“L’idea e’ semplice”, spiega l’ateneo, “i droni montano sensori di vario tipo, nello specifico fotocamere, termocamere o sensori ottici, e, sorvolando moduli fotovoltaici di impianti fotovoltaici di ogni genere e dimensione, ne effettuano un monitoraggio puntuale ed affidabile in modo veloce, preciso, efficiente, sicuro e versatile”.
L’azienda con cui il gruppo di ricerca ha un progetto di collaborazione sul monitoraggio del fotovoltaico e’ la torinese Nimbus, attiva da anni nel settore dei velivoli senza pilota e che ha gia’ ottenuto diversi Permessi di Volo dall’ente regolatore Enac.
Il valore aggiunto del sistema consiste nella possibilita’ di utilizzare contemporaneamente sensori diversi e di poterli combinare a piacere a seconda delle necessita’, per una corretta e rapida identificazione del guasto o altra anomalia. I moduli fotovoltaici sono infatti componenti chiave degli impianti fotovoltaici perche’ responsabili della conversione della radiazione solare in energia elettrica.
Un buon monitoraggio dei moduli risulta quindi cruciale per una tempestiva ed efficace manutenzione dell’impianto, cosi’ da ottenere le migliori prestazioni possibili e programmare al meglio attivita’ di manutenzione straordinarie o eventuali revamping dell’impianto.
I difetti dei moduli fotovoltaici possono essere visibili ad occhio nudo come ad esempio delaminazione, bolle, incrinature, ingiallimenti, disallineamenti, corrosioni e ossidazioni. Questi difetti possono essere individuati facilmente con una foto/videocamera e sono spesso dovuti a condizioni ambientali ostili quali salsedine, grandine, neve, polvere, gas corrosivi.Altri difetti sono invece propriamente difetti di fabbricazione come ad esempio le “bave di lumaca” e le microrotture.
Questi difetti sono quelli che maggiormente pregiudicano le prestazioni di un impianto e possono essere meglio ispezionabili con l’ausilio di sensori ottici avanzati e termocamere.