È uno scenario internazionale che genera allarmi; in Italia ci sono 5 milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà; l’astensionismo crea “una democrazia di assenti, per questo più fragile”. Ma c’è anche l’altra faccia positiva della medaglia ben sottolineata nelle parole di Sergio Mattarella al Quirinale nel discorso di auguri ieri sera alle alte cariche dello Stato. Dal governo elogiato per aver tenuto sotto controllo i conti pubblici, allo spread che si riduce, al tasso di disoccupazione diminuito, alla necessità di “consolidare e coltivare tutti gli spiragli” per “una pace giusta dall’Ucraina al Medioriente”, non c’è nelle parole del Capo dello Stato l’immagine catastrofica del nostro Paese e la totale assenza di visione positiva che invece dominano la linea della sinistra pur di attaccare il governo di Giorgia Meloni.
Seppur lo sfondo sia costituito dalla grave situazione internazionale. Centrale è l’Europa e con questa le spese per la sicurezza. Mattarella ribadisce che la Ue ha molti avversari ma è unica strada e le spese per la difesa “impopolari” sono necessarie perché “la nostra comune speranza ha il nome della pace”, che sia però “vera e giusta ovunque” e “ponga fine all’incertezza e al disorientamento”. Nella difficile situazione internazionale la bussola resta l’Europa, costruita “coltivando la relazione transatlantica”, un processo che definisce “irreversibile”.
Il capo dello Stato riconosce che “l’Unione ha alcuni problemi e molti avversari”, ma resta la “strada da percorrere senza ripensamenti” perché è l’unico organismo che “può preservare e dare un futuro a quelle conquiste che gli Stati hanno garantito per decenni con i loro ordinamenti”. “Da solo, nessuno Stato, può farcela”, ammonisce.
L’Ucraina come il Medio Oriente preoccupano fortemente, perciò Mattarella parla di “pace come affermazione del diritto sulla forza delle armi”. E sulla difesa l’Europa resta centrale, serve “uno sforzo convergente” per la “definizione compiuta di una strategia di sicurezza nazionale, in un tempo in cui siamo costretti a difenderci da nuovi rischi che, senza infondati allarmismi, sono concreti e attuali”.
Ecco perché, dice ancora il capo dello Stato, “la spesa per dotarsi di efficaci strumenti che garantiscano la sicurezza collettiva è sempre stata comprensibilmente poco popolare” ma “poche volte come ora, è necessario” sostenerla. Tra l’altro, ribadisce che “sicurezza nazionale e sicurezza europea sono oggi indivisibili”.
Sul fronte interno, Mattarella si sofferma sulla tenuta dei conti pubblici tenuti “sotto un prudente controllo dal governo, facendo raffreddare lo spread, aumentando l’affidabilità del Paese che è un valore da preservare”. Così come riconosce i dati positivi dell’occupazione, allo stesso tempo, però, mette in luce che il Pil “si muove con lentezza, come avviene a livello europeo” e il lavoro femminile resta sotto media europea e quello giovanile ancora “insufficiente”.
Mattarella rileva che oltre al dramma delle morti sul lavoro “non si può ignorare la condizione di oltre cinque milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà”. L’Italia, inoltre, ha “il problema, annoso e pesante, del valore reale delle retribuzioni. Soprattutto quelle di primo ingresso”. Il presidente della Repubblica concentra buona parte del suo discorso sull’Europa, richiamando la necessità di avere una comune responsabilità per “una politica energetica che assicuri autonomia strategica”. Perché “il futuro richiederà impegni ulteriori sia nell’approvvigionamento, sia nella diversificazione delle fonti”, ma senza mettere da parte o in secondo piano le “ineludibili esigenze di transizione ecologica”.
Con l’energia centra eccome il tema dell’Intelligenza artificiale, settore nel quale l’Ue “sembra essere rimasta indietro” ma “potrebbe invece aspirare a un ruolo autonomo”, perché gli Stati membri “dispongono, insieme, delle risorse necessarie per realizzare un modello originale, trasparente, sicuro, attento ai diritti, finalizzato a sviluppare i settori di eccellenza”. Dando una spinta decisiva alla competitività del Vecchio continente, che deve insistere anche sui “piani necessari all’ammodernamento della rete di infrastrutture, dalle comunicazioni alla mobilità”. Ma anche fare “quel che è necessario per rendere finalmente adeguata la rete idrica nazionale”.
L’auspicio col quale Mattarella augura buone feste alle alte cariche è di “uno sforzo comune per individuare elementi di convergenza” che coinvolga le migliori energie del Paese”. Applausi dalla platea trasversale: dal premier Meloni ai vicepremier Antonio Tajani, ministro degli Esteri, e Matteo Salvini, titolare del Mit, ai ministri della Difesa, Guido Crosetto, delle Imprese e il made in Italy, Adolfo Urso, alla segretaria del Pd, Elly Schlein e tutti i leader del Campo Largo.
La sicurezza sul lavoro e i femminicidi sono i temi sui quali il presidente del Senato, Ignazio La Russa, sprona a fare di più, nell’intervento che precede quello di Mattarella. Almeno per una sera maggioranza e opposizioni si ritrovano oggettivamente unite dai temi toccati dal Capo dello Stato. Con la situazione internazionale a fare da sfondo. Mattarella afferma: “Abbiamo il dovere di coltivare e consolidare ogni piccolo spiraglio che si apra rispetto ai conflitti in corso, in Ucraina come in Medio Oriente. Con l’obiettivo di costruire quella ‘pace permanente’, come la definì il presidente Franklin Roosevelt che affermava: “Più che una fine della guerra vogliamo una fine dei principi di tutte le guerre”.
Pace, quindi, come affermazione del diritto sulla forza delle armi. Pace come condizione di libertà e sviluppo”.






