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Imprese Covid

Analisi del decretone cosiddetto di Rilancio

Decreto Rilancio: obiettivi, numeri e critiche. L'intervento di Michele Poerio e Carlo Sizia.

Il 13/05 il Consiglio dei Ministri, dopo molti contrasti tra le forze di maggioranza, ha finalmente approvato il decreto legge cosiddetto di “rilancio” del Paese dopo l’emergenza sanitaria del coronavirus e la conseguente crisi economico-finanziaria e sociale in atto. Al momento dell’approvazione anzidetta mancavano tuttavia numerosi dettagli essenziali, per cui la pubblicazione in G.U. é stata posticipata di alcuni giorni (d.l. n. 34, in G.U. dal 19/05/2020).

Il decreto in esame integra o supera i precedenti decreti “cura Italia” n. 18/2020 del 17/03 e “liquidità” n. 23/2020 dell’8/04 u.s.
Bisognerà ora vedere le modifiche che il decreto “rilancio”, con i suoi 98 decreti delegati subirà in sede di conversione in legge e quante delle promesse del provvedimento troveranno effettiva e sollecita attuazione. Le esperienze precedenti non consentono facile ottimismo.

Il contenuto del “decretone” vale circa 55 mld. di €, tutti in deficit grazie all’allentamento dei vincoli europei stabiliti dai patti di stabilità, anche da noi sottoscritti e momentaneamente sospesi. I 266 articoli del provvedimento destinano:

  • circa 26 mld. di € per i lavoratori ( cassa integrazione, ordinaria ed in deroga, prorogata di 9 settimane; bonus autonomi; Fondo di integrazione salariale; reddito di emergenza; indennità per congedi, colf, badanti, baby sitter, ecc.);
  • circa 16 mld. per le imprese, di cui: 6 mld. circa per indennizzi a fondo perduto per le piccole e medie imprese; più di 4 mld. per l’eliminazione del pagamento IRAP di giugno e per tagli di tasse ad imprese fino a 250 milioni di fatturato;
  • circa 1 mld. per il sostegno all’export e la tutela delle filiere in crisi nell’ambito del settore agricolo, ecc.;
  • circa 2,5 mld. per il turismo ( tax- credit vacanze per titolari di reddito medio-bassi; risorse a fondo perduto per agenzie di viaggi; esenzione Imu per alberghi; sospensione tassa occupazione suolo pubblico per tavolini di bar e ristoranti all’aperto, ecc.);
  • circa 3,5 mld. di risorse aggiuntive per il S.S.N. (in minima parte per assunzione di personale; per la parte largamente prevalente per attrezzature e strutture, in particolare per stabilizzare posti-letto per l’emergenza sanitaria: 3.500 posti per terapia intensiva, 4.200 per terapia sub-intensiva, 300 in strutture ed attrezzature flessibili, da utilizzare secondo i bisogni emergenti e non programmabili);
  • circa 3 mld. in quota paritaria per rafforzare il sistema universitario e della ricerca e per garantire il rientro a scuola, almeno in relativa sicurezza, nel prossimo settembre;
  • circa 3,5 mld. andranno agli Enti locali per garantire i servizi fondamentali;
  • risorse per l’edilizia, attraverso un super-sconto fiscale al 110%, diluito nel tempo, per favorire l’efficientamento energetico e anti-sismico delle abitazioni;
  • il decreto prevede infine una sanatoria per la regolarizzazione semestrale dei migranti valida per i seguenti settori: agricoltura, allevamento, pesca ed acquacoltura; assistenza alla persona; lavoro domestico. Non potranno beneficiare della sanatoria gli stranieri con provvedimenti di espulsione, o segnalati per terrorismo o che comunque abbiano pendenze con la giustizia o siano considerati pericolosi per l’ordine pubblico. Gli oneri connessi all’espletamento delle procedure di emersione dal “sommerso” (500 € o più) saranno a carico del datore che sottoscrive il contratto di soggiorno.

Non c’è traccia, nel decreto in esame, né del premio (fino a 1.000 €) per tutti gli operatori sanitari (medici, infermieri e tecnici) in prima linea durante la pandemia, né dello scudo penale e civile per il personale sanitario per difenderlo da eventuali cause collegate all’ultima emergenza, di cui peraltro si era ampiamente parlato. E così in pochi giorni i medici, in particolare, sono passati dall’essere considerati “angeli in camice bianco” al ruolo di possibili “capri espiatori” di fronte a qualsiasi supposta inefficienza o carenza del sistema sanitario (a dispetto del tributo dei 200 e più “morti sul campo”).

Ugual sorte è toccata agli imprenditori, visto che dal combinato disposto del decreto “cura Italia” e dalla Circolare Inail del 3/04 u.s., si evince che se un lavoratore dipendente viene contagiato da corona virus, anche al di fuori del luogo di lavoro e nonostante tutte le tutele adottate, ne è responsabile l’azienda in cui lavora.

