Una nuova tassa sui pacchi provenienti da Paesi extra Ue potrebbe presto entrare nella legge di bilancio. L’obiettivo: frenare l’avanzata del fast fashion cinese e riequilibrare la concorrenza con il made in Italy. Dopo settimane di discussioni, la maggioranza starebbe infatti valutando un contributo per ogni spedizione sotto i 150 euro, una misura che, secondo l’Ansa, gode di un sostegno “plausibile anche a livello governativo”. Un’idea simile è stata avanzata anche in Francia.
Questo tipo di iniziative nazionali arrivano mentre l’Europa si prepara a dire addio all’esenzione dai dazi per i pacchi di valore inferiore a 150 euro. Nel mirino delle istituzioni comunitarie per l’impatto economico e ambientale ci sarebbero in particolare le piattaforme cinesi Shein e Temu che, dopo la stretta degli Stati Uniti, stanno inondando il Vecchio Continente di loro prodotti.
LA PROPOSTA MADE IN ITALY
La proposta italiana si inserisce nel quadro della riforma doganale europea in discussione all’Ecofin di oggi, che mira a eliminare la soglia di esenzione dai dazi per i pacchi di valore inferiore ai 150 euro. Secondo Il Messaggero, l’Ecofin dovrebbe dare il via libera politico all’abolizione della franchigia, considerata una “distorsione che penalizza i negozi europei e alimenta frodi”, come ha affermato un alto funzionario europeo. Attualmente, infatti, oltre 12 milioni di pacchi al giorno entrano nel mercato unico in esenzione da dazi.
La riforma prevede anche la creazione dell’“Eu Customs Data Hub”, piattaforma informatica comune per la gestione dei flussi doganali in tempo reale. L’entrata in vigore del nuovo sistema è prevista per il 2028, ma alcuni Paesi, tra cui la Francia, spingono per anticipare i tempi.
L’ESEMPIO FRANCESE E LA RICHIESTA DI GIORGETTI
La Francia ha già proposto l’introduzione di una tassa fissa di 2 euro sui pacchi extra Ue di piccolo valore, con finalità ambientali e di equità fiscale. Come riporta Il Messaggero, il prelievo sarebbe qualificato come “imposta interna sui consumi” e non come dazio, competenza esclusiva dell’Unione europea. Anche la Romania ha introdotto un’imposta simile, pari a 5 euro a pacco.
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, intervenendo all’Eurogruppo, ha auspicato “regole europee forti e veloci per arginare l’aggressione extraeuropea che sta invadendo con prodotti a basso costo e senza rispetto delle regole il nostro mercato” e ha chiesto che l’applicazione della direttiva “sia anticipata già a partire dal 2026”.
L’IPOTESI ITALIANA: TRA MANOVRA E DDL CONCORRENZA
Stando al Sole 24 Ore, la tassa italiana potrebbe essere inserita nella manovra finanziaria come contributo per ogni spedizione extra Ue sotto i 150 euro. Inizialmente prevista nel ddl Concorrenza, la misura è stata rinviata per motivi tecnici ma resta una priorità del governo.
Il ministero delle Imprese e del Made in Italy, guidato da Adolfo Urso, starebbe infatti lavorando a un emendamento alla legge di bilancio che prevede un’imposta compresa tra il 5% e il 10% sul valore dei pacchi. L’entrata in vigore potrebbe avvenire già da gennaio, con l’obiettivo di sostenere il comparto moda italiano, che rischia – secondo Confindustria Moda – di perdere 20 miliardi di fatturato e 35mila lavoratori nei prossimi cinque anni.
L’emendamento potrebbe essere presentato al Senato entro la scadenza del 14 novembre per la legge di bilancio, dopodiché le forze politiche avranno tempo fino al 18 novembre per segnalare le proposte da discutere.
LE POSIZIONI DEL GOVERNO
Il ministro Urso, da parte sua, ha spiegato che “sono state predisposte misure nazionali, all’interno delle nostre competenze, che ho già illustrato alle associazioni della moda e che saranno in vigore entro la fine dell’anno”. L’intervento fa parte di un programma più ampio di misure per la tutela del Made in Italy e per il contrasto alle pratiche dell’ultra fast fashion.
Nel corso del vertice di maggioranza, riferisce Agi, hanno partecipato anche il viceministro dell’Economia Maurizio Leo e il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari ed è stato ribadito che l’eventuale introduzione della tassa sui pacchi extra Ue è preferibile rispetto ad altre modifiche più costose per la manovra, come l’ampliamento della rottamazione.
L’APPROVAZIONE DEL SETTORE MODA
La Federazione Moda Italia – Confcommercio ha accolto positivamente la possibile introduzione della tassa. “Non c’è tempo da perdere – ha dichiarato il presidente Giulio Felloni -. E su questo fronte apprezziamo l’intenzione della maggioranza di affrontare in questa manovra di bilancio gli effetti sulla sostenibilità economica e ambientale generati dall’ultra fast fashion che, tra l’altro, sottrae importanti risorse alla nostra economia e alle casse dello Stato”.
La Federazione propone infatti un pacchetto di norme “per il contrasto del fenomeno dell’ultra fast fashion e per la tutela dei negozi di moda e dell’intera filiera del Made in Italy”, chiedendo l’abolizione dell’esenzione dai dazi sotto i 150 euro e l’estensione del regime di responsabilità estesa del produttore anche ai marchi extra Ue che vendono in Italia.







