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Apple in pole per i diritti sulla Formula 1 negli Usa?

Dopo i 300 milioni investiti nel film F1, Apple prova a portarsi a casa le competizioni di Formula 1, negli Usa saldamente in pugno a Disney. L'obiettivo per entrambe è aumentare la base di abbonati negli States e la passione crescente degli americani per le monoposto potrebbe spingere gli affari

La duplice speranza di Apple dopo aver investito nel successo dell’ultimo periodo al botteghino F1, film con Brad Pitt sul mondo delle gare automobilistiche, frutto di un investimento colossale (si parla di un budget vicino ai 300 milioni di dollari e quasi la metà, 144 milioni di dollari, sarebbe stata recuperata a livello globale nel solo primo fine settimana di programmazione, poi la Mela morsicata confida che il suo arrivo su Apple Tv+ possa fare da volano a nuovi abbonati), è che la pellicola, oltre a risollevare il proprio servizio streaming, attragga nuovi appassionati statunitensi verso una competizione finora apprezzata molto più nel Vecchio continente. Questo perché indiscrezioni ricorrenti parlano della volontà di Apple di aggiudicarsi i diritti sulla Formula 1 negli Usa.

GLI USA SI SCALDANO PER LA F1?

Sul fronte motori, gli americani tradizionalmente preferiscono le gare Nascar (quelle nelle quali si corre su di un anello), che assicurano un’azione maggiormente concitata e sicuramente un altissimo numero di incidenti spettacolari (sì, la maggior parte del pubblico attende solo quelli), ma stanno crescendo – dicono le statistiche – anche gli appassionati della F1, con un aumento significativo del numero di spettatori negli States che ha portato (secondo i dati ufficiali) il pubblico globale sulla soglia dei 6 milioni (precisamente 5,7 milioni) di spettatori nel 2023.

Quanto alla sola audience americana, i dati di Espn che trasmette le competizioni in Nord America parlano di un pubblico passato velocemente da 554mila tifosi a oltre 1,1 milioni di spettatori medi per gara, che nel 2024 grazie a diversi record d’ascolti è salito ulteriormente a 1,3 milioni a Gp.

Merito dell’intensificarsi delle competizioni nei 50 Stati (dal Gp di Las Vegas, che quest’anno si disputerà il 23 novembre prossimo a quello di Miami), dell’arrivo tra le scuderie di Cadillac / Gm ma anche dell’interesse suscitato da documentari come Drive to Survive di Netflix e, sperano da Cupertino, dalla presenza di Brad Pitt nel film F1 che, secondo le ultime proiezioni, ha ormai incassato 280 milioni nei cinema di tutto il mondo.

APPLE VUOLE LA FORMULA 1?

Secondo quanto riportato dal Financial Times, l’azienda sarebbe in trattative attive per acquisire i diritti di trasmissione in streaming della Formula 1 per il mercato statunitense a partire dalla prossima stagione. Diritti che attualmente sono ben saldi nelle mani di Disney,  attraverso la sua controllata Espn. L’accordo in essere, la cui scadenza avverrà alla fine di quest’anno, ha un valore di circa 80 milioni di euro all’anno.

Si profila insomma un vero e proprio scontro tra titani dell’intrattenimento. Titani entrambi acciaccati dall’ultimo periodo: Disney è in crisi da tempo, ma la cura da cavallo imposta col rientro in azienda dal Ceo ormai 74enne Bob Iger ha iniziato a dare i suoi frutti: secondo gli ultimi dati disponibili ha chiuso l’ultimo trimestre con la divisione streaming di Disney+ e Hulu che ha registrato un utile di 336 milioni di dollari, in netto aumento rispetto ai 47 milioni dell’anno precedente, mentre Apple Tv+ pare possa contare su di un bacino di utenti infinitamente più piccolo, pari a 25 milioni, e soprattutto secondo le rilevazioni di Nielsen il servizio di Cupertino lanciato nel 2019, frutto di un investito complessivo di oltre 20 miliardi di dollari per costruire una libreria di contenuti originali, rappresenterebbe solo lo 0,3% del tempo di visione totale negli Stati Uniti.

Insomma, entrambi i Gruppi hanno bisogno di rinfoltire il proprio pubblico, anche perché in difficoltà su altri fronti: per Disney la falla da tappare è rappresentata dai parchi divertimento, stante la concorrenza sempre più agguerrita di Universal, mentre Apple potrebbe avere seri problemi sul fronte device, specie se Trump dovesse realmente imporle di trasferire la filiera negli Stati Uniti.

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