Infine, slittano al 16 settembre i versamenti di imposte e tributi sospesi a marzo, aprile e maggio per imprese e professionisti colpiti dall’emergenza sanitaria e dalle norme di contenimento in vigore dall’8 marzo, mentre agli esercenti arti e professioni viene riconosciuto un credito d’imposta pari al 60%, fino ad un massimo di 60.000 €, per le spese di sanificazione degli ambienti e di acquisto di strumenti e dispositivi di protezione individuale e tutela della salute.

Sugar e plastic tax vengono differite, a partire dal 1/01/2021.

Quali considerazioni e valutazioni emergono, specie a carico dell’azione di Governo, a seguito dell’esperienza coronavirus e provvedimenti conseguenti?

  1. Iniziale, vistosa sottovalutazione (fine gennaio 2020) degli innumerevoli “allarmi epidemia”, millantando qualità e potenza dei nostri servizi sanitari, pubblici e privati, nonché degli strumenti e delle attrezzature relativi, fuori da ogni ragionevole esercizio di realismo.
  2. Anziché ricercare e documentare ( mediante tamponi in massa) gli infetti ed isolare i malati e sottoporre a quarantena i possibili contagiati, si è adottata la politica suicida (dal punto di vista economico e sociale) del “tutti a casa” (lockdown), senza considerare che anche la casa di abitazione non era e non è ambiente sterile ed immune perché almeno un componente del nucleo doveva pur uscire dagli “arresti domiciliari” per lavoro (servizi pubblici essenziali, sanità, trasporti, addetti alle filiere agro-alimentari, ecc.) o per procurare gli alimenti e gli altri beni indispensabili per l’intera famiglia, portando così a casa un possibile contagio.
  3. Anche la ripresa graduale e differenziata delle attività e delle relazioni sociali (forse anche tardiva) avviene senza avere organizzato il necessario: facilità ed abbondanza di accertamenti diagnostici (tamponi e ricerca anticorpi specifici nel siero); tracciamento della catena contagiati-contagiabili per il relativo isolamento; trattamento tempestivo dei malati con gli interventi risultati finora più efficaci, in attesa dell’arrivo della cura specifica (vaccino o altro farmaco).
  4. Nei provvedimenti di natura sanitaria, e nelle relative giustificazioni od alibi, si è assistito ad un indegno “scarica-barile” tra Governo centrale e Regioni, di chiarissima connotazione politico-partitica, anche nel corso di una grave emergenza come quella vissuta da tutti noi. Tutto ciò ha dimostrato l’inadeguatezza dell’attuale assetto istituzionale della distribuzione delle competenze in materia sanitaria tra Stato centrale e Regioni e come le forze politiche (tutte) abbiano privilegiato il protagonismo per sé, piantando “bandierine identitarie” su ogni iniziativa o provvedimento assunto, dimenticando l’obbligo morale della ricerca del bene e degli interessi “comuni”.
  5. Per quanto riguarda il Presidente del Consiglio in carica, non può non rilevarsi: un abuso dei DPCM regolamentari ed una tendenza autoritaria anche in materie delicatissime come le libertà personali dei cittadini; un eccesso di comunicazione e propaganda con mezzi televisivi, con toni carichi di retorica, ed ipocrisia; scarsa disponibilità ad ascoltare e coinvolgere le minoranze, a maggior ragione nella consapevolezza di non aver subito personalmente alcuna verifica elettorale e di guidare un Esecutivo che verosimilmente non gode del consenso della maggioranza del Paese. Se a ciò si aggiunge l’ossessivo autocompiacimento, l’autoassoluzione, l’autoaccreditamento (“siamo stati i primi a chiudere i voli diretti con la Cina”, “siamo un modello per l’Europa e ci copiano le ricette”, “non lasceremo indietro nessuno”, “tutto andrà bene”) ed il tentativo scoperto di nascondere le proprie responsabilità trincerandosi dietro il parere di Comitati tecnico-scientifici e di una miriade di task force di nomina discrezionale, si potrebbe pensare che il Prof. Giuseppe Conte voglia ricercare facile consenso per farsi un proprio personale Partito, carpendo voti a M5S e Pd: in tal caso gli auguriamo lo stesso successo del Partito di Mario Monti.
  6. Se guardiamo poi ai provvedimenti del Governo Conte 2, vediamo che ridondano i micro-interventi “a pioggia” e solo assistenziali, con l’eccezione forse della cancellazione dell’IRAP di giugno, ma senza neppure l’accenno di una riforma fiscale, e della detrazione fiscale per gli interventi di riqualificazione energetica ed antisismica delle abitazioni. Anche questo fa pensare che si voglia “accarezzare il pelo” al popolo elettore per “comprare” un consenso largamente immeritato. Insomma la solita politica delle mance pre-elettorali, dagli 80 € del Governo Renzi al reddito di cittadinanza ed alla quota 100 del Governo giallo-verde. Vengono annunciati prossimi interventi su “semplificazioni” e “sblocca – cantieri”, ma non si intravede una strategia su infrastrutture, investimenti veri capaci di creare sviluppo, lavoro, occupazione, la scuola e la sanità continuano ad essere considerate più spesa che investimento e, anziché riformare la giustizia, si “liberano” pericolosi delinquenti con la ridicola giustificazione del “rischio contagio”. Esilarante, poi, la pantomima della sfiducia al ministro Bonafede.
