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Sace: le mosse di Ricci e le nomine del governo

Come e perché si è arrivati alla sostituzione di Alessandra Ricci come capo azienda di Sace. Fatti e indiscrezioni

Svolta radicale ai vertici di Sace, il gruppo assicurativo-finanziario controllato dal ministero dell’Economia centrale per il sistema di imprese italiane. Il governo ha rinnovato il consiglio di amministrazione, sostituendo non confermando il precedente vertice: al posto di Filippo Giansante e Alessandra Ricci, l’esecutivo Meloni ha nominato Guglielmo Picchi e Michele Pignotti.

Si chiude dunque l’era di Ricci alla testa della strategica società pubblica. Fino all’ultimo, comunque, Ricci ha provato a evitare la sua uscita da Sace, arrivando persino a tentare un posticipo dell’assemblea degli azionisti cheieri ha sancito la nomina dei nuovi vertici. Una strategia di resistenza ad oltranza, mossa da una rete di contatti e da un’intensa attività relazionale, pubblica e sotterranea, che tuttavia non è bastata.

Sono state tre le mosse più evidenti:

Lobby confindustriale: tramite l’influente comunicatore Gianluca Comin (conoscitore come pochi dei palazzi romani, Ricci ha cercato sponde nel mondo di Confindustria. Un ambiente che però le ha voltato le spalle, deluso da come sono stati gestiti alcuni deal e dalla scarsa attenzione al tessuto imprenditoriale diffuso, al .

Corteggiamento politico (Forza Italia): è stato portato avanti un pressing costante sul ministro e vicepremier Antonio Tajani, numero uno di Forza Italia, con la partecipazione assidua a ogni evento utile e con l’apertura di una sede Sace a Catania, nel feudo azzurro di Renato Schifani, governatore della Sicilia. Una scelta che ha sollevato più di un interrogativo: perché proprio la Sicilia, quando regioni industriali come Marche, Liguria o Abruzzo non hanno alcuna sede operativa?

Canali informali e mediatici: Ricci si è avvicinata a Luigi Bisignani, con cui si faceva vedere in pubblico e che l’ha sostenuta tramite elogi apparsi su, quotidiano Il Tempo, dove tiene una sorta di rubrica camuffata da lettera al direttore. Un’operazione parallela a quella, più strutturata, condotta da Comin & Partners, con un budget generoso per pubblicità, eventi e iniziative editoriali (si vocifera di circa 5 milioni annui, anche per spingere fisiologicamente prodotti finanziari-assicurativi connaturati alla società), cui si aggiunge un bando da 1,2 milioni per la comunicazione aziendale, pubblicato il 17 luglio scorso su Milano Finanza).

Nonostante il dispiegamento di risorse, relazioni e narrative, la linea di comando è cambiata. Il nuovo management – con Guglielmo Picchi presidente e Michele Pignotti amministratore delegato – porta la firma politica del sottosegretario alla presidenza, il melonianissimo e potentissimo Giovanbattista Fazzolari, che ha trovato sponde nella Lega di Salvini: significativa e rilevante la nomina a presidente dell’ex parlamentare leghista Picchi, già agli Esteri, che vanta una serie di contatti internazionali e solidi rapporti con ambienti conservatori nel mondo anche grazie all’attività curata dal centro studi Machiavelli da lui fondato e animato.

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