Skip to content

bruno trattasi acn sicurezza online italia

Cybersecurity, cosa serve all’Italia per colmare i gap con gli altri Paesi del G7

Che cosa si è detto (e chi c'era) alla presentazione del white paper del Centro Studi Tim sulla sicurezza online

 

Il mercato italiano della cybersecurity è in forte sviluppo, cresce dell’11-12% ogni anno e al 2025 raggiungerà un valore di 2.5 miliardi di euro, ma è molto frammentato e soprattutto presenta ancora ampi margini di crescita. Di questi temi si è parlato alla presentazione del white paper del Centro Studi Tim ieri pomeriggio a Roma dove sono state premiate le migliori soluzioni innovative del mondo della sicurezza informatica delle piccole imprese italiane: Ermes, Sensowork e Pikered. 

Tutti i dettagli.

A CHE PUNTO E’ LA CYBERSECURITY IN ITALIA

Come emerso da una ricerca illustrata da Giorgia Dragoni, ricercatrice dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection del Politecnico di Milano, da un lato il mercato della cybersecurity negli ultimi due anni ha registrato tassi di crescita a duecifre con un fatturato cresciuto rispettivamente del 15%e del 18%. Una accelerazione spinta dall’aumento dell’intensità degli attacchi registrata dal Clusit negli ultimi 4 anni (+527%). 

Ma i margini di crescita restano ampi rispetto agli altri mercati europei. Secondo lo studio del Politecnico, infatti, si stima che al 2025 il mercato italiano dovrebbe raggiungere un valore attorno ai 2,5 miliardi di euro, con una crescita media annua del 11%-12%. La filiera nostrana è attualmente composta da oltre 3000 fornitori di piccole dimensioni, la metà concentrati in Lazio, Campania e Lombardia per un panorama complessivo dominato da piccoli fornitori di soluzioni per la sicurezza online.

Le imprese italiane, secondo il Centro Studi di TIM, sono 1,6 per ogni miliardo di Pil. Il doppio rispetto al Regno Unito (0,8 imprese per miliardo di Pil) e più della Spagna (1,2 imprese per miliardo di Pil).

I RITARDI MAGGIORI PER LA SICUREZZA ONLINE

Il maggior ritardo da colmare riguarda le competenze. Infatti, il 60% delle imprese con oltre 10 addetti ricorre interamente a personale esterno per contrastare i rischi informatici, spiega il Centro Studi TIM.

Guardando al confronto con l’Europa, inoltre, le imprese italiane si collocano agli ultimi posti sulle competenze umane inICT. Ben il 60% delle imprese italiane con oltre dieci addetti fa ricorso a personale esterno per le esigenze della cybersecurity. Percentuale che poi arriva al 70%se consideriamo soltanto le aziende con massimo 50 operatori.  

GLI ATTACCHI CYBER DEL 2022

Nel 2022, riferisce il Centro Studi del gruppo TIM, gli attacchi cyber hanno registrato il valore più elevato di sempre e la maggior percentuale di crescita annua: rispetto al 2021 + 169 % in Italia, mentre a livello mondiale+21%. Gli attacchi nel Paese hanno rappresentato il 7,6 per cento del totale globale (Fonte: CLUSIT, Rapporto 2023 sulla Sicurezza ICT in Italia).

Solo il 10-15% delle imprese italiane si sono affermate in un percorso di crescita nelle cybersecurity, dividendosi tra quelle focalizzate solo su un tipo di clientela e quelle con pubblico più ampio. Anche se a dominare restano da un lato i grandi gruppi ICT il cui portafoglio di offerta include anche i servizi cyber e dall’altro piccole realtà molto specializzate che faticano a crescere. 

COSA DEVONO FARE LE PMI SULLA SICUREZZA ONLINE

Secondo quanto emerso dalle osservazioni del rapporto del Politecnico, allora, le PMI devono affidarsi integralmente ai propri fornitori di sicurezza informatica, senza capacità di apprezzare e/o valutare la bontà e l’adeguatezza delle soluzioni che vengono loro proposte. Serve allora un fornitore di cybersecurity che sappia svolgere anche il ruolo di consulente, più che di un venditore specializzato nella fornitura di uno specifico servizio cyber. 

I RELATORI

Dopo i saluti di Elio Schiavo, Chief Enterprise and Innovative Solutions Officer TIM, hanno fatto seguitogli interventi di Eugenio Santagata (nella foto), chief Public Affairs and Security Officer di Tim e amministratore delegato di Telsy, e di Bruno Frattasi, Direttore Generale Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.

Al centro delle loro riflessioni, l’importanza di fare rete per sviluppare un ecosistema nazionale della cybersecurity, in linea con le iniziative di Paesi come Francia e Germania, per consolidare al proprio interno la crescita del settore. 

“Oggi serve dotarsi di tecnologie proprietarie certificate e gestite internamente al perimetro nazionale e occorrono quindi esperti e competenze specifiche ma anche una cultura nuova. Le aziende premiate oggi testimoniano il potenziale delle imprese italiane nel campo della cybersecurity e sottolineano l’importanza di creare un ecosistema collaborativo per garantire la sicurezza digitale”, ha dichiarato Eugenio Santagata, Chief Public Affairs and Security Officer di TIM e Amministratore Delegato di Telsy. “L’obiettivo è quello di costruire una solida base di cybersecurity italiana che possa competere a livello internazionale. Vogliamo attrarre investimenti e talenti nel nostro paese, promuovere lo sviluppo di tecnologie innovative e creare un ambiente favorevole all’innovazione. In questo modo, potremo affrontare le sfide della cybersecurity in modo efficace e fornire soluzioni affidabili e all’avanguardia per proteggere le nostre infrastrutture digitali”. 

 

SCARICA QUI IL REPORT INTEGRALE

Torna su