A circa un mese dall’inizio del campionato, in partenza il prossimo 18 agosto, Dazn ha presentato i suoi nuovi palinsesti televisivi. Rinnovare l’offerta puntando sulla tecnologia. È questo il leitmotiv usato dai manager del gruppo britannico.
Un risultato difficile da raggiungere se, contestualmente, l’azienda rinuncia a 14 dei suoi 32 giornalisti. Negli stessi giorni in cui il CEO italiano di Dazn, Stefano Azzi, fissava gli obiettivi per le prossime stagioni, a suon di “numerosi investimenti per innovare il prodotto calcio” per rinnovare “l’offerta editoriale, rafforzando il racconto”, venivano annunciati 14 esuberi.
DAZN RINUNCIA A 14 GIORNALISTI (SU 32) LA REPLICA DELLA FNSI
Sul tema, come riporta una nota del FNSI, è stato aperto un tavolo sindacale per cercare di gestire la questione nel modo meno traumatico possibile. “La redazione giornalistica, tuttavia, non ritiene la decisione di rinunciare a 14 giornalisti compatibile con il nuovo piano editoriale di Dazn – si legge nella nota della FNSI-. Un piano che la redazione giudica un evidente passo indietro rispetto al passato, visto che prevede che solo 5 partite su 10 per ogni giornata di Serie A siano coperte da giornalisti di Dazn inviati sul posto”.
di #dazn, che ha regolarmente vinto l'appalto, trovo disdicevole l'atteggiamento della Lega di Serie A, che noncurante dei tifosi delle squadre ha pensato soltanto a mettersi in saccoccia i soldi dei diritti tv. E trovo patetico, sempre più patetico, anzi vomitevole,
— Augusto Ciardi (@augustociardi75) July 19, 2024
LA CURA DIMAGRANTE DELL’OFFERTA TELEVISIVA DI DAZN
Dazn, al contrario di Sky con cui condivide i diritti tv per trasmettere la Serie A, non è una testata giornalistica. Quindi, diversamente della piattaforma satellitare, offre contenuti informativi molto limitati. Il core business di Dazn è la trasmissione degli spettacoli live, e dunque degli eventi sportivi, tanto che nell’ultima stagione televisiva sono stati cancellati molti servizi, interviste e approfondimenti non in diretta. Dazn ha fatto a meno anche di intere trasmissioni come Lost in the weekend o il video-podcast Croquetas: cassati a stagione di Serie A era ancora in corso. Una scelta che sarebbe motivata sulla base delle preferenze degli spettatori. A questo punto ci si potrebbe chiedere in che modo si possa “rafforzare il racconto”, come ha detto il CEO Stefano Azzi. Forse attraverso la tecnologia, più body cam, telecamere arbitrali, realtà aumentata e studi virtuali e attraverso un maggior coinvolgimento dei tifosi con strumenti dedicati, come la chat Fan Zone. Nella prossima stagione sono confermati i volti di punta di Diletta Leotta, Giorgia Rossi e Pierluigi Pardo a cui si aggiungono quelli di Giusy Meloni, l’ex calciatrice Regina Baresi e l’ex arbitro Manuela Nicolosi.
MIGLIORA IL MARGINE OPERATIVO DI DAZN (SECONDO L’AD SEGEV) NONOSTANTE GLI INVESTIMENTI
Scelte, annunciate dal management, che sembrano puntare tutte verso la stessa direzione: tagliare i costi. Vero è che gli investimenti della società sono stati notevoli. L’azienda si è aggiudicata i diritti della Serie A fino al 2029, per la cifra di 700 milioni a stagione. È la prima volta che in Italia vengono venduti per un periodo così lungo, finora erano ridiscussi ogni tre anni. L’azienda britannica non naviga in buone acque. Come riporta la rivista Contrasti Dazn ha chiuso il 2022 con un rosso 1,14 miliardi, mentre nel 2021 il passivo era stato di 2,23 miliardi. Quest’anno le cose andranno diversamente. L’ad Shay Segev ha dichiarato che, per la prima volta, l’azienda chiuderà l’anno fiscale in attivo. “Abbiamo trascorso diversi anni a fare da pionieri nello streaming digitale sportivo, costruendo una piattaforma tecnologica globale e investendo nell’apertura di nuovi uffici, nuove infrastrutture e marketing – ha detto l’ad Shay Segev -. I costi sono stati ingenti. Dal 2016 abbiamo investito oltre 10 miliardi di euro solo per l’acquisto di diritti sportivi premium. Tra il 2021 e il 2023 il margine operativo è migliorato in modo significativo del 58%”.
DAZN: TAGLI ALL’OFFERTA E AUMENTO DEI COSTI
Un risultato raggiunto a suon di lacrime e sangue. Le lacrime dei 14 dipendenti che la divisione italiana lascerà a casa (saranno circa 100 in tutto il mondo). Il sangue, ma forse anche le lacrime, sono quelle degli spettatori che hanno visto lievitare il costo dell’abbonamento per un piano base a 35 euro al mese, con pagamenti mensili, oppure 359 euro se si sceglie il piano annuale da pagare in un’unica soluzione (pari a 29,92 euro al mese).
#Dazn nasce con l'intento di abbattere i costi, proponendo soltanto calcio e altri sport, in modo smart, avendo il prodotto a portata di smartphone, di tablet, se non si sta in casa. Dopo pochi anni costa 69,90 al mese, più di quanto ho speso per avere con Sky gli stessi prodotti
— Augusto Ciardi (@augustociardi75) July 19, 2024
Nel 2018, quando Dazn sbarcò in Italia, costava appena 9,99 euro al mese, nella prima stagione in cui erano trasmesse tutte e dieci le partite di Serie A il costo variava da 19,99 a 29,99 euro al mese, la prossima stagione si arriverà a spendere fino a un massimo di 59,99 euro per il servizio Plus che consente di vedere tutta la programmazione su due dispositivi anche da due connessioni diverse.
Insomma, non poco per un’offerta che si presenta più snella e meno performante rispetto alla stagione precedente.