Nella cybersecurity come nella difesa “un ritardo negli investimenti rischierebbe di farci trovare in una situazione di grandissima difficoltà”.
È l’allarme lanciato dal condirettore generale Leonardo, Lorenzo Mariani, nel corso di una audizione alla Commissione Difesa della Camera relativa all’indagine conoscitiva sulla difesa cibernetica.
“Sono convinto che non raggiungere il 2% del Pil in spese per la difesa in tempi prevedibili può marginalizzare il Paese sicuramente a livello industriale, probabilmente anche a livello militare e politico. Nella cyber è una situazione simile”, ha spiegato Mariani.
E proprio la cyber è uno dei principali pilastri del nuovo piano industriale al 2028 di Leonardo. Il nuovo piano vede nella divisione Cyber “il centro per lo sviluppo di capacità e ambizioni sia in termini di cyber security e sia di digitale” ha sottolineato Andrea Campora, responsabile Divisione Cyber & Security Solutions di Leonardo, nel corso di una audizione al In occasione della presentazione del piano lo scorso marzo, l’ad di Leonardo Roberto Cingolani aveva affermato che il gruppo punta a diventare un riferimento per il mercato come “security by design” per prodotti come radar, elicotteri e velivoli. In quest’ottica Leonardo punta a crescere nelle tecnologie chiave grazie a operazioni di M&A: “due diligence in corso” aveva anticipato Cingolani.
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IL CONTESTO TRACCIATO DA MARIANI (LEONARDO) DELLA DIFESA CIBERNETICA OGGI
“La resilienza cibernetica diventa un elemento fondamentale perché gli attacchi ci sono, la vera differenza la fa come si reagisce agli attacchi” ha esordito così l’ingegner Lorenzo Mariani in audizione alla Camera.
Oggi non c’è solo la guerra in Ucraina e quella in Medio Oriente tra Israele e Hamas. “La situazione è molto più complessa, di conflitti in questo momento nel mondo ce ne sono almeno 50, se ne parla poco di molti e se ne parla forse tanto giustamente di altri, questo rende l’intera situazione geopolitica molto complessa senza parlare delle situazioni che non sono di conflitto bensì di tensione. Come quella che c’è nell’Indo-Pacifico in Africa” ha illustrato Mariani. “La minaccia è cambiata gradualmente, ibrida e asimmetrica. Infrastrutture digitali diventati target. La superiorità tecnologica è diventata un altro elemento di deterrenza. Evoluzione sia delle minacce sia delle tecnologie è così rapida e dinamica che rende le barriere d’ingresso molto più basse”, ha aggiunto il condirettore di Leonardo.
IL QUADRO ITALIANO
“L’Italia ha investito circa 2,6 miliardi di euro in cyber nell’anno, è il più basso tra i Paesi del G7, la situazione è ancora peggiore se guardiamo alla frammentazione: in Italia abbiamo 3150 aziende di cybersecurity, più o meno 1,5-1,6 per ogni miliardo di Pil che è il doppio della media dell’Unione europea. Un conto è il livello di investimento, che è fondamentale, poi bisogna concentrare questi investimenti secondo una politica industriale che abbia un senso perché dalla parcellizzazione non si fa competizione a livello globale” ha spiegato Andrea Campora, responsabile Divisione Cyber & Security Solutions di Leonardo, nel corso dell’audizione alla Commissione Difesa della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla difesa cibernetica.
CONSOLIDAMENTO DELLA CYBERSECURITY
“A livello globale c’è un fenomeno di consolidamento della cybersecurity, i primi 6 top player negli ultimi anni hanno investito 15 miliardi di acquisizioni, con una media di 600 milioni, non sono acquisizioni indiscriminate ma che hanno un senso industriale anche se alcune non sono stati grandi successi – ha evidenziato Campora – Questa è la scala in cui si gioca la partita della cyber”.
Mentre in Europa “si va verso una concentrazione dell’industria della difesa e sicurezza europea, anche se ci sono temi di sovranità nazionale, sulla parte cybersecurity, che è un mercato meno maturo e che cambia più in fretta, ci sono più timori e questo può frenare la creazione di campioni congiunti”, ha fatto eco Mariani. “Invece nella cyber si sta muovendo rapidamente l’M&A – ha aggiunto – C’è un’accelerazione di grandi player che ne comprano più piccoli e cercano di essere l’elemento principale di future aggregazioni”.
“Questi sono investimenti, spesso investimenti di altre nazioni e questo genera un ecosistema che rischia di a volte di non essere sotto controllo. È vero che esiste ad esempio il Golden Power, ma opporsi sempre a operazioni di altri attori non può essere una politica sostenibile nel lungo periodo – ha proseguito Mariani – Inoltre la frammentazione e il livello di investimento non adeguato, rischia di non rendere l’Italia un player dove si giocano le partite a livello di Nato, Ue, mercato mondiale. Quando questo risulta evidente è troppo tardi”.
URGONO INVESTIMENTI NELLA DIFESA CIBERNETICA SECONDO MARIANI
Secondo il manager di Leonardo, Mariani, il non raggiungere l’obiettivo del 2% del Pil per la Difesa in tempi brevi può “marginalizzare” l’Italia a livello industriale e forse anche militare e politico. Anche nella sicurezza cibernetica, “maturare oggi un ritardo negli investimenti” rischierebbe “di farci trovare in una situazione di grandissima difficoltà”. “La frammentazione e il livello di finanziamenti non adeguato” rischia di non dare all’Italia la possibilità di avere un ruolo importante “nella Nato o sui mercati mondiali”, ha proseguito Mariani in audizione davanti alla Commissione Difesa della Camera.
NECESSARIO APPROCCIO OLISTICO ALLA SICUREZZA CIBERNETICA
Inoltre, il concetto di difesa si è espanso, allargandosi alla sicurezza nazionale e globale, che include elementi come le strutture governative, la componente spazio, i trasporti, anche marittimi, e le grandi imprese. Questa dinamica, secondo Mariani, “aumenta la complessità”, determinando la necessità di un “approccio olistico” alla sicurezza cibernetica.
COME NEI PROGRAMMI CONGIUNTI GCAP E IL CARRO ARMATO DEL FUTURO
Progetti militari congiunti come l’aereo Gcap e il carro armato “del futuro” hanno una componente di sicurezza cibernetica molto evidene, ha messo in luce il condirettore generale di Leonardo, Lorenzo Mariani. “Lo stesso vale per le navi, i sommergibili e gli elicotteri d’attacco”, ha osservato Mariani, secondo cui “sviluppando il contenuto industriale italiano su questi programmi”, si darà “una spinta allo sviluppo delle tecnologie cyber”
LA POSIZIONE DI LEONARDO COME INDUSTRIA A SOSTEGNO DEL SISTEMA PAESE NELLA NATO E IN UE
Infine,Leonardo punta a essere di sostegno al Paese nel posizionamento nella Nato e nell’Unione europea. “La presenza di un’industria della difesa e della sicurezza forte è sicuramente un elemento abilitante”, ha affermato il condirettore generale di Leonardo in audizione davanti alla Commissione Difesa della Camera. Gli attacchi cibernetici vengono impiegati anche “in termini di minaccia alla capacità di fare export”, ha concluso Mariani.