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Tv Americana

Abbonamenti tv illegali per film e sport, tutte le magagne di Xtream Codes (sgamata anche da Sky)

L'articolo di Alessandro Sperandio

Procura della Repubblica di Roma e Agenzie europee Eurojust ed Europol al lavoro per mettere i lucchetti alle Iptv, canali televisivi visibili via internet, che consentono di usufruire quasi gratuitamente, di trasmissioni a pagamento. Si tratta della più vasta operazione antipirateria mai condotta nel settore delle Iptv illegali, il cui volume d’affari si aggira attorno ai 2 milioni di euro al mese solo nel nostro paese.

OSCURATA XTREAM CODES CON OLTRE 700 MILA UTENTI ONLINE

In Italia l’operazione è condotta dal Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato. Le Fiamme Gialle hanno reso noto di aver sequestrato e oscurato “la nota piattaforma informatica Xtream Codes con oltre 700 mila utenti online inibiti all’atto del sequestro”. Nell’operazione sono stati emessi dalla Procura della Repubblica di Napoli otto ordini europei di indagine nei confronti di una associazione a delinquere a carattere transnazionale. Gli ordini sono stati eseguiti simultaneamente in Olanda, Francia, Grecia, Germania e Bulgaria “con numerose perquisizioni sul territorio nazionale per smantellare le centrali ed aggredire i rilevanti proventi illeciti”.

CIRCA 5 MILIONI DI UTENTI STREAMING IN ITALIA

La polizia ha evidenziato, sempre in una nota, che nel corso dell’operazione denominata “Eclisse”, le indagini tecnico informatiche sulla diffusione dei segnali in streaming effettuato dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni “ha consentito di individuare le sorgenti estere dalle quali parte il segnale ‘pirata’. Significativi i numeri complessivi relativi sia alle persone coinvolte, circa 5.000.000 di utenti solo in Italia”.

XSTREAM CODES È PRODOTTO IN MANIERA DEL TUTTO LEGALE IN BULGARIA DA DUE GIOVANISSIMI INGEGNERI GRECI

Xtream Codes, come molte altre Iptv è un “pezzotto”, come vengono chiamati in gergo queste soluzioni per vedere le pay tv in maniera illegale pagando cifre ridotte rispetto agli abbonamenti legali. Il nome deriva dal napoletano e identifica il “set top box”, la scatolina che decodifica per la televisione il flusso internet di migliaia di canali piratati. “Alcuni di questi sistemi illegali arrivano persino a comprare pubblicità su Google in modo da apparire nelle prime pagine del motore di ricerca — lo fanno Galaxy Iptv, Luckystreaming o Freedom Iptv — e il gruppo di Mountain View non rifiuta l’offerta. Può sostenere che per ora non esistono atti pubblici che stabiliscano con certezza il coinvolgimento della camorra o della ’ndrangheta”, si legge sul Corriere.it. Tra l’altro, parlando di Xstream Codes, il software che permette questa attività “è prodotto in maniera del tutto legale da una società incorporata in Bulgaria da due giovanissimi ingegneri greci”, che in Italia aveva oltre 700 mila utenti online a cui veniva offerta Serie A, Premier League, o più in generale Dazn e Sky o la Canal+ francese. Insomma tutti i pacchetti a pagamento disponibili a livello mondiale per vedere film o eventi.

L’ABBONAMENTO IPTV PUNTO D’ARRIVO DI UNA FILIERA GESTITA DA ALCUNE DELLE ORGANIZZAZIONI PIÙ PERICOLOSE D’EUROPA

“Un’indagine di Fapav, la Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi, conclude che in Italia oggi sono attivi due milioni di abbonamenti illegali e 4,6 milioni di italiani assistono alle partite nei bar, negli hotel o dal divano di casa versando denaro a organizzazioni che rubano i diritti. Pochissimi fra gli appassionati di sport sono consapevoli che il loro abbonamento a dieci o venti euro al mese è il punto d’arrivo di una filiera gestita da alcune delle organizzazioni più pericolose d’Europa. Ma il giro d’affari aiuta a capire le ragioni dell’interesse dei clan: già solo la vendita di accessi al pubblico in Italia genera circa duecento milioni di euro l’anno, prima ancora di calcolare gli incassi dalla vendita della Serie A piratata ad altre reti criminali nel resto del mondo”, scriveva qualche tempo fa il Corriere.it sul proprio sito.

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