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Ecco come l’Ue vuole colpire Shein e Temu

La Commissione europea sarebbe pronta a introdurre una piccola tassa sulle importazioni sotto i 150 euro, finora esenti da dazi. La mossa ha l'obiettivo di arginare il fiume di pacchetti provenienti principalmente dalla Cina. Tutti i dettagli

 

Sulla tanto attesa tassa per le importazioni di valore inferiore a 150 euro, che va a colpire soprattutto i giganti dell’e-commerce cinese come Temu e Shein, l’Unione europea avrebbe trovato la quadra. Le aziende dovrebbero pagare 2 euro per le spedizioni dirette al consumatore e 50 centesimi per quelle inviate ai magazzini.

UN CONTRIBUTO PER LE AGENZIE DOGANALI

La proposta, secondo quanto dichiarato dal commissario europeo per il commercio Maroš Šefčovič, “è davvero solo per compensare il lavoro che viene svolto dagli ufficiali doganali” e la differenza nelle tasse – tra consumatori e magazzini – è pensata per incentivare piattaforme come le cinesi Temu e Shein a inviare spedizioni in blocco per poi distribuirle da magazzini all’interno dell’Ue.

Obiettivo ribadito anche dall’eurodeputato olandese, nonché negoziatore principale sulla riforma doganale, Dirk Gotink, secondo cui l’Ue dovrebbe assicurarsi che qualsiasi tariffa sia più bassa per gli importatori “che inviano prodotti in Europa in blocco anziché singoli pacchi”.

Lo scorso febbraio, la Commissione Ue affermava che l’eliminazione dell’esenzione dovrebbe portare alle autorità doganali 1 miliardo di euro in più all’anno.

PICCOLI PREZZI, ALTI COSTI SOCIALI

Uno dei problemi del flusso di pacchi di valore inferiore a 150 euro che arrivano nell’Ue, ha sottolineato lo scorso mese un diplomatico dell’Ue, è che “i consumatori individuali sono diventati i propri importatori”, rendendo praticamente impossibili i controlli sulla sicurezza di questi prodotti.

Nel 2024, ricorda il Financial Times, l’Ue ha importato 4,6 miliardi di questi pacchi – con più di 9 pacchi su 10 che provengono dalla Cina – e il loro volume continua a crescere, il che crea anche una concorrenza sleale per i produttori europei e problemi di inquinamento ambientale, poiché spesso si tratta di prodotti di bassa qualità. “[Questi pacchi] – ha detto Gotink – non sono affatto economici per la società. Sia i controlli doganali, il trattamento dei rifiuti che la concorrenza sleale comportano alti costi sociali”.

Come aggiunto da Šefčovič, oltre alle tasse, infatti, la Commissione vuole anche obbligare piattaforme come Temu e Shein a prendersi più responsabilità: “Non possiamo semplicemente accettare che nessuno sia responsabile, che nessuno garantisca che siano rispettati gli obblighi fondamentali”.

SULLA SCIA DEGLI USA

Anche gli Stati Uniti, per combattere le importazioni a basso costo, si sono concentrati sul loro regime “de minimis”, che esentava le spedizioni del valore inferiore a 800 dollari da dazi e burocrazia. A febbraio il presidente Donald Trump aveva rimosso l’esenzione, per poi annullare la decisione perché economicamente insostenibile e, infine, rimuoverla di nuovo il 2 maggio, rendendo più costosi per i consumatori americani gli articoli a basso costo acquistati online.

UN’AUTORITÀ DOGANALE UNICA E COMUNE AI 27

Šefčovič ha poi informato la commissione del Parlamento europeo sul Mercato interno e sulla protezione dei consumatori circa una riforma per creare un’unica Autorità doganale dell’Ue e un sistema IT unico a livello di blocco per servire sia le imprese che le autorità doganali nazionali.

La Commissione Ue, stando a Politico, supporta l’avvio della riforma doganale già dal prossimo anno, invece che nel 2028 e la tassa di gestione sarebbe una misura temporanea, fino a quando il nuovo regolamento doganale non abrogherà l’esenzione fiscale sui pacchi sotto i 150 euro.

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