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La sentenza europea sulle nuove tecniche di editing genetico

Prima puntata del focus di Matteo Massicci, blogger di Start Magazine, sulle principali notizie scientifiche di quest'estate

Il 25 luglio l’Europa si è espressa per la prima volta sulle nuove tecniche di editing genetico e sulla possibilità del loro utilizzo in ambito vegetale, agricolo e alimentare.

Nonostante i grandi passi in avanti compiuti in questo specifico campo di studi, la sentenza della Corte di Giustizia Europea ha stabilito come gli organismi ottenuti attraverso le nuove tecniche di ingegneria genomica siano da considerarsi Ogm, e debbano perciò essere soggetti agli stessi vincoli di questi ultimi.

Il verdetto non sembra però tenere in giusto conto l’avvento di metodologie innovative sviluppate negli ultimi anni, tra le quali la CRISPR/Cas9, in grado di agire in maniera selettiva sulle sequenze di DNA e di rendere più sicuro il processo di modifica dei caratteri genetici.

La decisione dei giudici, che è giunta a seguito di una richiesta di chiarimenti sul tema da parte della Francia, avrà come effetto immediato quello di disincentivare l’impegno e gli investimenti nei confronti della ricerca sul miglioramento genetico delle specie vegetali.

Ma, oltre a compromettere la crescita di un settore con grandi potenzialità, le linee guida tracciate dall’Europa rischiano di ostacolare le iniziative volte all’individuazione di strategie per far fronte alla mancanza di risorse alimentari attraverso la selezione di colture vegetali più produttive, rendendo auspicabile un nuovo confronto comunitario sulle regole in materia di editing genetico.

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