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SONY NFT

Così Sony PlayStation giochicchierà con NFT e blockchain

Sono almeno due i brevetti che rivelano l'interesse di Sony per NFT e blockchain. Ecco come intende sfruttarli il gigante hi-tech nipponico

Non è una novità che Sony accarezzi l’idea di combinare NFT e PlayStation: se ne parla difatti da circa sei mesi quando venne a galla che la Casa nipponica aveva depositato un brevetto, titolato “Tracking Unique In-Game Digital Assets Using Tokens on a Distributed Ledger”, che mira alla tracciabilità dei beni digitali nei giochi PlayStation, in modo simile a quanto fanno gli NFT. Una vera e propria blockchain che certifichi ogni passaggio della filiera per permettere all’editore di seguire la storia di un qualunque bene digitale, anche un singolo momento di gameplay, un’unica immagine o un video clip, assegnandogli un token unico.

L’INTERESSE DI SONY PER GLI NFT

Il sistema descritto nel brevetto, depositato a maggio 2021, ma emerso soltanto nel novembre dell’anno passato, si occuperebbe di monitorare e registrare tutte le modifiche agli oggetti digitali, inclusa proprietà, aspetto o addirittura i metadati. “Viene generata la risorsa digitale insieme a un registro distribuito che traccia la storia della risorsa digitale, il quale viene archiviato su tutti i dispositivi. Un token unico per la risorsa digitale può includere un identificatore univoco e i metadati che identificano le proprietà della risorsa digitale.”

MENO TRUFFE ONLINE?

Sembra che l’obiettivo si Sony sia quello di evitare l’azzeramento dei dati dei beni digitali, come avviene ad esempio nelle compravendite degli oggetti di Counter-Strike: Global Offensive. La finalità sarebbe quella di evitare le truffe e le compravendite illecite, rendendo ogni scambio trasparente e munendo ogni oggetto di una propria carta di identità. Anche se in merito non è mai stato chiarito come ciò funzioni con scampoli di gameplay: frammenti video o di singoli frame (quindi fotografie) delle partite.

IL NUOVO BREVETTO

Ma è notizia delle ultime ore la scoperta di un nuovo brevetto, “NFT Framework For Transferring And Using Digital Assets Between Game Platforms”, questa volta depositato lo scorso 16 marzo. “Come riconosciuto nel presente documento – si legge -, in alcune applicazioni come i videogiochi, un NFT potrebbe rappresentare un elemento grafico o un asset del gioco (come un personaggio, un’arma o un altro asset del gioco), ma i sistemi attuali sono tecnologicamente inadeguati per consentire al proprietario di utilizzare l’asset in diversi giochi e piattaforme”, è il contenuto, ovviamente criptico, della documentazione depositata.

“Di conseguenza, come ulteriormente riconosciuto nel presente documento, la funzionalità può essere migliorata consentendo ai giocatori e/o agli spettatori di utilizzare in esclusiva l’asset ed eventualmente di trasferirne i diritti ad altri tramite NFT”. Per Sony ciò si adatterebbe bene tutte le volte in cui un utente mette le mani su una skin unica in un gioco permettendogli di utilizzarla utilizzata in altri titoli. Tali NFT potrebbero “essere trasferiti ad altri (ad esempio, venduti ad altri o scambiati)”, dice Sony.

NFT E FILE DI SALVATAGGIO

Sempre Sony considera l’idea di usare un NFT come una sorta di “file di salvataggio” in un gioco trasferibile ad altri giocatori. “Come ulteriore esempio, è possibile creare un NFT che rappresenti il raggiungimento di un determinato livello, punteggio e/o accumulo di punti in un particolare videogioco”, si legge nel brevetto. “L’NFT può essere trasferito a qualcun altro, che può riprendere il gioco dove il cedente ha lasciato in base all’NFT, in modo che il cessionario inizi il gioco allo stesso livello, con lo stesso punteggio e/o con lo stesso accumulo di punti del cedente”.

 

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