  7. Occorre prendere atto che l’alleanza di Governo M5S – Pd, improvvisata dopo il suicidio politico di Salvini dell’estate 2019, non è decollata, ma è rimasta moribonda come era fin dalla nascita e che il M5S non ha elaborato una cultura di Governo capace di confrontarsi con le disponibilità e con le realtà, essendo prigioniera delle utopie dei loro storici “sacerdoti” (Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio). Il Presidente Conte, peraltro, non può essere “ l’uomo per tutte le stagioni” perché le giravolte opportunistiche nel cambio della maggioranza di Governo, gli errori commessi nella gestione complessiva dell’emergenza coronavirus, la mancanza di prudenza nelle relazioni internazionali, la mancanza di modestia e capacità di autocritica, oltre che di esperienza e formazione politica e gestionale, gli hanno fatto perdere la credibilità necessaria. Occorre, quindi, che a guidare il prossimo Esecutivo di svolta, rinascita, sviluppo, rigore e riforme sia un grande italiano, non un italiano qualsiasi aperto a ogni compromesso “al ribasso”. Le personalità non mancherebbero: Draghi, Cassese, Tremonti, Cottarelli, ad esempio.
  8. Anche il Centro-destra (ammesso che oggi esista come realtà complessiva, al di là delle intese a livello locale) non gode di buona salute: Berlusconi ha ripreso vigore e a fare politica, dopo un lungo letargo, con proposte di buon senso; Giorgia Meloni cresce nei sondaggi perché studia i dossier e non è ossessionata dagli “slogan ad ogni costo”; Matteo Salvini, invece, dalle esternazioni al Papeete in poi, ha perso la bussola e non ha ancora ripreso progettualità, coerenza e sintonia con il Paese ed il proprio elettorato e crediamo che se la Lega non risolverà l’ambiguità della coesistenza tra l’Italia e l’Europa comunitaria e non prenderà le distanze da certi “consiglieri” (sfacciatamente antieuropeisti o troppo “chiacchierati”), potrebbe non esserci la possibilità di una credibile ascesa della Lega stessa e del suo “capitano” a responsabilità di Governo.
  9. Anche l’Europa (il cui progetto politico è largamente incompiuto) continua a marciare lenta, ma almeno grazie alla Bce (dopo l’infortunio iniziale del Presidente, Christine Lagarde) qualche opportunità è venuta all’Italia attraverso l’acquisto di titoli di debito pubblico dei Paesi in difficoltà ai fini del contenimento dello spread, e grazie all’intervento della Commissione europea, che ha destinato risorse per i lavoratori in cassa integrazione, previsto crediti a lunga scadenza e con interessi vicini a zero attraverso il MES (con condizionalità limitate all’utilizzo in materia sanitaria) ed in prospettiva attraverso il “ricovery fund” (500 mld. a fondo perduto proposto dal duo Merkel Macron) per combattere la recessione europea in corso, risorse tutte che sarebbe suicida, da parte dell’Italia, non utilizzare al meglio.
  10. Infine, salutato con sollievo il ritorno tra noi della “cooperante” Silvia (Aisha) Romano, speriamo di non veder più il Prof. Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dei Ministri, ed il Sig. Luigi Di Maio, Ministro degli Esteri, sgomitare di fronte alle telecamere per salutare per primi a Ciampino la ragazza acconciata come piaceva ai terroristi somali di Al Shabaab. Non so se se ne siano resi conto, ma così facendo hanno procurato un autogol alla propria persona e credibilità, svilito l’immagine dell’Italia e offerto un assist ai terroristi sequestratori. Quanto poi alla “trasparenza” promessa dal Presidente Conte e gran vanto dei “grillini”, a tre mesi dall’inizio della pandemia in Italia, non sappiamo nemmeno il numero vero dei contagiati e dei morti finora “per coronavirus”, come non sapremo mai l’entità del riscatto milionario per la liberazione di Silvia Romano, lasciando invece alla coscienza della ragazza la libera e “spontanea” scelta della propria fede religiosa.

Quanto sopra premesso e considerato, c’è da augurarsi che il Presidente Sergio Mattarella prenda atto, (dai documenti programmatici di economia e finanza del Governo che prevedono il Pil italiano nel 2020 al –10% circa ed il rapporto debito/Pil del 160% – al limite della sostenibilità – ), che il nostro Paese, procedendo di questo passo, non possa che andare a fondo!
Ed allora, auguri Presidente!

Prof. Michele Poerio
Segretario Generale CONFEDIR
Presidente nazionale FEDER.S.P.eV.
Dott. Carlo Sizia
Comitato direttivo naz. FEDER.S.P.eV.

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