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Carige

Bcc, ecco come Cassa centrale guarda a Carige

Tutte le indiscrezioni su un interesse del gruppo cooperativo Bcc, Cassa centrale banca, per il dossier Carige

 

C’è un cavaliere bianco italiano disponibile a intervenire nel salvataggio di Banca Carige. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, nei giorni scorsi Cassa Centrale Banca avrebbe firmato un non-disclosure agreement con i vertici dell’istituto genovese per avviare un esame preliminare dei conti (non si tratterebbe ancora di una due diligence formale) e studiare la fattibilità di un’alleanza industriale. Un’alleanza che, secondo le intenzioni dei vertici di Cassa Centrale, dovrebbe fare leva sulla comune vocazione retail dei due gruppi e sul loro forte radicamento territoriale.

ECCO A COSA MIRA CASSA CENTRALE BANCA SU CARIGE

L’istituto presieduto da Giorgio Fracalossi non sarebbe comunque interessato a rilevare subito il 100% di Carige. Cassa Centrale, uno dei due gruppi cooperativi nati dalla riforma, si muoverebbe infatti in tandem con il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd), che la scorsa settimana ha assunto la regia del salvataggio per condurlo verso una soluzione di sistema.

IL RUOLO DEL FONDO INTERBANCARIO SU CARIGE

Il veicolo presieduto da Salvatore Maccarone si muoverebbe attraverso lo schema volontario e quello obbligatorio. Il primo sarebbe orientato a convertire in equity il bond subordinato da 312 milioni sottoscritto alla fine dell’anno scorso. Altri 200 milioni potrebbero arrivare dal braccio obbligatorio che, alla luce della favorevole sentenza della Corte Ue sulla vicenda Tercas, avrebbe ora margine per intervenire direttamente. Questo ulteriore esborso non sembra comunque preoccupare il sistema perché il fondo obbligatorio potrà attingere alle risorse già presenti in cassa che dovranno poi essere riversate dalle banche nei prossimi anni.

IL PESO DEI MALACALZA

Al fianco del Fitd dovrebbero muoversi anche alcuni azionisti di Carige a partire dalla famiglia Malacalza che si è detta disponibile a investire diverse decine di milioni nel nuovo aumento di capitale. Molto meno scontato è invece l’intervento del Mediocredito Centrale e del Credito Sportivo che qualcuno ha ipotizzato nei giorni scorsi.

INCOGNITA FONDO APOLLO SU CARIGE

Formalmente resta aperta la trattativa con il fondo Apollo Global Management, che nei giorni scorsi ha depositato un’offerta vincolante per la cassa genovese. Sembra però che la nuova proposta del private equity venga giudicata troppo penalizzante dal Fitd e che possa dunque essere definitivamente bocciata. A parte l’interesse di Cassa Centrale non ci sarebbero ad oggi altri soggetti bancari disposti a intervenire.

LE PAROLE DELLA BPER

Proprio ieri l’amministratore delegato di Bper Alessandro Vandelli ha dichiarato che per una banca valutare Carige ha senso solo con la garanzia di un impatto neutro sul patrimonio, ha chiarito in mattinata il ceo dell’istituto modenese, lasciando intendere che Bper prenderà in considerazione soltanto un’operazione sul modello di quella fatta da Intesa Sanpaolo sulle banche venete.

Uno scenario però difficilmente praticabile oggi per ragioni sia regolamentari (servirebbe una liquidazione ordinata come nel caso di Bpvi e Veneto Banca) che politiche. Cassa Centrale insomma è per il momento l’unico cavaliere bianco in campo per il salvataggio di Carige.

 

(articolo pubblicato su Mf/Milano Finanza)

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