I letti di cartone devono piacere tanto al Comitato Olimpico Internazionale. Dopo Tokyo 2020 e Parigi 2024, anche alle prossime Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026 gli atleti dormiranno sui letti dall’azienda giapponese Airweave: struttura dei letti in cartone e materassi in fibra di resina.
OLIMPIADI DI TOKYO 2020: LA PRIMA VOLTA DEI LETTI DI CARTONE
L’azienda, di proprietà di Motokuni Takaoka, si è vista assegnare per la prima volta la commessa di letti e materassi del Villaggio Olimpico nel corso delle ultime olimpiadi giapponesi. “Sono letti che possono sopportare fino a 200 chilogrammi – aveva detto Takashi Kitajima, direttore generale del Villaggio Olimpico nipponico -. E sicuramente nessun atleta pesa così tanto. Di fatto, sono più resistenti di quelli in legno”.
CHI È MOTOKUNI TAKAOKA
L’azienda Airweave è di proprietà di Motokuni Takaoka, un ingegnere sessantaquattrenne con una laurea presso la statunitense Stanford University, un MBA presso la Keio University e una laurea presso l’Università di Nagoya. Motokuni Takaoka non è esattamente un self made man. “Sono stato presidente e amministratore delegato di Nippon Kouatsu Electric Co., Ltd, un’azienda ereditata da mio padre – dice di sé l’imprenditore -. Sono stato anche revisore esterno di eAccess Ltd., un fornitore di servizi Internet che ora è fuso con il gruppo Softbank, e direttore di varie associazioni in Giappone, come la Chubu Economic Federation e la Japan Stanford Association”.
AIRWEAVE: DALLE LENZE DA PESCA AI LETTI DI CARTONE
Motokuni Takaoka ha ereditato da uno zio un’attività di lenza da pesca. “All’inizio, Takaoka cercò di salvare il business delle lenze da pesca, ma più studiò le opportunità di mercato e più comprese il prodotto che stavano producendo – si legge in un articolo dell’Huffington Post del 2017 -, iniziò a rendersi conto che il loro prodotto delle lenze da pesca poteva essere reinventato per un nuovo mercato e un migliore utilizzo, consentendo all’azienda di entrare in un business verticale completamente nuovo, ricco di opportunità in tutto il mondo”. Takaoka scoprì che le resine plastiche prodotte attraverso un processo di stampaggio a iniezione avevano proprietà fisiche uniche perfette per la biancheria da letto. “Ispirato dal desiderio di soluzioni per dormire migliori dopo aver sperimentato un dolore cronico al collo a causa di un incidente d’auto – si legge sul sito dell’azienda -, Takaoka ha visto il potenziale nella fibra di resina utilizzata per la lenza. Attraverso approfondite attività di ricerca e sviluppo, ha scoperto che questo materiale poteva essere trasformato per uno scopo rivoluzionario: reinventare il sonno. Mettendo a frutto il suo background ingegneristico, Takaoka ha sviluppato la tecnologia del sonno all’avanguardia Airfiber® di Airweave, un materiale ad alto rimbalzo perfettamente adatto per comfort e supporto superiori”.
AIRWEAVE: 20 ANNI DI ASCESA
I dieci anni intercorsi tra il 2004, anno in cui Takaoka ha eredito l’azienda di lenze da pesca, e il 2014, anno in cui i copriletto di Airweave (prima tra le creature di Takaoka) fanno la loro prima comparsa ai giochi olimpici invernali di Sochi 2014, l’imprenditore giapponese ha dato vita a un impero che riesce a realizzare più di 100 milioni di dollari di vendite annuali in Giappone. Successivamente entra nel mercato statunitense aprendo un flagship store a New York. Nel 2016 intensifica i rapporti con gli olimpionici e, ai giochi di Rio 2016, diventa il partner ufficiale delle squadre di Giappone, Stati Uniti, Cina, Germania, Australia e Taiwan. Dalle Olimpiadi di Tokyo 2020 è partner ufficiale della biancheria da letto per i villaggi olimpici. Oggi, a 20 anni da quando Takaoka ha ereditato l’attività di lenze da pesca, l’azienda ha più di 700 dipendenti in tutto il mondo, di cui oltre 600 in Giappone.
