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Visco

Vi racconto i sussurri di Visco ai banchieri dell’Abi

L'intervento del governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, all’assemblea annuale dell’Associazione bancaria italiana (Abi) commentato da Giuseppe Liturri

 

Numerosi i passaggi degni di nota nell’intervento del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, all’odierna assemblea annuale dell’Associazione bancaria Italiana (Abi).

1) Dopo mesi di terrorismo mediatico sul “rischio” costituito dai titoli di Stato in portafoglio alle banche, Visco ammette con candore che buona parte della redditività del primo trimestre è stata costruito proprio sugli utili da negoziazione di questi titoli, che hanno beneficiato di una riduzione dei tassi e quindi di un aumento dei prezzi.

2) Sul fronte della qualità del credito ci sono solo lievi segnali di deterioramento, attutiti soprattutto dalle moratorie in corso.

3) Anche Visco ripropone la necessità per le banche di distinguere tra imprese che possono sopravvivere a questa crisi e quelle che non ce la faranno. Resta da comprendere come sia possibile anche solo introdurre un tema del genere in questo momento. Quando in seguito ad un duplice terremoto sia sul fronte della domanda che dell’offerta, è ragionevolmente impossibile applicare i consueti criteri di valutazione sulla continuità aziendale. Come è possibile considerare un’azienda decotta un albergo di Roma o di Firenze a cui hanno tolto per decreto i clienti per quasi un anno e mezzo?

4) Non poteva mancare il ritornello contro le banche piccole, “modello” di inefficienza e caratterizzate da un livello insostenibile di costi operativi. La ricetta è sempre quella: riduzione del personale o integrazione con altre banche. O lo capiscono con le buone o interverrà Bankitalia con “misure a tutela dei depositanti”. Resta da capire come sia possibile che in Germania, la miriade di minuscole Sparkassen e Landesbanken riescano a sopravvivere. Sarà perché sono fuori dalla vigilanza di Francoforte?

5) Scopriamo che esiste uno schema di aiuti di Stato previsto dal decreto Rilancio del 2020 per banche fino a 5 miliardi di attivi, le cui condizioni ne rendono l’utilizzo “complesso e incerto”. Quando pensano di renderlo utilizzabile? A novembre, quando sarà scaduto?

6) Visco passa in rassegna anche i rapporti con i due grandi gruppi del mondo delle BCC e magnifica il ruolo di “ammortizzatore” di Bankitalia rispetto alla rigidità ed agli automatismi della vigilanza BCE. Onestamente avremmo preferito fare a meno di questo ruolo di supplenza non richiesto.

7) Il governatore non si sottrae nemmeno alla consueta sviolinata per mostrare la sensibilità al tema del cambiamento climatico: una moda istituzionale del momento, anche a Palazzo Koch.

8) A proposito della fase finale dei negoziati per Basilea 3, Visco annuncia la ripresa dei negoziati opportunamente sospesi per la pandemia, ed esprime “rammarico” per l’assenza del “salto di qualità” su questo fronte. Così come sul fronte delle procedure per la risoluzione delle crisi delle banche di minori dimensioni, la cui assenza ha provocato i disastri che ben ricordiamo tra 2015 e 2016 (dalle quattro banche, fino a Popolare Vicenza e Veneto Banca). Anziché baloccarsi con il cambiamento climatico, l’unione bancaria incompleta per via dello stallo sul fondo comune di garanzia dei depositi sarebbe uno dei temi su cui lottare in Europa, per i quali il “rammarico” non basta.

Così è (se vi pare).

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