Com’è noto, Mountain View e Cupertino hanno importanti collaborazioni economiche proprio sul fronte dei browser (le applicazioni attraverso le quali si naviga in Rete), ma sicuramente è destinata ad avere eco la notizia che la cooperazione tra il team di sicurezza di Apple e il Threat Analysis Group di Google abbia portato alla scoperta di una falla nei sistemi di sicurezza e ha a sua volta permesso di maturare una strategia congiunta di difesa contro gli hacker.
Benché le due aziende abbiano agito quasi contestualmente e non all’unisono ed evitato di scendere nei dettagli, non sfugge difatti che hanno agito in parallelo, segno della gravità della minaccia e dell’alta caratura dei pirati informatici che avrebbero agito contro i loro software, riuscendo (viene ipotizzato dalle dirette interessate) a bucarne le mura.
COSA SAPPIAMO DELL’ALLEANZA ANTI HACKER TRA GOOGLE E APPLE
Google dal canto suo ha risposto alle minacce degli hacker rilasciando una serie di patch per il proprio browser Chrome, correggendo diverse vulnerabilità, tra cui una che, si apprende, era già stata utilizzata attivamente dai pirati informatici prima che venisse trovata la soluzione.
Si tratta di una notizia che finisce per riguardare la maggior parte degli internauti: secondo gli ultimi dati di StatCounter, infatti, a settembre 2025 il software di navigazione ha raggiunto una quota di mercato mondiale pari al 71,77%. Se a ciò si aggiunge l’alta diffusione di device Android (e solitamente chi usa quel sistema operativo imposta Chrome come browser predefinito) si comprende insomma quanto possa essere pericolosa e invasiva una minaccia a un software così diffuso.
LA RISPOSTA DI CUPERTINO (CHE AMMETTE UN POTENZIALE BUCO)
Apple che. soprattutto sul fronte dei device handheld. si spartisce con Google l’altra metà del mercato, ha distribuito aggiornamenti di sicurezza per un’ampia gamma di prodotti: iPhone, iPad, Mac, Apple Watch, Apple TV, Vision Pro e il browser Safari. Secondo quanto viene comunicato bollettini ufficiali, Cupertino ha confermato di aver corretto due vulnerabilità critiche e ha ammesso di essere a conoscenza del fatto che almeno una di esse potrebbe essere stata sfruttata in attacchi “estremamente sofisticati” contro utenti specifici che utilizzavano versioni precedenti di iOS 26.
CHI INSIDIA I DUE COLOSSI?
Misure simili fanno supporre come si anticipava che il danno sia serio, la minaccia di una certa gravità e soprattutto il soggetto agente (o i soggetti, non si esclude una pluralità di gruppi) capace di impensierire due colossi del calibro di Google e di Apple. Non a caso la nota rivista TechCrunch arriva a ipotizzare un caso di “hacker governativi” simili a quelli che hanno consentito nel recente passato di origliare le conversazioni, sbirciare nelle mail e persino ottenere la geolocalizzazione di “giornalisti, dissidenti e attivisti per i diritti umani”.




