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Polonia

Quali modelli per il nuovo Paese post pandemia?

L'intervento dell'avvocato Angela Lupo

 

“Fare bene in questo tempo”, il tempo della pandemia e del post pandemia.

Se è vero, come diceva Gandhi, che “La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia”, allora meglio iniziare tutti, per fare bene e meglio.

Non solo ricette tout court sull’onda del momento emergenziale: la pandemia non è stata solo emergenza temporale, ha costituito piuttosto un cambio di abitudini di vita della gente comune, un reinventarsi una vita e una storia, un fare fronte comune a qualcosa di invisibile e contagioso.

Questa premessa – obbligatoria sul piano della narrazione – dovrebbe spingere tutti a concepire un nuovo modo di vedere al proprio futuro personale, ma anche al futuro del Paese e dell’Ue, cercando di ideare magari diversi modelli di vita, cogliendo l’attimo della pandemia (ancora in corso) per migliorare lo skyline del lavoro, della vita di persone e famiglie, dei collegamenti territoriali, con l’attenzione all’indotto industriale e turistico del Paese Italia. Davanti alle grandi tragedie, in fondo, il popolo italiano ha saputo sempre reagire: in questo momento non occorre però solo avere visione e non basta più “il cuore oltre l’ostacolo”. E come inventare un diverso modo di vivere (e sopravvivere), senza perdere il buono e i sistemi del passato che vanno piuttosto supportati e migliorati? Quale modello speciale possiamo concepire, in un tempo di pandemia, in cui la paura del contagio è stata ed è più forte dell’amore e dell’abbracciarsi?

Partendo dalla concretezza.

Sono sotto gli occhi di tutti i  dati sulla caduta del Pil  per il settore industriale, per quello turistico, per la cantieristica e l’edilizia. Questi dati negativi e tragici, tuttavia, non possono essere messi a confronto con gli elementi forniti, negli anni precedenti, in cui non c’era il problema pandemico. Più che collegare le soluzioni da adottare (calmiere prezzi, business plan, voce ricavi dello stato patrimoniale delle imprese) a specifici accorgimenti e risposte – valide per un mondo ante pandemia – bisognerebbe fare uno sforzo concreto per disegnare piuttosto una cornice, un frame per il Nuovo Mondo post pandemia e, nel contempo, “entrarci” dentro per realizzare un’opera, un progetto di lavoro: “esserci” dentro questo tempo.

Ecco la vera concretezza.

Per essere concreti, per poter avere un’azione immediata e puntuale, occorre però sollecitare la Comunità. Non solo strumenti politici, legislativi ed economici: tutti ad aiutare tutti, anche la società civile deve fare la sua parte, dalla mamma, al professore, al bagnino, all’usciere di un hotel, al manager, all’avvocato, all’ingegnere, al politico e a chi governa una nazione. Sollecitare – con comunicazione potente in ogni luogo e con nuovi strumenti mediatici – l’attenzione alle cose del Paese.

Una comune cornice economica e di sviluppo  all’interno delle piccole cornici personali e interpersonali. Infine, l’innovazione tecnologica e digitale unita ad un nuovo modo di guardare al  mondo della finanza – la finanza buona – che accompagna e aiuta, premiando modelli virtuosi di sviluppo.

Davvero un cambio di passo nello scenario europeo e mondiale, con buone idee sostenibili per tutti e con modelli di ricchezza non più ispirati al “tutto è accessibile a tutti” – concetto economico (distopico) della globalizzazione ante pandemia – passando piuttosto a quel “valorizzo, perché sei bravo e fai bene”.

Progettare, dunque, il Paese come fosse un cantiere di cornici:

  1. per l’industria, ripensando gli attuali modelli societari (partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa) e nuove forme concrete di aiuti per imprese e lavoratori, anche con l’ausilio di Fondi UE e strumenti finanziari dedicati per aiutare investimenti e innovazione tecnologica;
  2. per il turismo, disegnando una vera road map, all’interno del territorio italiano, per valorizzare e far conoscere le geografie con l’utilizzo ad hoc di nuove forme di aiuto (per aiutare la crisi post pandemia) e di investimento (per sviluppare nuovi progetti soprattutto per quelle realtà poco note), attraverso Fondi UE e strumenti finanziari dedicati che possano contribuire al miglioramento delle strutture turistico-alberghiere e della comunicazione intesa come fonte di guadagno (se si comunica bene, in modo efficace, si attrae e si rende più competitivo il prodotto turistico);
  3. per le infrastrutture, da migliorare, non per creare grandi opere, bensì per potenziare sistemi di interscambio commerciale e per rendere più fluido e raggiungibile il territorio italiano (potenziare la rete di viabilità per mare, a scopo commerciale, in un ottica green e sostenibile; migliorare sistemi di velocità e la rete autostradale, in particolare nelle zone interne dell’Appennino italiano), inseguendo l’utilità del cittadino piuttosto che la grande opera artistica, poiché, se in un Paese si viaggia bene, si può vivere bene.

Con LEITFRAME – contenitore di cornici di dialogo e di azioni, nuovo soggetto giuridico in fieri – si vuole dare vita a percorsi per sviluppare progetti e sinergie per il Paese. Dal 26 giugno LEITFRAME promuove un ciclo di Seminari online dedicati al Paese post pandemia con frame dal titolo “Fare bene in questo tempo”.

Il primo Seminario “Turismo, Industria, Infrastrutture: nuovi modelli per il nuovo Mondo post pandemia” si prefigge di affrontare il tema turismo, industria e infrastrutture con uno sguardo pratico al futuro, a ciò che siamo e ciò che saremo come Paese e come Europa (Al Seminario del 26 giugno interverranno:   Patrizia Toia, Europarlamentare, Cristina Rossello, Deputata della Repubblica Italiana,  Salvatore Margiotta, Sottosegretario di Stato al MIT e Alessandro Nucara, Direttore Generale Federalberghi, oltre che l’Avv. Marta Monti e Magda Verazzi e l’Avv. Angela Lupo).

LEITFRAME,  l’idea di una cornice guida e, al contempo, sviluppo di cornici, personali e di comunità con al centro le persone.

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