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Amazon (e non solo) nel pieno della stagione dei licenziamenti

I 14.000 licenziamenti annunciati da Amazon rappresentano il più grande taglio nella sua storia, ma sia l'anno scorso che quest'anno anche altre big tech, quali Meta, Microsoft, Google, xAI e Oracle, hanno eliminato migliaia di posti, principalmente a causa dell'IA. Fatti e numeri

 

L’ondata di licenziamenti nel settore tech continua anche nel 2025. Finora sono stati persi oltre 22.000 posti di lavoro, con un picco di 16.084 licenziamenti solo a febbraio, mentre lo scorso anno i tagli hanno superato i 150.000 in 549 aziende.

Tra le grandi aziende coinvolte, Amazon – il secondo datore di lavoro privato più grande degli Stati Uniti – ha annunciato il licenziamento di circa 14.000 dipendenti aziendali, il più grande nella sua storia, con un focus sugli investimenti in intelligenza artificiale generativa.

Altre società tecnologiche come Meta, Microsoft, Google, xAI e Oracle hanno ugualmente ridotto il personale, citando come motivazione principale l’adozione crescente di IA e automazione per migliorare efficienza e produttività.

IL PIÙ GRANDE TAGLIO NELLA STORIA DI AMAZON

Dopo una prima indiscrezione di Reuters, Amazon ha fatto sapere che licenzierà circa 14.000 dipendenti aziendali, segnando l’ultimo taglio nel programma pluriennale dell’azienda volto a contenere i costi. I licenziamenti, che rappresentano circa il 4% dei 350.000 dipendenti corporate e tecnologici, sono motivati dalla volontà di rendere l’azienda più snella e meno burocratica e di concentrare gli investimenti sulle “nostre scommesse più importanti”, tra cui l’intelligenza artificiale generativa (IAg).

Secondo Beth Galetti, vicepresidente senior di People Experience and Technology di Amazon, “questa generazione di IA è la tecnologia più trasformativa che abbiamo visto dai tempi di Internet e sta permettendo alle aziende di innovare molto più rapidamente che in passato (nei segmenti di mercato esistenti e in quelli completamente nuovi)”.

LA FALCE DELL’IA

Lo stesso Andy Jassy, Ceo di Amazon, ha dichiarato a giugno che nei prossimi anni la forza lavoro diminuirà ulteriormente a causa all’adozione dell’intelligenza artificiale generativa e che quindi “serviranno meno persone per alcuni dei lavori che vengono svolti oggi e più persone per altri tipi di lavori”.

Amazon infatti, secondo il New York Times, si prepara a una nuova trasformazione del lavoro, puntando a sostituire oltre mezzo milione di posti con robot. Da alcuni documenti interni risulterebbe che l’azienda mira ad automatizzare fino al 75% delle sue operazioni, evitando l’assunzione di più di 160.000 lavoratori negli Stati Uniti entro il 2027 e oltre 600.000 entro il 2033, pur prevedendo di raddoppiare le vendite. L’obiettivo è ridurre i costi e rendere i magazzini sempre più automatizzati, con un impatto significativo sulla forza lavoro umana.

PRECEDENTI TAGLI E INIZIATIVE INTERNE

Già negli ultimi due anni, Amazon ha ridotto i posti di lavoro in diverse divisioni, tra cui dispositivi, comunicazioni e podcasting. Stando a Reuters, i tagli previsti questa settimana potrebbero interessare diverse aree, tra cui risorse umane (People Experience and Technology o PXT), operazioni, dispositivi e servizi, e Amazon Web Services (AWS).

I manager dei team coinvolti hanno seguito una formazione su come comunicare con il personale dopo le notifiche via email inviate questa mattina. Jassy ha istituito una linea anonima per segnalare inefficienze, che ha ricevuto circa 1.500 risposte e ha portato a oltre 450 modifiche ai processi.

“Questa ultima mossa segnala che Amazon probabilmente sta realizzando sufficienti guadagni di produttività guidati dall’IA all’interno dei team aziendali per supportare una riduzione significativa del personale – ha commentato Sky Canaves, analista di eMarketer -. Amazon è stata anche sotto pressione nel breve termine per compensare gli investimenti a lungo termine nella costruzione della sua infrastruttura IA”.

NON SOLO AMAZON: I TAGLI DI META, GOOGLE, MICROSOFT…

Ma Amazon non è l’unica a tagliare posti di lavoro e TechCrunch sta monitorando i licenziamenti nel settore tecnologico.

Nel 2025 Meta ha avviato una serie di licenziamenti in diverse fasi dell’anno, interessando migliaia di dipendenti. A gennaio ha tagliato il 5% del personale, ad aprile oltre 100 posti nella divisione Reality Labs dedicata alla realtà virtuale e a luglio Scale AI, acquisita recentemente da Meta, ha licenziato circa 200 dipendenti – circa il 14% della forza lavoro – e interrotto i rapporti con 500 collaboratori globali, poche settimane dopo l’operazione da 14,3 miliardi di dollari. A ottobre ha poi annunciato altri 600 licenziamenti nelle unità di infrastruttura per l’intelligenza artificiale, incluso il team FAIR, mantenendo però invariati i ruoli di alto livello in TBD Labs.

Quest’anno anche Google ha attuato vari licenziamenti legati alla riorganizzazione interna e al maggiore focus sull’IA. A febbraio ha avviato una riorganizzazione tagliando personale nei team di People Operations e cloud, offrendo uscite volontarie ai dipendenti statunitensi. Ad aprile ha eliminato centinaia di posti nella divisione piattaforme e dispositivi (Android, Pixel, Chrome). A giugno ha ridotto del 25% il team smart TV di 300 membri, tagliando i fondi del 10% e riallocando risorse verso l’intelligenza artificiale. Infine, a ottobre ha licenziato oltre 100 designer nella divisione cloud, colpendo soprattutto i team con sede negli Usa.

Su TechCrunch si notano poi i tagli di Microsoft su scala globale. A maggio infatti ha annunciato il licenziamento di oltre 6.500 dipendenti, pari al 3% della sua forza lavoro di 228.000 persone. A giugno sono seguiti ulteriori tagli, che hanno coinvolto software engineer, product manager, marketer e consulenti legali. Infine, a luglio l’azienda ha comunicato un’ulteriore riduzione di 9.000 posti di lavoro, meno del 4% del totale, dopo aver già tagliato meno dell’1% del personale a gennaio e almeno 300 posizioni a giugno.

…XAI E ORACLE

Tra gli altri, anche xAI di Elon Musk a settembre ha licenziato circa 500 dipendenti, pari a un terzo del team di annotazione dati. La decisione è parte di una riorganizzazione che sposta il focus dell’azienda dai tutor di IA generalisti a ruoli più specializzati. I dipendenti riceveranno lo stipendio fino alla fine del contratto, o al massimo fino al 30 novembre, ma l’accesso ai sistemi è stato revocato immediatamente.

Infine Oracle, che quest’anno ha effettuato licenziamenti in più sedi: ad agosto ha previsto tagli a Santa Clara (101 posti) e a Seattle (161), oltre a quasi 200 licenziamenti tra Pleasanton e Redwood City. A settembre ha disposto altri 101 licenziamenti a Seattle e 254 a San Francisco, senza fornire spiegazioni ufficiali.

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