disponibilità di frutti maturi per la produzione di olio e copra, ovvero la polpa essiccata della noce di cocco, che serve all’estrazione dell’olio.
Nel 2024, nell’Unione europea le importazioni di olio di cocco sono diminuite dell’8,6%, scendendo a 885.735 tonnellate, a causa delle difficoltà di approvvigionamento, mentre negli Stati Uniti l’olio di cocco ha registrato una crescita del 18,4% nei volumi e del 36,7% nel valore.
LE CONSEGUENZE SUI PRODOTTI DERIVATI…
L’aumento dei prezzi colpisce anche altri prodotti derivati dal cocco, come copra, latte, polvere e cocco verde. L’industria cosmetica, che utilizza l’olio di cocco per l’elevato contenuto di acido laurico, registra pressioni sui costi. Aziende del settore affermano di essere costrette a ritoccare i prezzi quasi ogni mese per mantenere le forniture, pur rischiando di scontentare i clienti.
…E SUL MERCATO
L’olio di cocco ha raggiunto un divario record rispetto all’olio di semi di palma (o di palmisto), superando i 1.000 dollari per tonnellata, rispetto ai 100-200 dollari abituali. Anche l’olio di semi di palma ha registrato un incremento del 30% nel 2025. Un eventuale spostamento massiccio verso oli alternativi come palma, soia o girasole potrebbe generare pressioni al rialzo anche su questi prodotti.
GLI EFFETTI SULLE ESPORTAZIONI
Nonostante l’aumento della domanda, secondo Reuters, le esportazioni indonesiane di olio di cocco sono diminuite del 15% nei primi sei mesi del 2025. In compenso, sono cresciute le spedizioni di noci intere, cocco grattugiato e gusci. Alcune associazioni del settore, in Indonesia, hanno richiesto una sospensione temporanea delle esportazioni per stabilizzare i prezzi interni. In India, le organizzazioni di categoria hanno sollecitato il governo ad alleggerire le restrizioni sulle importazioni, attualmente soggette a dazi superiori al 100% e a rigidi controlli.
Nelle Filippine invece, nel 2024, le esportazioni di olio di cocco hanno registrato un’importante ripresa, con un aumento del 51%, raggiungendo il record storico di 1,64 milioni di tonnellate metriche.
PREVISIONI INCERTE
In risposta all’impennata dei prezzi, gli agricoltori stanno ampliando le piantagioni. La forte domanda ha esaurito le scorte di piantine nei vivai statali indiani. Tuttavia, i nuovi alberi impiegano almeno 4-5 anni per entrare in produzione, rendendo improbabile un’immediata inversione di tendenza nei prezzi.