L’UE a 24 fa debito comune per l’Ucraina
“Avevamo preso un impegno, lo abbiamo mantenuto”, ha detto Antonio Costa, il presidente del Consiglio europeo, annunciando l’accordo di questa notte al vertice sul finanziamento dell’Ucraina. “La decisione di fornire 90 miliardi di euro di sostegno all’Ucraina per il 2026-27 è stata approvata”, ha detto Costa. Ma non sarà il “prestito di riparazione” finanziato con i 210 miliardi di euro di attivi sovrani russi. I costi sono stati giudicati troppo alti da diversi leader. La soluzione è un debito comune dell’Ue a 24 Stati membri attraverso il lancio di una cooperazione rafforzata. Ungheria, Slovacchia e Repubblica ceca non parteciperanno e non dovranno contribuire. Almeno l’Ucraina non dovrà pagare interessi sul prestito, né restituire il capitale fino a quando la Russia non avrà pagato le riparazioni di guerra.
Merz e von der Leyen perdenti, Orban e Meloni vincitori
Oltre a Viktor Orban, che ha salvato il tesoro di Vladimir Putin, senza pagare alcun costo, anche Giorgia Meloni esce vincitrice dal braccio di ferro sul prestito di riparazione con gli attivi russi. Il presidente del Consiglio italiano aveva sollevato obiezioni, in particolare per le garanzie che l’Italia sarebbe stata chiamata a fornire – almeno 25 miliardi di euro – per coprire i rischi del Belgio. Volontariamente o meno, Meloni ha fatto anche un favore a Donald Trump, che potrà rivendicare gli attivi sovrani russi immobilizzati dall’Ue per usarli nei suoi negoziati con Putin. I due grandi sconfitti sono Ursula von der Leyen e Friedrich Merz. Sono loro due che hanno lanciato la proposta di utilizzare gli attivi sovrani russi, senza consultare gli altri Stati membri. Anche se le conclusioni del Consiglio europeo prevedono di continuare a lavorare sul prestito di riparazione, i due leader tedeschi hanno mostrato tutti i loro limiti del loro metodo rigido e del loro approccio poco europeo.
Conclusioni a 25 sull’Ucraina, Fico si associa a Orban
Andrej Babis non ha voluto forzare troppo la mano nel suo primo Consiglio europeo, dopo il ritorno al potere in Repubblica ceca. Contrariamente all’altro “Patriota” seduto al tavolo, l’ungherese Viktor Orban, Babis ha sostenuto le conclusioni sull’Ucraina. Ma non saranno più conclusioni a 26, come accaduto in tutto questo 2025. Lo slovacco Robert Fico si è associato a Orban per rigettare il testo di sostegno a Kiyv. Antonio Costa è stato costretto ad annunciare conclusioni a 25.
Macron chiede di riprendere il dialogo con Putin
“Tornerà utile parlare con Vladimir Putin”. Il presidente francese non ha esitato nella sua risposta a una domanda al termine del vertice europeo. “Ci sono persone che parlano con Vladimir Putin”, ha sottolineato il capo dello Stato francese. Uno degli interlocutori del presidente russo è europeo e membro dell’Ue: si tratta del primo ministro ungherese, Viktor Orbán. Per Emmanuel Macron, l’Ue “deve trovare un quadro per riavviare un dialogo formale”, ha spiegato. “È in corso un negoziato (tra Washington e il Cremlino) per porre fine alla guerra in Ucraina. Se porterà a un accordo per una pace duratura, sarà magnifico. In caso contrario, l’Ue dovrà continuare ad aiutare finanziariamente l’Ucraina e trovare le modalità per riavviare un dialogo completo con la Russia”, ha affermato il presidente francese.
(Estratto dal Mattinale Europeo)




