“L’Ue rimane pienamente impegnata a trovare soluzioni negoziate con gli Stati Uniti”, ma “allo stesso tempo continuiamo a prepararci a tutte le possibilità”, ha detto Ursula von der Leyen, dopo che la sua commissione ha presentato un pacchetto di contromisure da 100 miliardi di euro per rispondere ai dazi di Donald Trump. La lista delle esportazioni americane potenzialmente prese di mira dall’Ue è lunga 218 pagine. Ma la lista serve solo ad avviare la consultazione con i governi e gli attori privati interessati che durerà quattro settimane. “La consultazione ci aiuterà a orientarci in questo lavoro”, ha spiegato von der Leyen. Alla fine del processo la Commissione valuterà costi e benefici e proporrà una nuova lista definitiva all’inizio del prossimo mese che potrebbe essere adottata dai governi a luglio, se non sarà trovato un accordo soddisfacente con l’Amministrazione Trump.
DA BOEING AL BOURBON, I PRODOTTI AMERICANI NEL MIRINO DELL’UE
La lista presentata dalla Commissione include due categorie. La prima, per un valore di circa 95 miliardi di euro, è composta dai prodotti americani che potrebbero essere sottoposti a dazi da parte dell’Ue. La seconda, per un valore di poco meno di 5 miliardi, tocca prodotti europei a cui si applicherebbero restrizioni alle esportazioni. La proposta della Commissione include prodotti agroalimentari per 6,4 miliardi (frutta secca, verdura, vino, birra e superalcolici), prodotti della pesca per 500 milioni (salmone, aragosta, crostacei), aerei per 10,5 miliardi (Boeing), auto e componentistica per 12,3 miliardi, prodotti chimici e plastica per 12,9 miliardi, apparecchiature elettroniche per 7,2 miliardi, prodotti sanitari non farmaceutici per 10 miliardi e macchinari per 12 miliardi. Tra i codici doganali ci sono anche il bourbon che mandò su tutte le furie Trump a marzo e le batterie casalinghe prodotte da Tesla. Le restrizioni alle esportazioni dell’Ue toccano settori importanti per gli Stati Uniti, come i rottami e scarti di acciaio e alluminio o i composti chimici utilizzati nella trasformazione alimentare.
UNA RISPOSTA ANCORA DEBOLE DELL’UE
In superficie la lista della Commissione potrebbe apparire come una risposta forte a Trump. Ma la realtà è più complessa. I dazi americani attualmente in vigore coprono 380 miliardi di euro di esportazioni dell’Ue. Il “dazio di base” del 10 per cento da solo colpisce 286 miliardi di euro di esportazioni europee, a cui si aggiungono 66 miliardi di automobili e componenti auto. Il resto sono i dazi su alluminio e acciaio per un valore di merci di 28 miliardi, su cui la Commissione ha già proposto contromisure per un valore di 21 miliardi (che sono state subito sospese). E altri dazi potrebbero arrivare sui prodotti farmaceutici, chip e legno. I 100 miliardi della lista appaiono come poca cosa rispetto al totale a cui potrebbe arrivare la guerra commerciale di Trump: “Circa 549 miliardi di euro di esportazioni dell’Ue verso gli Stati Uniti, ovvero il 97% del totale, sarebbero soggetti a dazi”, ha spiegato il commissario al Commercio, Maros Sefcovic. In termini di dazi riscossi dagli Stati Uniti, si passerebbe da 7 miliardi a 100 miliardi.
L’UE SEMBRA RASSEGNATA A SUBIRE IL DAZIO DI BASE DEL 10 PER CENTO
Cosa concludere dalla lista? “Non è una forma di escalation. Non è una reazione dollaro per dollaro”, ci ha spiegato il funzionario dell’Ue: “C’è una realizzazione da parte nostra che, pur essendo concentrati sui negoziati, alcuni dazi potrebbero persistere nel corso del tempo”. La Commissione si è convinta che reagire dazio su dazio e dollaro su dollaro avrebbe ripercussioni gravi per le imprese, i consumatori e la crescita europea. “Dobbiamo essere prudenti. Non dobbiamo sparaci nel piede. Non dobbiamo creare una situazione ingestibile per la nostra industria”, ci ha confermato un secondo funzionario. La parola d’ordine non è più “ritorsione”, ma “riequilibrio”. Tradotto: l’Ue sembra pronta ad accettare il fatto che il “dazio di base” del 10 per cento imposto da Donald Trump a tutto il mondo resterà anche in caso di un accordo. Del resto, nell’accordo raggiunto con il Regno Unito, l’Amministrazione Trump ha chiarito che il “dazio di base” del 10 per cento continuerà a essere applicato alle esportazioni britanniche.
(Estratto dal Mattinale Europeo)