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Ecco come Usa e Vaticano si muovono sul governo Conte. Parla il prof. Sapelli

L'influsso della Cina su Conte e M5S. Il Vaticano e Parolin molto ascoltati dal premier. L'America divisa ma non troppo sull'Italia. Il pensiero di Giulio Sapelli, storico dell'economista, saggista ed editorialista, sulla crisi di governo e non solo

Professore, che cos’ha cambiato il corso della crisi in modo sfavorevole al voto?

Conte e il cardinale Parolin si confrontano su molti dossier, Cina compresa; Oltretevere si stanno muovendo con forti ingerenze nella politica italiana. In questo momento poi gli americani sono profondamente divisi anche sull’Italia.

In quali termini?

I trumpiani, sulla carta a favore di Salvini, potrebbero essere insoddisfatti di come ha disatteso le loro richieste di una maggiore distanza dalla Cina. Ma c’è anche l’altra parte, quella che ha ancora in mano l’America che conta: la finanza.

Cosa vuole la grande finanza americana?

Che Salvini sparisca il prima possibile.

La firma del memorandum con la Cina ha spiazzato gli Usa. Ora però è come se Washington avesse improvvisamente riscoperto l’importanza dell’Italia.

Sono d’accordo. Proprio per questo gli Usa dovrebbero fare di tutto perché si andasse al voto, in modo che la Lega, vincendo, metta a tacere i 5 Stelle. In altri tempi sarebbe andata così. L’ambasciata americana avrebbe svolto un ruolo di primo piano, anche se non sotto i riflettori, per ovvie ragioni.

Che governo sarebbe quello di una maggioranza M5s-Pd?

Un governo “clintoniano”, sponsorizzato dai grandi big dell’industria finanziaria mondiale. Porterebbe avanti una politica di sottomissione piena dell’Italia all’austerity europea. Uno scenario che farebbe il gioco della Francia.

In che direzione dovrebbe muoversi il presidente della Repubblica?

Mandando il paese alle urne. Sappiamo tutti che prima di sciogliere le Camere durante la legislatura il capo dello Stato è tenuto a verificare l’esistenza di un’altra maggioranza in Parlamento. Che probabilmente ci sarebbe.

Ma è proprio questo il punto. Come se ne esce?

È la contraddizione di Mattarella. Non se ne esce. D’altra parte sappiamo bene che Napolitano ha risolto i problemi a modo suo, e sempre impedendo agli italiani di votare.

Scusi, di quale contraddizione parla?

Se Mattarella varasse un governo M5s-Pd, per la prima volta andrebbe contro i suoi legami di profonda amicizia verso gli Stati Uniti, la stessa che ha ispirato il suo dovere quando è stato ministro della Difesa (governi D’Alema II e Amato II, ndr). D’altra parte, consentendo la parlamentarizzazione della crisi e il patto M5s-Pd, darebbe vita a un governo contrario agli interessi americani attuali in Italia. E a mio modo di vedere, a quelli dell’Italia stessa.

Giorgetti invece ha detto che Salvini avrebbe sbagliato i tempi della crisi.

Evidentemente la Lega ha un gruppo dirigente non coeso; un segno di normalità, direi. Giorgetti poi su questo governo aveva molti dubbi fin dall’inizio.

Cosa dovrebbe fare Salvini?

Spiegare con più chiarezza qual è la vera posizione di questo governo nei rapporti con l’Ue, la Cina, la Russia e gli Usa. Invece di un post su Facebook, la Lega dovrebbe fare un documento con i suoi punti fermi: fedeltà alla Nato, permanenza nell’euro per cambiare i trattati e la politica economica europea mediante alleanze, rapporti con la Russia su posizioni non dissimili da quelle di Colombo o Andreotti, cioè di dialogo, come io credo che Salvini voglia fare. Questo è il momento di fare politica.

(breve estratto di un’intervista pubblicata su Sussidiario.net; qui l’intervista integrale)

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