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Che cosa è successo al nuovo Btp a 30 anni. Fatti, commenti e analisi

Oltre 41 miliardi di euro. È la domanda record riscontrata ieri dal nuovo Btp a 30 anni. La più alta da sempre per questa scadenza. Ecco tutti i dettagli.

Il ministero del Tesoro ieri ha portato a termine il collocamento dei titoli di stato annunciato martedì, con l’emissione di 8 miliardi di euro di Btp in scadenza nel primo settembre 2049.

Il Mef ha fissato il prezzo di collocamento del Btp 30 anni a 99,594, con un rendimento del 3,91%. La cedola è del 3,85%. L’operazione, che ha coinvolto circa 400 investitori istituzionali, è stata affidata a Banca Imi, Bnp Paribas, Crédit Agricole, Deutsche Bank e Goldman Sachs.

IL COMMENTO DEL SOLE 24 ORE

“Sull’onda del successo del collocamento del BTp a 15 anni di tre settimane fa il Mef ha concesso ieri il bis, in maniera non del tutto attesa ma con un risultato simile, anzi sotto certi aspetti forse perfino migliore. Sul mercato è infatti finito il nuovo benchmark a 30 anni, che è andato addirittura oltre il risultato già da primato di metà gennaio raccogliendo richieste superiori ai 41 miliardi di euro: oltre 5 volte gli 8 miliardi effettivamente emessi”, ha commentato il Sole 24 Ore.

L’ANALISI DI UNICREDIT

L‘annuncio del collocamento, spiegano gli strategist di Unicredit, «è stata una sorpresa, dato che» il Mef «ha emesso un titolo a 15 anni solo due settimane fa». Tuttavia, proseguono gli esperti, la decisione «indica la volontà del Ministero di approfittare dell’attuale contesto favorevole per proseguire il suo progetto di allungamento della durata media del debito», riporta Mf/Milano Finanza.

I RISCHI PER IL FMI

I rischi dell’Italia sono stati ieri sottolineati anche dal Fondo monetario internazionale (Fmi). Il debito elevato comporta infatti il pericolo che una situazione di «acuto stress in Italia possa spingere i mercati globali in territori inesplorati». I funzionari hanno sottolineato inoltre come questa eventualità potrebbe verificarsi con «un taglio del rating a junk, senza precedenti» per un Paese con un debito di tale portata (vedi box in questa pagina).

IL GIUDIZIO DI BANCA IMI

«I primi mesi dell’anno sono tradizionalmente importanti per il funding dei governi in quanto si concretizza un’elevata domanda da parte di investitori istituzionali che implementano le proprie strategie di investimento», ha sottolineato al Sole 24 Ore Stefano Inguscio, responsabile desk emissioni governative di Banca Imi, ricordando come sul mercato primario si siano in queste settimane affacciate anche Spagna, Belgio, Austria, Grecia e Finlandia. «Sull’Italia in particolare, anche dopo l’emissione del BTP a 15 anni l’interesse degli investitori è proseguito, spostandosi soprattutto verso la parte più lunga della curva dei titoli di Stato», ha aggiunto Inguscio, facendo soprattutto riferimento ad assicurazioni, fondi pensione e asset manager.

LE PREVISIONI

L’Italia è ancora motivo di preoccupazione per i mercati finanziari, confermano gli analisti di Société Générale ma, grazie a un approccio più aperto del governo nei confronti dell’Unione europea, il mercato obbligazionario resta interessante per gli investitori.

LO SCENARIO

A livello operativo, gli strategist di Unicredit si aspettano invece che in futuro «lo spread con Btp/Bund si allarghi. Posizionarsi sulla parte a lunghissima scadenza della curva dei rendimenti può essere quindi una valida tattica difensiva». In questo scenario l’emissione del Btp a 30 anni «supporta questa strategia», visto che «la pressione delle nuove offerte sulla parte a lunga scadenza della curva italiana sarà molto ridotta», aggiungono gli esperti.

IL REPORT DI ANIMA

Gli specialisti di Anima sono neutrali sui Btp. E, a loro parere, in Europa i rendimenti dei Bund riflettono i timori che i rischi globali possano tradursi in un significativo rallentamento dell’economia, riporta Mf/Milano Finanza. «Pertanto, per quanto riguarda i titoli governativi core, il nostro giudizio resta tatticamente neutrale ma strategicamente negativo» spiegano i gestori. Anche sull’Italia la view è neutrale. «Da un mese e mezzo a questa parte il Btp si sta comportando in modo più costruttivo, ma gli elementi di incertezza che avevano riportato volatilità sono presenti e in alcuni casi si stanno accentuando» concludono i money manager.

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