skip to Main Content

Politiche

Che cosa succederà fra Mattarella, Berlusconi, Di Maio e Salvini

Con quel cognome da presagio che porta, da nomen omen davvero, e col suo scoop al Corriere della Sera sulla riabilitazione concessa a Silvio Berlusconi dal Tribunale di Sorveglianza di Milano, Giuseppe Guastella ha guastato la festa a Marco Travaglio. Che sul suo Fatto Quotidiano aveva appena lanciato l’ennesima offensiva dettando agli indisciplinati grillini “il…

Con quel cognome da presagio che porta, da nomen omen davvero, e col suo scoop al Corriere della Sera sulla riabilitazione concessa a Silvio Berlusconi dal Tribunale di Sorveglianza di Milano, Giuseppe Guastella ha guastato la festa a Marco Travaglio. Che sul suo Fatto Quotidiano aveva appena lanciato l’ennesima offensiva dettando agli indisciplinati grillini “il decalogo contro il delinquente”, cioè Berlusconi, per neutralizzarne il peso assai temuto sul governo gialloverde, o grilloleghista, su cui si sta trattando tra Roma e la stessa Milano. Un governo per niente gradito a Travaglio, che gli ha dato il nome di Salvimaio, metà Salvini e metà Di Maio, destinato a nascere, per carità, senza la fiducia dei parlamentari di Berlusconi, ma anche senza la rottura fra Salvini e il suo principale alleato di centrodestra.

La riabilitazione concessa dai magistrati di Milano al Cavaliere, accogliendo un’istanza presentata il 12 marzo scorso dai suoi avvocati, alla scadenza dei tre anni trascorsi dalla espiazione completa della pena comminatagli dalla Cassazione il 1° agosto 2013 per frode fiscale, restituisce automaticamente a Berlusconi la candidabilità negatagli a suo tempo con l’applicazione retroattiva della cosiddetta legge Severino. Che lo fece anche decadere da senatore.

Il Tribunale milanese di Sorveglianza non ha ritenuto ostativi alla riabilitazione i procedimenti penali ancora in corso contro Berlusconi per presunta corruzione di testimoni nel cosiddetto processo Ruby per prostituzione minorile, conclusosi peraltro in primo grado con la condanna dell’imputato, e trasmissione quindi degli atti alla Procura per le presunte false testimonianze, ma con l’assoluzione in secondo grado, confermata dalla Cassazione.

Anche se la Procura Generale di Milano dovesse impugnarne l’ordinanza, la riabilitazione e la ricandidabilità di Berlusconi rimarrebbero ugualmente esecutive, per cui la minaccia delle elezioni anticipate affacciatasi prepotentemente sullo scenario della crisi di governo per iniziativa dello stesso presidente della Repubblica, pronto nei giorni scorsi a formare un governo “neutrale” per gestirle, diventa un po’ meno penalizzante per il Cavaliere. Un po’ meno, ripeto, perché certamente continuerebbe a giocare contro di lui e il suo partito, sia pure in misura ridotta, il trend elettorale a favore della Lega all’interno della coalizione di centrodestra.

L’ordinanza liberatoria del Tribunale di Sorveglianza di Milano rende praticamente ininfluente il verdetto della Corte europea di Strasburgo sul ricorso presentato da Berlusconi contro l’applicazione retroattiva della cosiddetta legge Severino. Il cui accoglimento tuttavia darebbe al Cavaliere anche la soddisfazione, sia pure ininfluente rispetto al danno ormai subìto, di denunciare con maggiore forza l’arbitrarietà della sua decadenza dal Parlamento, fatta votare cinque anni fa a scrutinio peraltro palese dal Senato presieduto da un ex magistrato di lungo corso come Pietro Grasso.

E’ difficile valutare bene e a caldo i possibili effetti dell’ordinanza giudiziaria di riabilitazione di Berlusconi sulle trattative in corso per la formazione del nuovo governo, seguite a distanza dal presidente della Repubblica con un misto di tolleranza e di scetticismo, avendo lui negato sia a Salvini sia a Di Maio un qualsiasi tipo di incarico per la soluzione della crisi. Ma certamente la riabilitazione di Berlusconi obbliga il segretario leghista, sul piano politico e personale, a resistere maggiormente ai tentativi grillini di penalizzare il suo principale alleato elettorale, con cui già governa un’infinità di amministrazioni locali e regioni del Nord come la Lombardia, il Veneto, la Liguria e ora anche il Friuli-Venezia Giulia, per non parlare della Sicilia al Sud.

Back To Top