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Bufera sulla fintech tedesca Wirecard: ribaltone al vertice

Continua in Germania la bufera sulla società di servizi di pagamento digitali, Wirecard, quotata alla Borsa di Francoforte. Tutti i dettagli e le ultime novità

 

Continua la bufera sulla società fintech Wirecard attiva nei servizi di pagamento elettronici con una piattaforma di finanza intelligente, si legge sul sito di quella che fino a pochi giorni fa era considerato in Germania un gioiello dell’innovazione finanziaria.

Le ultime novità riguardano un ribaltone ai vertici della societ- L’amministratore delegato di Wirecard, Markus Braun, si è dimesso con effetto immediato. La decisione, si legge in un comunicato dell’azienda, è stata presa “in accordo con il consiglio di vigilanza”: Braun è uno dei maggiori azionisti della società tedesca.

Braun sarà sostituito ad interim da James Freis, entrato ieri nel management board e che restera’ in carica ad interim: carica già preannunciata sul suo profilo Linkedin.

Il fornitore di servizi di pagamento, dopo l’ulteriore rinvio della pubblicazione dei suoi conti, ieri ha subito un un terremoto senza precedenti sul mercato azionario, a fronte di una presunta frode di quasi 2 miliardi di euro. E anche oggi e’ in profondo rosso, con perdite cumulate pari a circa l’80%.

La direzione della fintech bavarese, già nel mirino della giustizia, intende presentare una denuncia contro ignoti, sostenendo di essere vittima di una possibile appropriazione indebita su larga scala.

Il tempo stringe: se l’azienda non sarà in grado di presentare un bilancio dei conti annuali approvato dai revisori dei conti, le banche potrebbero ritirare linee di credito per un valore di oltre 2 miliardi di euro.

Secondo l’Handelsblatt il problema riguarderebbe in particolare due conti asiatici per un valore di 1,9 miliardi di euro. Conti che Wirecard usa per sostenersi nel periodo che va dal pagamento che garantisce al negozio, che avviene velocemente, al momento in cui le carte di credito trasferiscono le somme all’azienda tedesca, che spesso può durare settimane.

“Ma 1,9 miliardi di euro equivale a un quarto dei bilanci di Wirecard: quando è uscita la notizia la fuga degli investitori è sembrato un brutto risveglio da un incantesimo – ha scritto su Repubblica la corrispondente dalla Germania, Tonia Mastrobuoni – Ma il visionario fondatore, Markus Braun, ha dichiarato ieri che “siamo impegnati a chiarire tutto” e un suo portavoce ha sostenuto che l’azienda è vittima di un “gigantesco raggiro”.

Nel frattempo, come accennato, nuovo crollo alla borsa di Francoforte per il titolo della società tedesca di servizi di pagamento Wirecard che alle ore 12 era sceso di quasi il 50%, toccando quota 20 euro, dopo che ieri aveva già perso il 61,8% del suo valore di mercato, dopo aver riconosciuto – per bocca del Ceo Markus Braun – la possibilità di essere stata vittima di una frode “di proporzioni considerevoli”.

Ieri Wirecard aveva spiegato che la società di revisione EY non aveva trovato “prove sufficienti” che sulla presenza di saldi di cassa nei conti fiduciari della società per 1,9 miliardi di euro, pari a circa il 25% del saldo totale del azienda.

“Ci sono segnali che il fiduciario abbia fornito al revisore informazioni false sui conti bancari al fine di indurre in errore e creare la percezione errata dell’esistenza di tale saldo in contanti o della proprietà dei conti a vantaggio delle società nel Gruppo Wirecard”, ha detto la società.

Wirecard – che ha annunciato la sospensione fino al prossimo 30 giugno del suo direttore delle operazioni Jan Marsalek – ha avvertito che se i conti non saranno pubblicati oggi alcuni prestiti per un valore di 2.000 milioni di euro potrebbero essere chiusi.

TUTTI I DETTAGLI SUL CASO WIRECARD

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