Illustre sig. Ministro,
torniamo a scriverLe dopo la lettera del 16 aprile u.s. nella quale Le avevamo esplicitato le motivazioni che avevano indotto la scrivente Confederazione a non siglare l’ipotesi di accordo di contratto collettivo nazionale quadro per la definizione dei comparti e delle aree di contrattazione collettiva nazionale (2019-2021) con Aran.
Le avevamo espresso in quell’occasione il nostro apprezzamento per le linee programmatiche da Lei presentate nelle sedi istituzionali, ma Le avevamo anche “sollecitato una rapidissima apertura della tornata contrattuale 2019-21 per tutti i lavoratori pubblici, compresi i dirigenti pubblici in particolar modo di quelle categorie che da oltre un anno sono in prima linea nella lotta all’emergenza sanitaria, sanità e scuola, che insieme alle forze dell’ordine hanno contribuito a garantire la coesione sociale, evitando pericolose disaggregazioni”.
Queste le parole con le quali Le avevamo rivolto un appello sentito e preoccupato per la situazione del nostro Paese.
Desideriamo ringraziarLa dell’impegno profuso nell’azione rinnovatrice della Pubblica Amministrazione, che sarà la chiave di volta per la realizzazione del Pnrr.
La ringraziamo per aver accolto in parte le nostre richieste sul rinnovo dei contratti pubblici. In questi giorni sono stati convocati i tavoli per il rinnovo dei contratti del personale del comparto sanità, vigili del fuoco e prefetti, dopo che erano stati sbloccati quelli delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate.
Constatiamo però con delusione che sono esclusi al momento dal rinnovo i dirigenti pubblici (in particolar modo i medici) ed i professionisti.
L’elemento ostativo è costituito dall’ennesimo rinvio della definizione della composizione delle aree dirigenziali contenuto nel contratto quadro sottoscritto con Aran martedì 3 agosto e che Confedir non ha firmato. Tutto ruota, come Lei ben sa, intorno alla questione del comma 687 della Legge di bilancio n. 145/2018, che colloca giustamente il personale dirigenziale PTA (la dirigenza professionale, tecnica ed amministrativa del Servizio sanitario nazionale) nell’Area Sanità.
Sono trascorsi oltre due anni dall’apertura delle trattative, anni in cui alcune Organizzazioni sindacali hanno inutilmente cercato di far emendare il comma 687, anche recentemente presentando emendamenti ad alcuni decreti – legge in materia di salute, che nulla hanno a che vedere con la futura contrattazione collettiva nazionale. In tali proposte emendative si ravvisa una palese violazione del principio di omogeneità tra decreto-legge e legge di conversione con emendamenti di cui all’art 77 Cost., ed un “uso improprio” del potere parlamentare di conversione che determina un vizio di legittimità costituzionale, così come affermato dalla Consulta in diverse sentenze (n. 22 del 2012 e n. 2 del 2016).
Dopo il recente monito del Presidente della Repubblica contro “l’uso improprio” del potere parlamentare di conversione contenuto nella lettera al Parlamento e al Governo in occasione della promulgazione del decreto “sostegni bis”, ci chiediamo che cosa altro dobbiamo attendere?
Sig. Ministro, Lei ha affermato che “La nuova Pubblica amministrazione ha bisogno di un alto tasso di innovazione e i contratti sono la linfa del cambiamento, oltre che un doveroso riconoscimento ai ‘volti della Repubblica’, la nostra prima barriera contro la pandemia”.
Le rivolgiamo allora una domanda ma “tra i volti della Repubblica’, la nostra prima barriera contro la pandemia” non ci sono forse i medici? Se sì, non è dunque doveroso procedere con il rinnovo anche del loro contratto di lavoro?
Da più parti ci è stato obiettato che manca l’atto di indirizzo per il rinnovo del contratto dei medici, ma come può essere emanato da parte datoriale un atto se ancora non è stato individuato il personale dell’Area interessata dal rinnovo contrattuale?
130.000 dirigenti sanitari (medici e non) dell’Area Sanità sono dunque ostaggio di uno stallo delle trattative per la definizione della composizione delle aree contrattuali che impedisce il rinnovo del loro contratto di lavoro.
Riteniamo che sarà difficile attrarre i talenti migliori nella dirigenza pubblica, tra le alte professionalità, se lo Stato persevera a rinnovare i contratti della dirigenza a scadenza avvenuta, contratti che devono valorizzare i dirigenti ed i professionisti quali soggetti a cui è affidata la piena responsabilità dell’imparzialità, della legalità, dell’economicità e del buon andamento della Pubblica Amministrazione e che nella lotta alla pandemia non si sono risparmiati, in alcuni casi sacrificando anche la propria vita per il bene altrui.
Chiediamo, pertanto, per le motivazioni esposte un intervento urgente del sig. Ministro affinché venga risolta la situazione sopra descritta e si possa procedere al rinnovo dei contratti anche della dirigenza pubblica.
Nel ringraziarLa per la cortese attenzione auspichiamo altresì un possibile incontro e cogliamo l’occasione per augurarLe buon lavoro.
Cordiali saluti.
Il Segretario Generale
Prof. Michele Poerio