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Expo 2015 si fara’ e i lavori si svolgeranno in tempo

“Lo Stato è più forte dei ladri”, ha detto Matteo Renzi oggi a Milano. Ma i ladri, se sono troppi, possono rovinare tutto? Lo abbiamo chiesto a Giacomo Biraghi, coordinatore dei Tavoli Tematici per Expo 2015, colui che per conto della Camera Commercio di Milano dialoga con le imprese per aiutarle a far rete e ‘affari’ grazie a questo grande evento.

 

1) Le inchieste giudiziarie stanno rallentando i lavori di Expo 2015?

No. L’evento è completamente finanziato, i lavori di preparazione sono in tempo e l’Expo si svolgerà regolarmente. Gli organizzatori hanno avuto l’onere di allestire un’area, per poi affittarne i lotti ai partecipanti. I Paesi provvederanno in pochi mesi a costruirvi una serie di padiglioni prefabbricati.

 

2) Però alcune infrastrutture, ritenute necessarie, saranno inaugurate a evento concluso. C’è il rischio di un evento dimezzato?

In realtà le infrastrutture di cui si parla (le linee M4, M5, l’autostrada Pedemontana, la Bre-Be-Mi e la Tangenziale Est esterna) non hanno nulla a che fare con l’Expo, né sarebbero necessarie a portare più visitatori all’evento. Questi progetti, presenti da tempo nei piani della Regione Lombardia e delle istituzioni del territorio, comparivano all’interno del decreto per la nascita di Expo Milano S.p.A. come opere non essenziali e non connesse all’evento — inserite in un Allegato B soltanto al fine di censirle e accelerare la loro costruzione. Non esistono altri legami fra queste opere e l’Expo.

 

3) Il numero dei Paesi aderenti è superiore rispetto a quelli dell’ultimo Expo di Shanghai. Qual è stata la molla di questo successo?

La prima intuizione di Expo 2015 sta nel master plan del sito: un reticolo ortogonale con due direttrici, sul modello delle antiche città romane. Il Cardo ospiterà gli spazi curati dall’Italia, mentre le nazioni partecipanti costruiranno i loro padiglioni lungo il Decumano: un unico viale per tutti i Paesi, così da garantire a ognuno la stessa visibilità indipendentemente dalla forza economica. La possibilità egualitaria di affacciarsi sulla passeggiata principale, la World Avenue, senza aree di serie B ma disponendosi in ordine alfabetico, ha convinto molte nazioni a partecipare e investire. Evitato il rischio di finire in piccionaia, la platea si è riempita. Il record di partecipanti è merito anche di un’altra scelta innovativa, legata invece alle nazioni che non hanno interesse o le possibilità per realizzare un padiglione proprio — solitamente accorpate in base all’area geografica (es. l’Africa Centrale), in padiglioni secondari snobbati dal pubblico. Per valorizzare la loro presenza, e favorirne l’adesione, l’Italia pensa a un nuovo genere di spazi, non più regionali ma incentrati su singoli temi trasversali alle zone del mondo, come il riso, il cacao o l’alimentazione nei luoghi aridi. I Cluster Pavilion saranno 9: è Expo S.p.A stessa a finanziarli e costruirli, per poi aprirli ai Paesi. I Cluster attirano anche le aziende, interessate a sostenere spazi tematici legati ai loro prodotti (come nel caso di Illy caffè e il padiglione sul caffè).

 

4) Quali sono gli Stati che stanno investendo di più in Expo? Perché è tornato l’interesse verso l’Italia dopo questi cinque lunghi anni di crisi?

Gli Stati che stanno investendo di più sono Germania, Francia, Gran Bretagna, Svizzera, Russia, Cina. Alla base del successo di adesioni c’è anche la capacità degli organizzatori di migliorare le tradizioni di un format abbastanza rigido. La capacità e creatività italiana sta ancora una volta vincendo.

 

5) Quali imprese possono trarre maggior vantaggio da questo grande evento e come possono prepararsi in questi 12 ulteriori mesi?

Sarà un parco a tema per giovani e famiglie,un momento di visibilità internazionale per il Paese. Ma soprattutto un’opportunità irripetibile per far nascere o accelerare attività e imprese, in vista di venti milioni di italiani e stranieri in visita per sei mesi a Milano e in Italia.

 

 

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