Un’intesa, illecita, per definire gli aumenti di prezzo delle bottiglie di vetro per il vino. È questa l’ipotesi in base alla quale l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha deciso di aprire un’istruttoria nei confronti delle società Berlin Packaging Italy, Bormioli Luigi, O-I Italy, Verallia Italia, Vetreria Cooperativa Piegarese Società Cooperativa, Vetreria Etrusca, Vetri Speciali, Vetropack Italia e Zignago Vetro. L’Autorità indagherà l’esistenza di violazioni dell’art. 101, paragrafo 1, del TFUE, ovvero la norma che vieta gli accordi e le pratiche concordate tra società che possono incidere sugli scambi tra i paesi dell’UE. Lo scopo del provvedimento è prevenire pratiche che possono limitare o distorcere la concorrenza all’interno del mercato unico dell’UE.
I FATTI: IL COORDINAMENTO PER L’AUMENTO DEI PREZZI DELLE BOTTIGLIE DI VINO
Secondo l’Autorità, a partire dal 2022, le società si sarebbero coordinate nel richiedere ai propri clienti analoghi aumenti di prezzo delle bottiglie di vetro. Tale coordinamento potrebbe essere il risultato di un accordo o di una pratica concordata per evitare il confronto concorrenziale tra i principali operatori del settore. Le segnalazioni circa questa pratica contraria al diritto comunitario sono arrivate:
- da una segnalazione anonima trasmessa attraverso la piattaforma di whistleblowing dell’Autorità;
- da Bottega S.p.A. una società attiva nella produzione di vino, grappe e distillati
- da Fondazione Filiera Italia, un ente che “opera per la distintività del cibo, la tutela del “Made in Italy” e il contrasto al cambiamento climatico. Filiera Italia non ha fini di lucro”.
In particolare, viene denunciato che, a fronte di contratti di fornitura conclusi a fine 2021 e validi per tutto il 2022, i produttori Bormioli, O-I, Verallia, Vetropack, Vetri Speciali e Zignago Vetro avrebbero richiesto contestualmente, nei mesi di marzo e agosto-settembre 2022, aumenti simili dei propri listini adducendo come giustificazioni principali la guerra in Ucraina e il conseguente aumento dei costi energetici. Sono state queste similitudini a insospettire i segnalanti. Inoltre, questi aumenti, sebbene presentati dai produttori come temporanei, sarebbero poi proseguiti anche nel 2023 nonostante la diminuzione dei costi dell’energia a cui tali aumenti sarebbero stati legati. Filiera Italia, dal canto suo, ha lamentato un aumento del costo delle bottiglie superiore a quella registrata da altri fattori produttivi e alle tendenze inflattive, “evidenziando rischi di distorsioni e possibili speculazioni di mercato”4.
I NUMERI DELLA PRODUZIONE DI BOTTIGLIE DI VETRO IN ITALIA
Secondo i dati pubblicati dall’Associazione nazionale degli industriali del vetro Assovetro, a cui sono associate Bormioli, O-I, Verallia, Vetreria Piegarese, Vetreria Etrusca, Vetri Speciali, Vetropack e Zignago Vetro, nel 2021, in Italia, sono state prodotte 4.033.535 tonnellate di bottiglie di vetro, con un incremento del 6% circa rispetto all’anno 2020. La produzione è salita nel 2022, attestandosi a 4.104.343 tonnellate e segnando un incremento dell’1,75% rispetto all’anno 2021. A pesare anche la riapertura dei locali e dei ristoranti. Nel 2022 sono cresciute anche le importazioni, nel 2021, sono state pari a 844.877 tonnellate e, nel 2022 a 940.429 tonnellate. Le esportazioni, invece, nel 2021 hanno raggiunto 337.292 tonnellate e, nel 2022, il valore di 322.300 tonnellate, circa l’8% della produzione totale. “In termini più generali, se si analizzano i dati degli anni dal 2018 al 2022 si osserva un costante aumento della produzione (tranne nel 2020 a causa della pandemia da Covid-19), delle importazioni e del consumo apparente di bottiglie – si legge nel provvedimento dell’AGCM -. Il volume di esportazioni invece, sebbene abbia subito nel 2019 un leggero aumento, rimane pressoché costante rispetto ai valori del 2018”.
L’ALTERAZIONE DELLE DINAMICHE COMPETITIVE
Secondo quanto riportato nel testo del provvedimento dell’AGCM nel primo semestre del 2023 i prezzi del vetro cavo, quello utilizzato per produrre le bottiglie da vino, sono continuati a crescere e alcuni tra i produttori segnalati, nel primo semestre del 2023, hanno nuovamente modificato al rialzo i propri listini. Queste condotte, secondo l’AGCM, se confermate, “rivelerebbero l’esistenza di un’alterazione delle dinamiche competitive fra le maggiori imprese operanti nel mercato nazionale della produzione e vendita di vetro cavo per bottiglie di vino e potrebbero essere il risultato di un’intesa orizzontale, sotto forma di accordo e/o pratica concordata, finalizzata ad evitare un corretto confronto concorrenziale tra operatori”.
IL POSSIBILE PREGIUDIZIO AL COMMERCIO INTRAEUROPEO DELLE BOTTIGLIE DA VINO
L’AGCM indagherà, quindi, su un possibile pregiudizio al commercio tra gli Stati membri. Questo perché la condotta contestata potrebbe essere estesa a tutto il territorio nazionale e anche al mercato estero. Dunque, “l’intesa ipotizzata appare idonea, laddove accertata, a pregiudicare il commercio tra Stati membri ed è, pertanto, suscettibile di integrare una violazione dell’articolo 101 del TFUE”, avendo effetti restrittivi della concorrenza.