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Polonia

Come cambierà l’Europa?

Il post di Alessandra Servidori, blogger di Start Magazine

“Deficit blindato in Italia la Ue se ne farà una ragione”. Salvini rischia di soffocare con lo spumante mentre ripete questa ennesima provocazione supportata da quel 34% degli italiani aventi diritto che non solo lo hanno votato, ma di cui, dice lui “Si fidano di me”.

Oggi il potere chi lo ha è convinto di averne sempre di più ed essere in grado di fare a meno degli altri ma in un Paese complesso l’autosufficienza non esiste: anche chi ha larghi consensi non può fare a meno delle coalizioni senza supponenza. Salvini fa leva sulla propaganda e sulla demagogia e dovrà in fretta confrontarsi con una realtà complicata sia in Italia che in Europa e soprattutto con quello che accade nel nostro mondo europeo schiacciato da pregiudizi ed egoismi.

L’Italia deve affrontare il cammino verso una nuova integrazione comunitaria e l’unione è il risultato di una attività negoziale indefessa, articolata, incalzante e sarà sul piano del peso internazionale che noi ci dovremo misurare e le premesse per i posti di comando più robusti non sono confortanti: noi siamo fuori dal futuro Europarlamento a maggioranza di forze europeiste, con ppe, socialisti, liberali e comunque i macroniani (se pur ridotti), cioè la Presidenza del Parlamento, la Commissione, il Consiglio e la Bce saranno comunque franco tedesca e finlandese e i partiti italiani per la prima volta saranno penalizzati a Strasburgo e altrove e per rinnovarsi e apparire credibile l’Unione europea deve ripensare il suo corso neoliberale sul versante economico, sociale, della sicurezza e delle relazioni industriali e commerciali con le grandi potenze mondiali.

L’Europa deve arrivare ad avere leggi comuni perché è la convergenza giuridica che genera il senso di comunità partendo per esempio dal diritto di voto, dalle leggi tributarie e dai diritti sociali e dunque di previdenza sociale paneuropeo che significherebbe solidarietà istituzionalizzata tra i cittadini di ogni paese all’interno della Ue. Ecco perché Salvini deve cambiare tono e passo sul versante di quota 100 così come sulla tassa flessibile e così come sull’occupazione e il lavoro eliminando il corso perverso del reddito di cittadinanza e trovando una formula condivisa per il salario minimo orario lordo attraverso una applicazione corretta dell’art 39 della nostra Costituzione, convergendo in una eurozona poiché la convergenza delle leggi non comporta una centralizzazione.

Infatti in Germania i benefici dell’assicurazione contro la disoccupazione sono gli stessi per tutti i cittadini anche se la Repubblica federale non è uno Stato centralizzato e i singoli lander sono molto diversi dal punto di vista culturale. Il Parlamento Europeo deve possedere pieni poteri divisi tra i paesi e soprattutto potere di iniziativa legislativa anche in ambito di bilancio.

La procedura legislativa ordinaria che richiede l’approvazione di entrambe le Camere dovrebbe essere estesa a tutti i settori della politica europea. Le Regioni Europee autoctone devono comporre un Senato Ue come seconda Camera del Parlamento e l’elezione del presidente diretta.

In buona sostanza una federazione di rete di regioni sarebbe efficace sia esternamente nella sua capacità di agire negli scenari internazionali e per esempio in Italia sarebbe vicina ai suoi cittadini attraverso una identità regionale. L’Europa ha bisogno come l’Italia di obiettivi chiari e stabili, prospettiva e direzione di programmi emancipati con una democrazia europea solidale economica di una moneta che è già un contratto sociale, di un mercato unico robusto che ha regole che si rispettano soprattutto sul versante della spesa pubblica e degli investimenti. Salvini se ne faccia una ragione e impari a governare con e per piuttosto che contro.

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