skip to Main Content

Beni Culturali Franceschini

Che cosa succede a ITsART (che perde pezzi)

Tutte le ultime novità su ITsART, tanto voluta dal ministro Franceschini

 

La “Netflix della cultura” ha perso la sua testa. Dopo soli tre mesi dall’insediamento l’amministratore delegato Guido Casali ha lasciato la guida di ITsART, di cui era anche contet director. Casali era arrivato il 5 ottobre 2021 al vertice della piattaforma digitale creata dal Ministero della Cultura e realizzata da Cassa Depositi e Prestiti e ChiliTV.

Dimissioni di Casali per divergenze nello sviluppo della piattaforma

Come riportato dall’Ansa l’ex amministratore delegato Casali si sarebbe dimesso per “divergenze sulle strategie di sviluppo della piattaforma”. Tale versione è stata smentita da ITsART, che attribuisce a decisioni personali le dimissioni di Casali. “L’elaborazione delle strategie per lo sviluppo della Piattaforma spettavano allo stesso Casali – riporta la stessa piattaforma -, il quale si è quindi dimesso per decisione personale”.

ITsART piattaforma con tre teste

La piattaforma di streaming è stata fortemente voluta dal Ministero della Cultura che ha investito 10 milioni di euro. Per la gestione della piattaforma è stata costituita la società ITsART Spa, controllata al 51% da Cassa Depositi e Prestiti e per il restate 49% da Chili Tv, società di distribuzione di contenuti via internet che ha tra i fondatori Stefano Parisi. La società vede dunque escluso il Ministero della Cultura.

La nomina in quota Cassa Depositi e Prestiti

Guido Casali era stato nominato capo azienda su indicazione di Cassa Depositi e Prestiti, mentre Chili Spa, il partner tecnologico di IRsART, aveva nominato Giorgio Tacchia in qualità di presidente. Casali aveva preso il posto di Giano Biagini, direttore generale di Chili, chiamato a ricoprire il ruolo per i primi mesi. Guido Casali era arrivato a ITsART dopo una lunga esperienza da manager in ambito culturale, è stato Channel Manager di Classica, il canale distribuito da Sky dedicato alla musica classica, e ha curato il lancio di Sky Arte, dove, fino al 2020, ha ricoperto il ruolo di programming Manager e Commissioning Editor. Ha, inoltre, collaborato in qualità di Expert con Creative Europe – Media Programme presso la Commissione Europea.

I contenuti della piattaforma

La piattaforma è operativa in Italia e Gran Bretagna dallo scorso giugno e nel resto d’Europa da novembre. I suoi sono contenuti di indubbia qualità, divisi in tre sezioni: palco, luoghi e storie. All’interno di queste categorie si possono scegliere contenuti artistici che spaziano dalla musica, al teatro, al cinema d’autore, a visite virtuali ai grandi musei italiani. Su ITsART si trovano, solo per fare alcuni esempi, le esibizioni dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta dal Maestro Antonio Pappano, il racconto musicale dalla Villa di Poppea a cura del Parco Archeologico di Pompei, il Balletto Madina dalla Scala di Milano con Roberto Bolle, i concerti di Paolo Conte dalla Reggia della Venaria di Torino, e di Claudio Baglioni dal Teatro dell’Opera, e l’omaggio a Ennio Morricone dall’Anfiteatro di Pompei. L’offerta prevede artisti affermati e nuovi talenti, contenuti on demand e spettacoli in tempo reale.

I numeri di ITsART

Come ha scritto “Il Fatto Quotidiano”, nei primi sei mesi di straming si sono contati più di 1.960.000 sessioni in piattaforma, quasi 5,4 milioni di pagine visualizzate, più di 150mila utenti registrati e oltre 115 mila ore di visione.  Non sono stati diffusi dati in merito ai contenuti acquistati, e dunque al flusso di redditività generata. L’unico dato economico trapelato è la sottoscrizione di un contratto da 1,8 milioni di euro con Media Maker, una società milanese specializzata nella produzione e distribuzione di contenuti audiovisivi.

La Netflix della cultura senza abbonamento

ITsART, sebbene annunciata dal ministro della cultura Franceschini come la “Netflix della cultura”, non ha avuto lo stesso successo del gigante americano. Le differenze, del resto, non sono di poco conto e non riguardano solo i contenuti, circa un migliaio e 60 distribuiti in esclusiva, per loro natura più di nicchia, presenti sulla piattaforma italiana. Non è possibile sottoscrivere un abbonamento che dia accesso a tutto il materiale di ITsART, la fruizione dei singoli contenuti, live o on demand, deve essere acquistata singolarmente. Il prezzo varia, come succede per Prime Video, a seconda che si desideri acquistare o noleggiare un prodotto. I prezzi vanno dai 3 ai 6 euro. In caso di noleggio il contenuto è a disposizione per 28 giorni e 48 ore dal primo play.

Le critiche a ITsART

Molte critiche derivano dalla concorrenza che piattaforme dei canali in chiaro come Mediaset e RaiPlay fanno a ITsART, diversi titoli proposti a pagamento da ITsART, infatti, si possono trovare gratis sulle due piattaforme. Inoltre RaiPlay propone, a un pubblico non troppo dissimile da quello di ITsART, una vasta scelta di contenuti e programmi di cultura. Infine la piattaforma non produce contenuti, come fa Netflix o Prime Video, ma distribuisce soltanto contenuti forniti dalle istituzioni culturali in cambio degli introiti degli incassi.

Back To Top