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Rinnovabili, se il Governo Renzi complica le cose semplici

Ancora incertezze per il settore delle rinnovabili, un vuoto legislativo non chiarisce se bisogna sottoporre a procedura di pre valutazione impatto ambientale anche gli impianti di piccolissima taglia. Sarebbe un'idiozia mostruosa e aberrante

 

Ricordate la storia del pollaio da sottoporre a procedura di pre Valutazione impatto ambientale, conosciuta in burocratese come Via? Ebbene il Governo non ha ancora posto rimedio ad un vuoto legislativo che non consente alle Regioni di applicare norme certe per esempio nella valutazione di un semplice impianto fotovoltaico da 3 Kw da installare sul tetto di casa per uso civile, oppure di una caldaia per un condominio.

E’ la burocrazia bellezza? Ma in questo caso c’è stata, secondo noi, una dose di distrazione e di mancanza di tatto da parte dei burocrati nostrani. E allora si sono scatenate una serie di interrogazioni parlamentari, lettere indirizzate al ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, il quale entro il 18 dicembre dovrebbe risolvere la questione (nell’ambito di una Conferenza Stato-Regioni).

Ma nel frattempo che cosa è accaduto? Sono stati sequestrati impianti di mini eolico, per esempio in Sardegna, o in Puglia, non più tardi di quattro giorni fa. E il settore delle energie rinnovabili, già provato da una serie di problematiche ora annaspa nel vuoto legislativo.

La questione è stata sollevata dal Coordinamento Free, Fonti Rinnovabili ed efficienza energetica, che raggruppa molte associazioni del settore e che oggi torna su questo tema con una nota dai toni forti e decisi, che riportiamo qui di seguito: “Il Ministro dell’Ambiente chiarisca quali sono gli impianti industriali da sottoporre a procedura di pre-Valutazione di impatto ambientale, perché dopo l’approvazione del Decreto Competitività, convertito in legge ad Agosto scorso, si sono eliminate le soglie di grandezza degli impianti per l’accesso a questa procedura e, di fatto, le Regioni non hanno riferimenti normativi per applicare la legge. Il Governo Renzi, che vuole semplificare tutto e velocizzare le procedure, si sta trasformando invece per le rinnovabili nell’ufficio complicazioni cose semplici.

Può benissimo capitare che vengano sottoposti a sequestro anche impianti di piccolissima taglia, come un banalissimo impianto fotovoltaico da 3 Kw o una caldaia che produce acqua calda per un condominio. 
 
Da tutta Italia stiamo raccogliendo quotidianamente casi di sequestri di impianti di energia rinnovabile di piccola taglia: è successo in Sardegna, come in Puglia per impianti di minieolico, e potrà succedere in tanti altri casi ancora, se il Ministero dell’Ambiente non pone rimedio ad una situazione di complicazione burocratica che mette in pericolo progetti di sviluppo nell’ambito delle rinnovabili anche degli stessi Enti Pubblici, che accedono a Fondi strutturali. In un periodo di crisi economica come questo, bloccare la green economy è deleterio oltre che masochista”. 
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