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Zeffirelli

La Londra dello spettacolo “alto” ricorda Zeffirelli. Dimenticato in Italia

Il post di Pietro Romano

Non è stato casuale ricordare a Londra il maestro Franco Zeffirelli a otto mesi dalla sua scomparsa. A chi ne ricorda la chiesa dei funerali vuota di “stelle” (o presunte tali) del cosiddetto firmamento artistico italiano si può contrapporre l’ambasciata del nostro Paese nel Regno Unito gremita di attori, attrici, premi Oscar, produttori, collaboratori, amici di una vita riuniti dal rappresentante diplomatico a Londra, l’ambasciatore Raffaele Trombetta, e dal presidente e dalla direttrice didattica della Fondazione Zeffirelli, Pippo Zeffirelli e Caterina D’Amico. Una conferma della stima per l’artista, una conferma dei rapporti, privilegiati e profondi, tra i due Paesi. A livello culturale, ma non solo.

Nella residenza di Grosvenor Square, nel cuore di Mayfair, sono tra gli altri arrivati Maggie Smith e Ian McKellen, Leonard Whiting e Joseph Volpte, Robert Powell e Tamsin Olivier, Jeremy Irons e Richard Goodwin. Tutti a rievocare la figura di Zeffirelli tra aneddoti e commozione, ricordi e rimpianti, illustrandone il talento artistico, il carattere, la generosità, persino le doti di cuoco.

Il legame tra Zeffirelli e Londra è stato lungo e intenso e ne ha influenzato fortemente la vita artistica e privata, ha ricordato l’ambasciatore Trombetta. Con momenti – come i lavori teatrali realizzati a Covent Garden tra gli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso – decisivi per il suo successo professionale. Uno per tutti, la “Cavalleria rusticana” del 1959. Che affascinò talmente l’allora direttore del teatro scespiriano “Old Vic”, Michael Banthall, da spingerlo a lanciare una sfida al giovane regista italiano: mettere in scena il “Romeo e Giulietta”. Zeffirelli l’accetta. Porta in scena un’opera affatto diversa da quella cristallizzata in epoca vittoriana, con ben meno pathos dell’originale. Lancia due giovanissimi interpreti, Judi Dench e John Stride. Ne aggiorna la poetica. Ed è il trionfo. Al quale seguiranno sempre a Londra altri due grandi successi con “Otello” e “Molto rumore per nulla”. Anni dopo, nel 1973, riuscirà a bissare questi risultati con una memorabile e applaudita edizione britannica di “Filomena Marturano”. Zeffirelli e il Regno Unito continueranno ad amarsi. E a suggello di quest’affetto, nel 2004, la regina Elisabetta II nominerà il maestro Cavaliere Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico.

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