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Banca Generali, Doris di Mediolanum coccola Nagel per restare aggrappato a Mediobanca

Non solo Ops di Mediobanca su Banca Generali. Che cosa è emerso nel corso della convention nazionale di Mediolanum

Ops di Mediobanca su Banca Generali? Sì grazie, dice un azionista dell’Istituto di Piazzetta Cuccia come Mediolanum, anche se Banca Generali e Mediolanum di fatto sono concorrenti nella gestione dei grandi patrimoni. Un sì, quello di Mediolanum, espresso oggi dall’amministratore delegato Massimo Doris, che avvalora sempre più la percezione che la mossa di Alberto Nagel capo azienda di Mediobanca, sia una sorta anche di mano tesa per una pacificazione sistemica del risiko bancario in corso ed è visto – ad esempio con le dichiarazioni di giorni fa di Francesco Milleri, presidente di Delfin – come un ramoscello d’ulivo verso chi – Mef. Caltagirone e holding della famiglia Luxottica – ha orchestrato l’Ops di Mps su Mediobanca. Evidentemente la strategia di Mediobanca con l’Ops sulla banca controllata dal Leone con l’uscita delineata da Assicurazioni Generali è sempre più ben gradita. Interessante ora sarà vedere, dal punto di vista mediatico, la posizione dell’ex berlusconiano Il Giornale – da sempre sensibile alle gesta della famiglia Doris – che ha bistrattato non poco negli scorsi giorni la mossa di Nagel.

Ma ecco in particolare che cosa è emerso dalla convention nazionale di Mediolanum.

DORIS DI MEDIOLANUM APRE ALL’OPS DI MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI

L’Ops di Mediobanca su Banca Generali “è una bella operazione per Mediobanca, ammesso che vada a buon fine”, e “ha molto senso dal punto di vista industriale”. Lo ha detto Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum, interpellato dai giornalisti in occasione della convention nazionale dell’istituto di credito, che detiene una quota pari al 3,49% di Piazzetta Cuccia (ripartita tra Banca Mediolanum e Mediolanum Vita).

CHE COSA HA DETTO MASSIMO DORIS

“Il fatto di volersi rafforzare nel wealth management era dichiarato come obiettivo. Farlo attraverso questa Ops su Banca Generali ha assolutamente senso dal punto di vista industriale”, ha detto Doris, convinto che abbia un senso, considerando “i vari step fatti da Mediobanca, con la creazione di CheBanca! e la successiva trasformazione in Mediobanca Premier”.

MEDIOLANUM IN CAMPO NEL RISIKO

“Più che rispondere io, ha risposto Lovaglio (ad di Mps, ndr), dicendo che l’operazione diventa ancora più interessante. E questo, lo decide chi ha lanciato l’offerta”. Così, Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum, risponde a chi gli chiede se l’ops di Mediobanca su banca Generali e quella di Mps su Mediobanca siano compatibili.

LA COMPETIZIONE CON BANCA GENERALI SULLA GESTIONE DEI GRANDI PATRIMONI

In merito alla futura partecipazione di Mediolanum in Mediobanca (azionista al 3,49% con Banca Mediolanum e Mediolanum Vita), in caso “conquistasse” Banca Generali, attiva nel wealth management (gestione dei grandi patrimoni), “penso che rimarremo soci anche se saranno ancora di più nostri concorrenti”, ha detto Doris, spiegando che l’istituto di Piazzetta Cuccia lo è già diventato quando ha creato CheBanca! e lo sono diventati ancora di più con la trasformazione in Mediobanca Premier.

“Adesso, se andrà a buon fine, ci sarà questa”, quindi “non penso che cambieremo. Di certo i due cda (di Banca Mediolanum e Mediolanum Vita, ndr) saranno chiamati a valutare molto bene perché ci sono due grossi cambiamenti in atto”. Se andranno a buon fine “non lo so”, ha aggiunto Doris.

LE CONSIDERAZIONI SISTEMICHE DI DORIS

«Il sistema è cambiato e sta cambiando molto», ha proseguito Doris, analizzando le grandi trasformazioni dell’industria del risparmio accelerate nel risiko. «Nel tempo molte banche hanno provato a creare strutture di consulenti finanziari con alterne fortune: alcune ci sono riuscite e ce l’hanno fatta, come Mps con Widiba, Bnl con i Life Banker, Intesa con Fideuram».

Il sistema della consulenza finanziaria, ha ricordato l’ad, «è arrivato a superare il 20% degli asset finanziari degli italiani, e noi abbiamo dato un contributo importante a questo cambiamento: mio padre Ennio voleva creare un interlocutore che affiancasse i clienti a 360 gradi, ormai tutti offrono o cercano di offrire un servizio di questo tipo». Il merito, ha concluso, «è stato anche nostro».

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