Domanda del Sole 24 Ore: “Rcs sarà preda o predatore?”.
Risposta di Urbano Cairo, principale azionista di Rcs e presidente del gruppo editoriale del Corriere della Sera: “La parola predatore non mi piace. Però Rcs è disponibile a essere calamita per altri giornali che vorranno il nostro aiuto. Con Rcs abbiamo dimostrato che siamo in grado di saper risanare le aziende editoriali. Da zero abbiamo costruito la Cairo Editore che è diventato il primo publisher in Italia per vendite in edicola di periodici”.
E’ la domanda e la risposta che hanno più attirato le attenzione degli addetti ai lavori nell’intervista che Cairo ha rilasciato oggi al Sole 24 Ore, il quotidiano di proprietà di Confindustria che non naviga in acque economiche tranquille.
La risposta contiene messaggi subliminali al gruppo Sole 24 Ore? Come dire: volete un aiuto?, io ci sono?
Ovviamente sono suggestioni senza alcuna notizia implicita o esplicita.
Eppure in ambienti editoriale suggestioni del genere non mancano. Si vedrà.
Ma che cosa ha detto poi Cairo al Sole?
“L’editoria italiana ha retto il colpo e ha reagito bene. La pandemia ha colpito duramente l’economia, ma ha anche accelerato il passaggio al digitale nel mondo della carta stampata”: lo ha affermato l’editore Urbano Cairo, da quattro anni e’ sulla tolda di comando della Rcs, in un’intervista a Il Sole 24 Ore.
“Il Paese si e’ improvvisamente fermato, ora c’è un rimbalzo”, ha osservato Cairo, “la nostra tv La7 ha perso il 13% di ricavi pubblicitari, ma facendo molto meglio del mercato che ha perso il 22%. Tra luglio e settembre ha recuperato quasi un terzo”.
“Se la situazione rimane stabile, vedo una ripresa graduale nel 2021”, ha aggiunto Cairo, “la pubblicità per La7 cresce a doppia cifra e anche il mese di ottobre, sul quale per la tv abbiamo gia’ visibilità, sarà in recupero. Nel terzo trimestre, il bilancio di Rcs è in linea con le aspettative comunicate al mercato”.
Sul caso della partita sulla sede di Via Solferino del Corsera, l’editore ha spiegato: “Dopo la scalata al Corriere della Sera, abbiamo cercato un accordo amichevole con Blackstone, e invece hanno risposto in modo sdegnato”. “Non voglio commentare piu’ il caso. C’e’ stata una prima sentenza, non definitiva: noi riteniamo di aver ragione. Aspettiamo la perizia della prossima estate”, ha aggiunto.
Per via della pandemia e poi del lockdown, analizza Cairo, “i consumi si sono spostati su Internet, mentre alcuni settori tradizionali (come l’alimentare) sono addirittura cresciuti. La pubblicità online da gennaio a settembre è balzata del 32% per Corriere.it, globalmente cresce a due cifre, e per Rcs vale oggi quasi la meta’ della raccolta, il 41%”. Anche se, aggiunge poi l’editore, “la carta sarà ancora moto forte, ma l’industria dei media tradizionali si sposterà sempre più verso il digitale: il modello è il New York Times dove ormai i ricavi del web hanno superato quelli cartacei. Quando sono arrivato al timone di Rcs, dopo la scalata, il gruppo perdeva 260 milioni. Negli ultimi tre anni, ha fatto in media 75 milioni di utili netti all’anno”.
Due sono gli ingredienti di questa ricetta per salvare i giornali, secondo Cairo: “Efficienza e offerta”. E spiega: “Il Corriere ha risparmiato sui costi, senza licenziare nessuno anzi assumendo 58 giornalisti, tra cui giovani; e ha migliorato la sua offerta, abbinando contenuti interessanti e autorevolezza. Cosi’ abbiamo mantenuto un buon livello di copie mentre e’ aumentato l’online e raddoppiato le copie dell’edizione digitale. Questa e’ la strada: tenere sulla carta, far salire la gamba di internet”.
L’intervistatore, Simone Filippetti, ha notato: “Da inizio dell’anno Rcs ha perso il 50% e la holding Cairo Communication a Piazza Affari vale meno della quota che ha in Rcs“.
Ecco la replica di Cairo: “Vero. Ed è per quello che negli ultimi dieci giorni ho comprato 740mila azioni della Cairo Communication: a questi prezzi è un affare e ci credo. Dentro la holding ci sono La7 che, nella raccolta, sta andando meglio dei concorrenti; il Mux, la piattaforma tecnologica del digitale terrestre; la concessionaria pubblicitaria; e appunto la quota di Rcs. La Borsa ora non ci gratifica, ma io resto fiducioso e l’ho dimostrando investendo nella mia azienda”.