“Il governo ha una posizione chiara, ha chiesto più volte al sistema calcistico al massimo livello di presentarci un piano industriale organico per capire come poter intervenire a supporto, perché non abbiamo nessuna intenzione e nessun interesse di mortificare il calcio e la Serie A in particolare», ha anche detto il ministro dello Sport e i Giovani, Andrea Abodi, a margine degli Stati generali dei consulenti del lavoro. In particolare, ha spiegato che la Serie A «riteniamo sia anche il motore economico di un sistema su un doppio livello, quello della mutualità di sistema – visto che la serie A dà 130 milioni all’anno al resto del sistema calcistico – e per il grande contributo – più del 50% – al finanziamento pubblico allo sport in via indiretta. Saremmo autolesionisti se noi penalizzassimo il motore». Tuttavia, ha continuato Abodi, «per aiutare il motore dobbiamo avere una rappresentazione completa di ciò che questo sistema vuole fare, che non è soltanto la rappresentazione di sistema su cui si sta impegnando la Federazione insieme alle leghe ma anche il piano industriale della Serie A». Su questo piano, ha proseguito il ministro, «sono a buon punto, ci sono tanti obiettivi da perseguire insieme, non vorrei entrare nel merito del singolo elemento (richieste delle società di poter tornare a essere sponsorizzate da aziende di scommesse, ndr) anche se il tema – non tanto della pubblicità – ma il tema della partecipazione alla catena del valore della raccolta delle scommesse sportive da parte degli organizzatori in senso generale – non solo nel calcio – è un tema all’ordine del giorno che vogliamo affrontare. Penso che la nostra responsabilità è quella di analizzare gli impatti delle norme che vogliamo promuovere. La lega e la Federcalcio ci aiuteranno a capire come poter dare un sostegno che consenta al calcio italiano di essere competitivo, sul presupposto che il calcio sappia dove vuole andare», ha concluso.