Partendo dagli Stati Uniti, l’indice di fiducia dell’Università del Michigan per ottobre è risultato superiore alle attese (55 contro 54), mentre tutte le pubblicazioni di dati economici federali sono rinviate fino alla fine dello shutdown. La notizia più rilevante per i mercati è stata l’introduzione di nuovi dazi del 100% sulle importazioni dalla Cina a partire dal 1° novembre, in risposta al restringimento delle esportazioni di terre rare. Come sempre, ci sono molte incertezze sull’impatto dei dazi su inflazione e crescita negli USA.
Sul fronte geopolitico, Israele e Hamas hanno raggiunto un accordo per una prima fase di cessate il fuoco a Gaza. Il rendimento del Treasury USA ha iniziato la settimana al 4,15% e ha chiuso al 4,03% (-12 punti base). I tassi reali a 10 anni sono scesi all’1,70% (-10 pb), mentre i tassi di break-even hanno chiuso leggermente in calo al 2,32% (-2 pb). Guardando alla forma della curva USA, il differenziale 2s30s è sceso a 111 pb (-4 pb). Il mercato continua a prezzare due tagli dei tassi da parte della Fed, in ottobre e dicembre. Più complesso prevedere cosa accadrà nel 2026, poiché lo scenario economico potrebbe riaccelerare grazie a condizioni finanziarie favorevoli, maggiore deregolamentazione, stimoli fiscali e forti investimenti in AI; tuttavia, la reazione della Fed potrebbe cambiare a causa di pressioni politiche. Manteniamo una posizione neutrale sui tassi USA.
Passando all’Eurozona, gli eventi principali della settimana riguardano la crisi politica francese. Dopo le dimissioni del Primo Ministro Sébastien Lecornu lunedì 6 ottobre, il presidente francese lo ha rinominato primo ministro venerdì 10 ottobre. Il calendario prevede: il 14 ottobre il discorso programmatico di insediamento di Lecornu; il 15/16 ottobre probabili voti di sfiducia (ce ne potrebbero essere diversi: LFI ne presenterà uno lunedì, mentre altri come i Verdi e forse i Socialisti potrebbero attendere il discorso prima di decidere). La soluzione dell’impasse politico è difficile, ma in caso di compromesso lo spread dovrebbe trovare un tetto a 90 pb. In caso di scioglimento del parlamento e elezioni anticipate, o peggio elezioni presidenziali anticipate, non si possono escludere livelli superiori ai 90 pb. La posizione difensiva sui titoli francesi è confermata.
I rendimenti del Bund hanno chiuso la settimana in calo al 2,64% (-7 pb), i tassi reali a 10 anni sono scesi allo 0,65% (-7 pb), i tassi di break-even a 10 anni sono rimasti stabili all’1,77%, così come le aspettative di inflazione 5Y5Y al 2,08%. Il differenziale 2s30s tedesco ha chiuso a 126 pb (-2 pb). Lo spread transatlantico ha chiuso in calo a 139 pb (-4 pb). Lo spread BTP/Bund a 10 anni è rimasto invariato a 80 pb, mentre lo spread OAT/Bund a 10 anni è sceso di 2 pb a 83 pb.
Nei prossimi mesi, l’inflazione nell’Eurozona potrebbe rimanere sui livelli attuali, ma potrebbe scendere nei primi mesi del 2026, portando l’inflazione core verso il 2,0%, grazie agli effetti base. Eventuali sorprese al ribasso rappresenterebbero una sfida più seria per la posizione attuale della BCE secondo cui “la politica è in una buona posizione”. Questa visione è ampiamente condivisa tra i membri della BCE, come riflesso nei loro recenti interventi, e ha contribuito a una volatilità realizzata eccezionalmente bassa nella parte anteriore della curva dei rendimenti.
Manteniamo una posizione neutrale sui rendimenti tedeschi, che potrebbero continuare a muoversi nel range 2,6% – 2,8%, ma con un rischio al rialzo considerando le prospettive economiche positive. I portafogli confermano una duration marginalmente lunga in termini relativi. Il posizionamento sarà gestito tatticamente nei prossimi giorni, con deviazioni più ampie se i tassi tedeschi si muoveranno fuori dal range osservato nelle ultime settimane.
I titoli italiani continuano a essere sovrappesati, con un sottopeso significativo sugli OAT francesi. Le esposizioni su Spagna e Grecia sono state leggermente aumentate. L’esposizione sulla curva dei rendimenti continua a favorire il segmento 3–10 anni, mentre il sottopeso sul segmento 15–30 anni è stato leggermente ridotto.