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Cdp

Come Mef e Acri sposano la sostenibilità made in Cdp

Chi c'era e che cosa si è detto nel corso del primo Forum Multistakeholder di Cassa depositi e prestiti in cui si è parlato di sviluppo sostenibile e non solo

 

Il direttore generale del Mef, Alessandro Rivera, e il presidente dell’Acri, Francesco Profumo, hanno aperto ieri il primo Forum Multistakeholder di Cassa depositi e prestiti che ha ospitato nella propria sede i rappresentanti dei suoi principali portatori di interesse, insieme all’amministratore delegato Fabrizio Palermo e il presidente Giovanni Gorno Tempini.

I rappresentanti dei due azionisti (ministero dell’Economia e fondazioni bancarie) hanno sottolineato il ruolo centrale di Cdp per lo sviluppo sostenibile del Paese rimarcando l’importanza del tema nel piano industriale di Cassa depositi e prestiti.

LA NOTA DI CDP

Per la prima volta – si legge in una nota della Cassa – “Cdp ha voluto guardare al futuro al fianco dei propri stakeholder, in coerenza con il Piano industriale 2019-2021 che, ponendo la sostenibilità al centro di tutte le scelte strategiche, individua nell’attività di ascolto strutturato uno degli elementi fondamentali per permettere a Cassa Depositi e Prestiti di rafforzare il proprio ruolo e diventare volano dello sviluppo sostenibile in Italia”.

LE PAROLE DI PALERMO

“In 170 anni Cdp non ha mai tradito la sua missione a supporto della crescita sostenibile. Con il primo Forum Multistakeholder vogliamo rafforzare la consapevolezza sul ruolo che Cdp può svolgere per guidare una nuova stagione di sviluppo dell’Italia”, ha dichiarato Palermo.

GLI OBIETTIVI DEL FORUM

L’obiettivo del Forum? Fare sistema con le aziende di Cdp superando la frammentazione che, in passato, ha segnato la strategia della holding di Via Goito. Ecco perché ieri Palermo e Gorno Tempini hanno riunito, per la prima volta nella storia di Cassa, gli azionisti (Mef e fondazioni rappresentate dall’Acri) e i principali portatori di interesse per ribadire gli impegni e le sfide di Cdp e rafforzare la capacità di ascolto con i propri stakeholder.

Un modo per puntellare la rotta in una fase in cui, come già accaduto più volte in passato, l’intervento della Cdp viene evocato da molti non senza qualche forzatura rispetto alla sua vera mission (come nel caso Ilva di cui si parla in questi giorni).

Tentativi continui di tirarla per la giacchetta che, finora, il top management del gruppo Cdp ha sempre respinto rimarcando i paletti fissati a livello di statuto come pure il faro di Eurostat (sempre pronta a riclassificare la spa di via Goito entro il perimetro del debito pubblico laddove ravvisasse il rischio di aiuti di Stato) .

 

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