FT: fusioni e acquisizioni hanno raggiunto un massimo storico per numero e valore. Buona notizia per le banche d’investimento, che hanno migliorato i loro conti grazie alle commissioni guadagnate su queste operazioni, e per i loro dirigenti le cui paghe beneficeranno di lauti bonus. Un po’ meno positivo l’effetto sulla concorrenza (che si riduce ad ogni fusione) e la democrazia (che si indebolisce ogni volta che gruppi di affaristi aumentano il loro potenziale di pressione sulle istituzioni e sui media.
Queste operazioni portano anche (generalmente) ad un annacquamento dei valori di bilancio attraverso la rivalutazione delle poste degli enti acquisiti e la “creazione” (contabilità creativa e innovazione finanziaria) di pseudo-attivi (avviamenti e altri intangibili) che nascondono la vera entità dei patrimoni netti.
Pertanto, sarebbero buone politiche quelle volte a difendere la concorrenza sui mercati e quelle dirette a ristabilire una trasparenza dei documenti contabili che manca ormai da troppo tempo.
C’è nuovo lavoro per Governi e vigilanti: saranno all’altezza?