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Perché Tax Credit Videogiochi fa mugugnare il mondo dei videogames italiani

Introdotto con l’articolo 15 della legge “Disciplina del cinema e dell’audiovisivo” del 14 novembre 2016, n. 220 e disciplinato con gran ritardo solo dal DM del 12 maggio 2021 recante “Disposizioni applicative in materia di credito di imposta per le imprese di produzione di videogiochi di cui all’articolo 15 della legge 14 novembre 2016, n.…

Introdotto con l’articolo 15 della legge “Disciplina del cinema e dell’audiovisivo” del 14 novembre 2016, n. 220 e disciplinato con gran ritardo solo dal DM del 12 maggio 2021 recante “Disposizioni applicative in materia di credito di imposta per le imprese di produzione di videogiochi di cui all’articolo 15 della legge 14 novembre 2016, n. 220” (a voler trovare un fil rouge, in entrambi i governi – 2016 e 2021 – c’era Dario Franceschini ai Beni Culturali), il Tax Credit Videogiochi è la misura che riconosce un credito di d’imposta pari al 25% dei costi eleggibili di produzione di un videogioco, fino all’ammontare massimo annuo di 1 milione di euro per impresa o per gruppo di imprese.

L’IMPORTANZA DEL TAX CREDITI VIDEOGIOCHI

Il Tax Credit Videogiochi è uno strumento di sostegno all’industria dei videogames già adottato con successo in tanti Paesi europei, che consente di attrarre investimenti importanti e di creare centinaia di nuovi posti di lavoro altamente qualificati. Si tratta dunque di una misura potenzialmente in grado di cambiare il settore in Italia. La prima sessione del Tax Credit Videogiochi si chiuderà a mezzanotte del 31 gennaio 2022. Le imprese interessate possono fare domanda attraverso il portale online DGCOL, presente sul sito della DG Cinema e Audiovisivo. Per accedervi bisogna loggarsi oppure usare SPID.

IIDEA: DA NOI MISURA PIU’ MAGRA D’EUROPA

La dotazione finanziaria per il primo anno, tuttavia, pari a soli 5 milioni, per effetto del decreto di ripartizione del Fondo Cinema e Audiovisivo del 5 febbraio 2021, ha lasciato l’amaro in bocca a IIDEA, la ‘Confindustria del videoludo’ italiana, che riunisce sviluppatori, produttori e distributori dello Stivale. “Una dotazione decisamente al di sotto di quanto fanno nel resto d’Europa: non pensiamo soltanto alla Francia apripista o alla Germania con i suoi 50 milioni l’anno, ma anche a paesi più piccoli come nel caso più recente, l’Irlanda che lo scorso ottobre ha annunciato l’istituzione di un credito d’imposta per i videogiochi che riconoscerà fino a 25 milioni di euro per singola produzione”, hanno fatto prontamente notare dall’associazione.

“È dunque evidente – prosegue la nota – che la copertura finanziaria prevista dall’Italia è gravemente insufficiente e se vogliamo che il nostro Paese sia realmente competitivo in questo settore e capace di attrarre maggiori investimenti da parte delle imprese italiane e dei grandi publisher internazionali, dobbiamo puntare ad aumentare la capienza della misura a partire dal prossimo decreto di ripartizione del Fondo Cinema e Audiovisivo 2022 – tanto più ora che il fondo in oggetto è stato recentemente finanziato in Legge di Bilancio con la cifra record di 750 milioni di euro – e a rimuovere o innalzare sensibilmente l’attuale limite di 1 milione per impresa”.

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