Cosa c’entra l’estetica con la geopolitica? Questa è stata la domanda alla quale ho tentato di rispondere lo scorso venerdì, davanti ad una platea di universitari, attivamente impegnati nella politica locale. Ad ospitare l’incontro è stata Sottosopra, scuola di geopolitica nata da un’idea di Veronica Balbi e Gianni Bessi, organizzata dal PD di Ravenna con la sfida di formare culturalmente le future classi dirigenti.
Mentre mi avvio all’incontro e riordino le idee, un pensiero mi accompagna: una ventina di ragazzi – ventenni o poco più – passeranno davvero il venerdì sera ad una lezione di filosofia? Perplessità legittima dati i tempi in cui viviamo; prima di uscire di casa in TV una donna ruggiva “io li brucio! Io li odio e li brucio!”. Parlava di persone come si trattasse di animali infestanti…
Raggiungo la sala in anticipo e aspetto. I ragazzi arrivano, quasi tutti insieme. Si parte!
Nella serata precedente il dialogo era stato guidato dal prof. Alberto Bucci, fisico brillante ed illuminato da un dottissimo approccio filosofico. Mi piace per forza! E scelgo di riprendere la questione da dove l’aveva lasciata lui. Dunque: “Cos’è la scienza?”. Senza tirarla troppo lunga il punto chiave è che non si tratta di una collezione di dati ma di un metodo per estrarli dal mondo. Con la filosofia facciamo un passo in più: non solo del mondo nel quale siamo o che ci circonda, ma del mondo che siamo e del quale partecipiamo. Mentre continuo a parlare sono felice che la perplessità sulle loro facce sia viva e non abbia ceduto il passo al – temutissimo – abbiocco da conferenza. Entrare nel vivo della serata è facile e la domanda su cosa sia l’estetica, seguita da cosa possa c’entrare quest’ultima con il linguaggio apre una fervente tavola rotonda.
Si spazia dai classici del pensiero greco all’attualità, e sul finire della serata la questione della politica ed in particolare della democrazia accende gli animi. L’estetica è proprio questo: far sentire come nel corpo l’effetto di un’idea portata dal linguaggio; l’obiettivo è esercitare tutti insieme il gusto del dubbio. Non arrestare il nostro sentire a quel primo istinto – talvolta indisciplinato – ma tornarvi sopra ancora (e ancora…) soprattutto quando pensiamo di aver centrato il punto, perché è li che si annidano le insidie più minacciose.
L’attualità offre più di uno spunto per mostrare come l’arte della comunicazione sia un fatto estetico: coinvolge il sentire, e spesso finge soltanto di appellarsi alla ragione. I temi del momento come sicurezza ed immigrazione sono esempi ottimi da cui partire, e consentono di mostrare – come afferma il filosofo del linguaggio John Austin – che autentica comunicazione è solo quella che avviene tra chi sia animato da una sincera volontà di intendersi.
Il dibattito prende piede al punto che viene interrotto avendo sforato – e di molto – il tempo massimo. É un piccolo successo! Ci lasciamo così con un certo senso di incompiuto, come sempre lo sono le questioni autenticamente filosofiche, e con la promessa di riprendere in una seconda puntata.
Mi piace tornare a casa con un po’ di fiducia nell’umanità. Di questi tempi capita di rado e mi lascia un po’ Sottosopra; mi piace proprio questa sensazione, speriamo che duri.