IL MANAGEMENT DI AIRWEAVE
Il dream team che forma il CdA della Airweave è formato da quattro membri. Fondatore, presidente e Ceo è Motokuni Takaoka. Takahiro Matsuda ricopre il ruolo di Presidente e CEO delle operazioni in Giappone. È stato il più giovane direttore delle vendite nella storia di Fujitsu, è entrato in Softbrain Co., Ltd. come presidente e amministratore delegato. Kunio Tadokoro è stato il regista della strategia di branding dell’azienda. In passato è stato direttore di marchi di moda e cosmetici come Christian Lacroix (Gruppo LVMH) e Clarins. Infine, Tsutomu Horiuchi è responsabile della finanza. In passato è stato Cfo presso MORI Building.
PERCHÉ PARIGI 2024 HA SCELTO I LETTI DI CARTONE
Le ragioni dietro alla scelta di preferire letti di cartone compresso ai nomali letti in legno sono diverse. Prima di tutto di carattere logistico. Infatti, le strutture di Airweave sono facili da trasportare, occupano molto poco spazio, e sono semplici da montare, semplicemente incastrando tra di loro i pannelli in cartone. Infine, al termine della manifestazione, i letti di cartone saranno riciclati mentre i materassi, realizzati in parte con lenze da pesca riciclate, dopo essere sanificati, saranno donati in parte all’esercito francese e in parte a una scuola di danza.
GLI ATLETI TESTIMONIAL DI AIRWEAVE
Il legame tra l’azienda giapponese e lo sport è radicato. “Materassi fatti per gli atleti – si legge sul sito di Airweave -. Nessun’altra comunità comprende l’importanza del sonno più degli atleti d’élite. Fin dalla nostra nascita nel 2007, abbiamo lavorato con i migliori atleti, raccogliendo feedback sui prodotti e conducendo ricerche sul sonno, per aiutare a fornire a tutti il miglior sonno possibile”. Sono cinque gli atleti testimonial dell’azienda: Kei Nishikori, tennista, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Rio 2016 e vincitore del titolo ATP Tour, Nathan Chen, pattinatore, campione del mondo e medaglia di bronzo olimpico, Paola Moltzan, sciatrice alpina statunitense, medaglia d’oro ai campionati del mondo, parallelo a squadre, e, infine, Meryl Davis e Charlie Bianco, campioni olimpici di danza sul ghiaccio 2014, 6 campionati Usa e 2 campionati del mondo.
LETTI DI CARTONE E MATERASSI IN RESINA ANCHE ALLE OLIMPIADI DI MILANO CORTINA 2026
La Airweave fornirà letti e materassi anche agli atleti olimpici delle prossime olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026. “Airweave si impegna a fornire le migliori condizioni possibili ad atlete ed atleti: fornirà prodotti per la biancheria da letto, compresi materassi che possono essere personalizzati per adattarsi al peso e alla forma del corpo di ogni atleta”, recita una nota della Fondazione Milano Cortina 2026. “Airweave è onorata di unirsi al viaggio con i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Milano Cortina 2026 – ha spiegato Motokuni Takaoka, Presidente e CEO di Airweave Inc -. Siamo entusiasti di partecipare per la prima volta all’edizione invernale dei Giochi, sulla base della nostra passata esperienza e della continua partnership con i prossimi Giochi, dove i nostri prodotti accoglieranno i migliori atleti provenienti da tutto il mondo. Crediamo che la nostra filosofia del “sonno di qualità” sia essenziale per raggiungere il massimo delle prestazioni atletiche e siamo entusiasti di supportare i migliori atleti invernali del mondo nella loro ricerca dell’eccellenza”.
SUI MATERASSI DI MILANO CORTINA 2026 NIENTE COPERTE ELETTRICHE
Airweave, sul suo sito, magnifica le prestazioni del materiale con il quale sono fatti i suoi materassi ma c’è anche un’avvertenza. Airfiber® è il marchio registrato del materiale dei materassi di Airweave, “tecnologia proprietaria che migliora il recupero durante il sonno attraverso un’elevata elasticità e resilienza”, si legge sul sito. Airfiber promette di garantire una “distribuzione uniforme del peso e la dispersione del calore corporeo” per agevolare “un sonno più profondo e riposante”. Ora, se le temperature estive si avvantaggiano di queste caratteristiche, non sarà così con le rigide temperature delle olimpiadi invernali. Peraltro, come riportano le Faq di Airweave gli atleti non potranno utilizzare coperte elettriche, molto riscaldanti durante le notti invernali. “Dato che il nostro materiale principale è in plastica – si legge tra le Faq -, potresti causare danni con il calore di una coperta elettrica”.