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Carige

Carige, ecco i passi obbligati della Bce imposti a Modiano e Innocenzi

Che cosa succederà ora in Carige con il nuovo vertice Modiano-Innocenzi? Parla Scozzari, giornalista di economia e finanza a Business Insider Italia, autrice de “La vera storia della Carige di Genova”.

Che cosa succederà ora in Carige? Ovvero: che cosa cambierà per la banca ligure con la vittoria in assemblea della lista presentata dalla famiglia Malacalza che ha sconfitto quella di Raffaele Mincione? Che cosa ha già chiesto da tempo la Bce all’istituto di credito? E quali gruppi bancari potrebbero essere interessati a rilevare Carige?

Ecco tutte le risposte e gli scenari su Carige in questa conversazione di Start Magazine con Carlotta Scozzari, giornalista di economia e finanza, già a Finanza&Mercati, a Repubblica, alMessaggero e ora a Business Insider Italia.

Scozzari tra l’altro segue da tempo le vicissitudini di Carige e ha anche scritto l’anno scorso il libro “La vera storia della Carige di Genova”.

Scozzari, in assemblea è stato sconfitto più l’ex ad, Paolo Fiorentino, o il socio Raffaele Mincione?

Direi entrambi in eguale misura, visto che ormai da mesi le loro idee sulla ristrutturazione della banca coincidevano. Certo, Fiorentino era in Carige da più tempo, per quanto comunque non troppo per un amministratore delegato…

Che cosa cambierà per Carige dopo il ribaltone al vertice? Come si muoveranno ora Modiano e Innocenzi?

La principale preoccupazione di Modiano e Innocenzi, in questo momento, credo sia mettere a punto il nuovo piano richiesto dalla Bce entro novembre per rimettere a posto la situazione patrimoniale prima della fine dell’anno, cioè praticamente in appena tre mesi.

Quali azioni sono prevedibili visto il pressing della Bce? Che cosa significa in concreto adeguare i requisiti patrimoniali come chiede Francoforte alla Carige?

Le soluzioni non sono molte: o si riescono a collocare obbligazioni subordinate per almeno 200 milioni, ma Fiorentino ci stava già provando da inizio anno, per un ammontare un po’ più alto, e non ha mai trovato investitori; o si spinge sulle cessioni, ma ormai resta poco da vendere e a riguardo il primo socio Malacalza ha sempre mostrato scetticismo; o si fa l’ennesimo aumento di capitale, che però sarebbe il quarto nel giro di cinque anni. Infine, ultima spiaggia: si fa confluire Carige all’interno di un gruppo bancario più grande.

Ma finora sulla fusione Malacalza non frenava?

Ha sempre frenato, ma a un certo punto non posso escludere che il primo socio si possa trovare alle strette, con poche altre alternative, non necessariamente preferibili.

Il legale di Malacalza, Francesco Gatti, ha paventato “il rischio” della “liquidazione” della banca “se la fusione fallisce”. Concorda?

È uno scenario possibile. Ma una fusione non è detto che fallisca. Forse potrebbe concretizzarsi a prezzi e ordini di grandezza poco graditi a Malacalza, ma credo sia un’altra questione.

Mps, Banco Bpm o Bnp nel futuro di Carige?

Tutto è possibile. C’è chi aggiunge anche Intesa Sanpaolo e Unicredit, ma davvero non sono in grado in questo momento di stabilire quale banca possa essere la più probabile. Anche Innocenzi e Modiano, che si sono appena insediati, dovranno comunque valutare la situazione. Ci vorrà un po’ di tempo, ma in realtà ce n’è pochissimo. Certo, a meno che il nuovo management non chieda e ottenga dalla Bce almeno qualche mese in più per sistemare la situazione patrimoniale…

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